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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
« SANMAURIZIO | fuochi » |
Gli occhi delle persone quando guardano il fuoco dicono la verità Non ci avevo mai pensato fosse una forma d'arte accendere un fuoco. Un'essenza zen, questa, molto radicata nella cultura giapponese, essenzialmente credo, alla spiritualità e ai rituali estetici giappo-orientali. "Paesaggio con ferro da stiro", si chiama il racconto. Non so perchè, ho riletto e non ho trovato nessun ferro da stiro. Ho pensato che sia una metafora che indica il come levare le grinze, gli stropicciamenti della vita; diventare un costruttore di fuochi. Il costruttore di fuochi è uno che ha mollato tutto, che è partito lasciando moglie e figli. Un pittore. Tutti i racconti parlano di un incontro che puo cambiare il corso della vita. Forse è solo questo,tutti cerchiamo un incontro, oppure accade senza cercarlo ma è sempre determinante per qualcosa di noi. Miniature di esistenze. Personaggi introversi a cui manca qualcosa di importante, come tutti, che non si sa neanche dire e neanche Murakami lo fa, ne fa degli acquerelli, ti da delle sensazioni in racconti in cui non c'è quasi mai una fine, non come te l'aspetti, non finiscono ecco. - Tu hai mai pensato in che modo morirai? - Può essere il modo di morire ad indicare come vivere. - Sai Myiake.. -...che ne diresti di morire assieme a me.adesso? - Quando il fuoco sarà spento e tutto sarà buio, moriremo insieme. Forse con quest'uomo non potrei vivere, pensò Junko, perchè non riuscirei mai ad entrere nel suo cuore. Però morire con lui si, questo forse sarebbe possibile. - Posso dormire un pò? chiese Junko "La forma del fuoco è libera e siccome è libera chi la guarda puo vederci qualunque cosa. Se guardandola provi una sensazione di pace, è perchè la sensazione di pace che uno ha dentro ci si riflette. Capisci cosa intendo?" Si, capisco murakami, piu che capire lo sento, lo sento e non lo so spiegare questo sentire cosa vuoi dire. In questi casi basta il silenzio. Guardando il fuoco Junko percepisce qualcosa, qualcosa di profondo, un'emozione condensata perchè, forse troppo viva, con una consistenza troppo concreta per poterla chiamare idea. La senti che ti attraversa il corpo di dentro, lentamente e che svanisce poi da qualche parte lasciandoti una sensazione di struggente nostalgia. Sentire delle volte, in modo stranamente preciso, delle cose in cui nella vita di tutti i giorni non ci prestiamo caso. A me accade, accade a tutti, in genere lasciamo perdere, è una sensazione che poi va a svanire. Ecco, a me quel rantolo percettivo mi si imprime profondamente, in genere. Non ci sono mai fuochi uguali Paesaggio con ferro da stiro Una piastra calda che disgrinza col suo fiato |
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SAINKTO NAMTCHYLAK
I LIBRI SUL COMODINO
-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
"C'è una frase di Ibsen che Sábato ha ripreso: «Vivere significa lottare con i propri demoni». Talvolta, gli ho detto, si dubita di poter lottare contro di essi, perché si teme di essere noi stessi soltanto i nostri demoni. " e forse, in questo post, qualcosa dei miei demoni compare pure.
"Scrittura diurna e notturna" - Luce e tenebra -
In quel racconto di Murakami allora ci sono entrambe le scritture. La dimensione sconvolgente e inconfessata, che non trova parole definitive ma solo vaghe sensazioni di malessere come pure di comunanza, di tenera condivisione e, in questo caso, par a me la funzione la svolga il silenzio. Quello che sta tra una frase e un'altra di un dialogo, quello che poi alla fine si fa testimone. Una definizione empirica per me. Ciò che la contraddistingue credo, compaia indifferentemente, almeno in me, nei vari momenti del giorno che si fanno notte. Come pure ci son notti che si fan giorno. Allora notte, tenebra e luce sono dimensioni che custodiamo dentro.
"Sábato è consapevole che le sue «verità più sconvolgenti si trovano nelle sue finzioni, in quei sinistri balli in maschera che, solo così, dicono o rivelano verità che non oserebbero confessare a volto scoperto...»" Nel racconto, i due protagonisti, sono fuggiti dal loro mondo, ognuno con le sue ragioni, simili in fondo, per sfuggire alle maschere e alle finzioni.
"La scrittura notturna è l'incontro straniante e creativo con un sosia, sconosciuto e talora sgradito, che parla con un'altra voce"
E' un pò quanto tra i due protagonisti accade attraverso quei fuochi sulla spiaggia.
Mi è svelante il tuo commento, mi riassesta e riassembla tutta una serie di sensazioni che non trovavano collocazione. Almeno ora mi è un pò piu chiaro. Ma è un discorso che si fa cosi lungo che devo smettere qua e che poi riprenderò, perchè mi aiuta. Grazie claudia, grazie