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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

« SANMAURIZIOfuochi »

Gli occhi delle persone quando guardano il fuoco dicono la verità- Paesaggio con ferro da stiro

Post n°303 pubblicato il 22 Settembre 2011 da simurgh2
 

 

Gli occhi delle persone quando guardano il fuoco dicono la verità

Non ci avevo mai pensato fosse una forma d'arte accendere un fuoco.

Miyake accendeva fuochi in spiaggia la sera. "Incastrava e assemblava tronchi grossi e legni piu piccoli come fosse una scultura d'avanguardia. Ci girava intorno e osservava il risultato. Gli bastava guardare com'erano disposti per immaginare il modo in cui si sarebbero alzate le fiamme.. Come uno scultore che guarda una pietra già vede l'atteggiamento della figura che vi è nascosta"

Un'essenza zen, questa, molto radicata nella cultura giapponese, essenzialmente credo, alla spiritualità e ai rituali estetici giappo-orientali.
Diventerò uno che accenderà falò
Ci sono cose che solo da grande scopri. Cosa farai da grande? comincio a capire solo adesso, come quel fuoco"che imparerà a far crescere la fiamma lentamente, con impercettibile dolcezza, come sapienti carezze, con l'unico scopo di riscaldare il cuore. Fiamme che assorbono il silenzio e perdonano ogni cosa."

Unpredictable.

"Paesaggio con ferro da stiro", si chiama il racconto. Non so perchè, ho riletto e non ho trovato nessun ferro da stiro. Ho pensato che sia una metafora che indica il come levare le grinze, gli stropicciamenti della vita; diventare un costruttore di fuochi.

Il costruttore di fuochi è uno che ha mollato tutto, che è partito lasciando moglie e figli. Un pittore. Tutti i racconti parlano di un incontro che puo cambiare il corso della vita. Forse è solo questo,tutti cerchiamo un incontro, oppure accade senza cercarlo ma è sempre determinante per qualcosa di noi.

" Ormai è una specie di malattia. Anche il fatto che sono finito in questo posto in culo al mondo, è perchè non ci sono altre spiaggie dove si trovano tanti legni trasportati dalla corrente. Solo per questa ragione. E' per fare fuochi che sono finito qui."
In quel posto incontra la sua compagna di fuochi, diventano amici. A lei piace guardare i suoi fuochi.
C'è questa storia di partire, di andarsi a cercare un posto. E' una cosa che dovrò fare anch'io. Mi cova dentro potente. Partirò. Non so dove andro a finire e neanche che cercare ancora ma voglio un posto in cui andare, un posto in culo al mondo.

Miniature di esistenze. Personaggi introversi a cui manca qualcosa di importante, come tutti, che non si sa neanche dire e neanche Murakami lo fa, ne fa degli acquerelli, ti da delle sensazioni in racconti in cui non c'è quasi mai una fine, non come te l'aspetti, non finiscono ecco.

- Tu hai mai pensato in che modo morirai? -
Dppo averci riflettuto qualche istante Junko scosse la testa.
- Beh, io ci penso spesso. -
- Tu come pensi di morire?-
- Dentro un frigorifero -

Può essere il modo di morire ad indicare come vivere.

- Sai Myiake..
- Cosa?
- Io sono completamente vuota
- Davvero?
- Già

-...che ne diresti di morire assieme a me.adesso?
- Morire? Perche no?
- Dici sul serio?
- Si, dico sul serio

- Quando il fuoco sarà spento e tutto sarà buio, moriremo insieme.
- D'accordo, dice Junko, ma come moriremo?
- Ci penserò.
- Va bene.

Forse con quest'uomo non potrei vivere, pensò Junko, perchè non riuscirei mai ad entrere nel suo cuore. Però morire con lui si, questo forse sarebbe possibile.

- Posso dormire un pò? chiese Junko
- Va ene.
- Mi svegli quando il fuoco sarà spento?
- Stai tranquilla. Quando il fuoco sarà spento, avrai freddo e ti sveglierai

"La forma del fuoco è libera e siccome è libera chi la guarda puo vederci qualunque cosa. Se guardandola provi una sensazione di pace, è perchè la sensazione di pace che uno ha dentro ci si riflette. Capisci cosa intendo?"

