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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

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In questa immagine avrò vissuto

Post n°284 pubblicato il 20 Agosto 2011 da simurgh2
 

In questa immagine avrò vissuto

 

"E' successo qualcosa che succede ancora.
Qualcosa che mi vincola.
Era notte e adesso è giorno.
Tanto più adesso.
Chi era? Chi?
Io ero in lei e lei era intono a me.

Chi al mondo può dire d'essere mai stato insieme ad un altro essere umano?
IO sono insieme.
Nessun bimbo mortale è stato concepito.
Ma un'immagine immortale.
Comune.

Questa notte ho imparato a stupirmi.
E' venuta a prendermi
e l'ho trovata a casa.

C'era una volta...
C'era una volta e dunque ci sarà.
L'immagine che abbiamo creato sarà l'immagine che accompagnerà la mia morte.
In questa immagine avrò vissuto.


Solo lo stupore su di noi
Lo stupore dell'uomo e della donna
fatto di me, 
un uomo

Io ora so 
ciò che 
nessun angelo 
sa."

da "Il cielo sopra Berlino"

Ah, le parole. Le parole servono, non le frasi. Le frasi formano figure, cercano un discorso, zigzagando qua e la, si imbattono in altre, fanno le finte, si sbattono contro, ordiscono intrighi, suscitano sotterfugi, scappano via, ti tendono un agguato, ti assalgono alle spalle. Un discorso è fatto di vampate di linguaggio, quello amoroso, in seguito a circostanze, aleatorie infine, si fanno assenze. Le parole non sono mai pazze, perverse piuttosto; è la sintassi che è pazza.
(Questo ragionamento è un pò il succo da quanto appreso in una parte di "Frammenti di un discorso amoroso" di Roland Barthes. Libro che di un piu contorto e indistricabile non c'è) 


Tornerò a scrivere cosa dice a me quel discorso che fa Bruno Ganz nel video.
Me la vedrò io con lui 

 

"Clodì- diceva mia nonna-tu sei nata d'inverno quando la neve resiste e trovare gli odori diventa magia,nel freddo Clodì impara a tenere dentro le parole grandi,son quelle più corte,ripetendole ti scalderanno ,urla invece le parole piccole che fanno le frasi lunghe,serviranno a prestare soccorso,a chiedere aiuto..ma le parole grandi così-ed allargava le braccia quanto più non poteva-quelle tienile dentro fino a quando il pulsare delle tue vene lo scambierai per il battito del cuore di un altro...ecco,solo allora lasciale esplodere"...diceva una volta " e dunque ci sarà"

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
teti900 il 20/08/11 alle 14:34 via WEB
sapevo di averlo.
apro a caso (pag.130 e qualcosa): L'ultima foglia
MAGIA Nella vita del soggetto amoroso, non importa a quale cultura esso appartenga, non mancano mai le consultazioni magiche, i piccoli riti segreti e le azioni votive.
dici che debbo approfittare del Caso e leggerlo adesso?
___ ci penso.
 
 
simurgh2
simurgh2 il 20/08/11 alle 18:42 via WEB
Alla mia pag 130 non ci sono quelle parole.
Nella mia 130 gli occhi cadono sulle prime parole di quella pagina:
"..è un gioco,è una manipolazione rituale , contrassegnata da un certo numero di aspetti stereotipati e compulsivi. La stessa cosa avviene per un innamorato in preda alla loquela (1) egli manipola la sua ferita d'amore"

(1) Loquela: Questo termine, desunto da Ignazio di Layola, designa il flusso di parole attraverso cui argomenta incessantemente nella sua testa gli effetti di una ferita d'amore o le conseguenze di un comportamento: forma enfatica del "discorso" amoroso.

Aprire a caso un libro e far cadere l'occhio su parole che servano, come oracolo, a dare risposta ad altre, prese a caso ma pur pertinenti, mi sorprende ogni volta. Il che mi fa pensare che l'occhio che le legge conferisce loro un significato che quelle parole non intendevano. Eppure in cio sta il loro fascino, almeno per me, come pure la manipolazione.
Quel libro di Barthes, che non ho mai finito, che ho letto e riletto negli anni ma sempre abbandonandolo, mi sembra un ottimo libro da consultazione, per divinazioni ed altro. Io dico che è illeggibile ma allo stesso tempo esercita un fascino notevole su di me. Non so se è il caso di leggerlo per te. Non credo sia roba che ti interessa. Però pensaci si, se vuoi. Grazie siora teti
 
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 20/08/11 alle 17:58 via WEB
Le parole...qualcuno diceva che producano destini.
 
 
simurgh2
simurgh2 il 20/08/11 alle 19:25 via WEB
Questi spazi son un tempio dove si celebra l'assunto che le parole producano destini.
C'è una trasmissione su Radio 24 che ogni tanto becco ed è molto curiosa. Si chiama "Destini incrociati".
Cliccando qua vedi la lista e si puo sentire in podcast.
Ciò che prevale, nei destini incrociati, a mio parere, è che magari ci metti trent'anni a costruire cio che poi sarà la casualità del destino.Grazie del commento bacarda
 
claudia.sogno
claudia.sogno il 21/08/11 alle 02:16 via WEB
"Clodì- diceva mia nonna-tu sei nata d'inverno quando la neve resiste e trovare gli odori diventa magia,nel freddo Clodì impara a tenere dentro le parole grandi,son quelle più corte,ripetendole ti scalderanno ,urla invece le parole piccole che fanno le frasi lunghe,serviranno a prestare soccorso,a chiedere aiuto..ma le parole grandi così-ed allargava le braccia quanto più non poteva-quelle tienile dentro fino a quando il pulsare delle tue vene lo scambierai per il battito del cuore di un altro...ecco,solo allora lasciale esplodere"...diceva una volta " e dunque ci sarà"
 
 
simurgh2
simurgh2 il 21/08/11 alle 10:09 via WEB
Clodì eh? Cosi ti chiamava la nonna: Clodì. Un modo fransùa che resiste al gelo, per una concepita in primavera,che sa poi rintracciar odori surgelati dalle nevi
Tua nonna ti ha insegnato la magia, il sotterfugio, il segreto da celare.
Impara a tener dentro. Un grande esercizio per una bambina. Cominciasti allora a tenere il fiato, a raggiungere profondità in apnea. Assomiglia al volo l'immersione. Impara a tener dentro ciò che non va sprecato, le parole grandi sono l'accesso al sacro primordiale. Affinchè il fiato non le consumi.
Una nonna che resiste alla neve e ne sa veder la poesia. Le parole grandi van tenute nelle vene. Nel sangue hanno il loro elemento sacrificale ed esplodono poi nel cuore, battiti da elargire, quando qualcosa quelle parole grandi te le fa uscire.
Bello Clodì. Grazie
 
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