Si, capisco murakami, piu che capire lo sento, lo sento e non lo so spiegare questo sentire cosa vuoi dire. In questi casi basta il silenzio. Guardando il fuoco Junko percepisce qualcosa, qualcosa di profondo, un'emozione condensata perchè, forse troppo viva, con una consistenza troppo concreta per poterla chiamare idea. La senti che ti attraversa il corpo di dentro, lentamente e che svanisce poi da qualche parte lasciandoti una sensazione di struggente nostalgia. Sentire delle volte, in modo stranamente preciso, delle cose in cui nella vita di tutti i giorni non ci prestiamo caso. A me accade, accade a tutti, in genere lasciamo perdere, è una sensazione che poi va a svanire. Ecco, a me quel rantolo percettivo mi si imprime profondamente, in genere.

Non ci sono mai fuochi uguali

Paesaggio con ferro da stiro

Una piastra calda che disgrinza col suo fiato
le pieghe dove la vita s'ingrespa e stride
Liscia come carezza stende la sua piega
In quelle pieghe dove l'esistere si nasconde
Increspature come l'acqua del lago
Il ferro segue con la prua la rotta
le segue  e persegue infine le spiana
Chiusa nel pugno la stoffa grida impotente
la sua impercettibile rivolta salto e svolta
Mi piace però quando indugia
tra il bottone e l'occhiello
Un paesaggio interiore con ferro da stiro
Una catasta di biancheria nel cesto abbandonata
ed io qua a scrivere una poesia con l'incipit staccabile
Una vita da stirare e ho finito l'appretto
Una mutanda, maglietta,calzini, camicia
Però neanche mi piacerebbe una vita stirata
Confido allo stirare un piacere non usuale
Non tutto intendo andrebbe stirato
Le lenzuola stirare e piegate solo quando
vengo a letto con te che le rifai e riappari
Dammelo indietro quel ferro da stiro che ho lasciato da te.

(simurgh)

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Commenti al Post:
claudia.sogno
claudia.sogno il 22/09/11 alle 23:56 via WEB
Claudio magris,riprendendo Sàbato,opera una distinzione fra racconti diurni e notturni.La scrittura diurna cerca di capire il mondo,di rendersi ragione dei suoi fenomeni,di collocare i singoli destini...quella notturna invece si misura con le verità più sconvolgenti che non si osano confessare apertamente,scrittura che spesso stupisce anche l'autore perchè gli può rivelare quello che egli non sa sempre di essere o di sentire:sentimenti o epifanie che sfuggono al controllo della coscienza ,una scrittura che parla con un'altra voce,un faccia a faccia con il volto terribile della vita....così a me pare del fuoco delle case che ho conosciuto nel giorno,nella notte.Tanta carta rimpilzata là sotto a dare il via,carta scritta,carta stampata,carta spessa, talvolta lucida o satinata per il fuco nella luce,lui vive di grandi fiammate...è un fuoco veloce,che se non presti attenzione non lascia odore..la legna è leggera quasi a non sentire il peso nel sollevarla..è un fuoco estetico,che quasi non pare necessario,eppure non c'è che il superfluo che incanta....poi veniva il fuoco della sera,quello che "portava pane a casa"...la carta era appena e sottile...sottili i legnetti, delicati intrecciati su quella carta accennata..sollevati sugli alari perchè l'aria respirasse di sufficienza e di tempo...la base era larga ad accoglierli...appena sopra, con una cura anziana si sistemavano quei rami non più giovanissimi,non troppo secchi...eppoi ancora piccoli tronchetti...che non erano,non mi sembravano così leggeri e vuoti come quelli del mattino...poi c'era il rito dello "zocco"...quello grosso,ingombrante, un pò umido...quello così scuro che sembrava non morirne mai...era lui che doveva vedere l'alba...lui il responsabile delle braci al primo caffè...era lui che richiedeva l'arte del tocco degli anni di fuochi...ecco...il fuoco della sera...quello che toglieva i brividi dalle lenzuola...quello che l'odore entrando in una casa ti confessava di non possedere altra via di caldo....quell'odore aveva la voce di quella dignità della notte che altro fuoco non aveva fino alla verità del mattino..entrando lì sapevi di loro,di noi...ogni cosa,della casa,dei muri,degli alberi tagliati a renderti vita....quel fuoco mi è rimasto segno...quel fuoco che senza pena attendeva noi e il mattino ...perdurava per quante volte era mutato..eppur attendeva il risveglio brillando ancora,sempre pronto ad un nuovo inizio.
 
 
simurgh2
simurgh2 il 24/09/11 alle 10:40 via WEB
Molto interessante quell'articolo di Magris. Strano me lo sia perso. In genere lo inseguo, mi piace quel che dice il triestino L'articolo è QUA' clicca Ah, ma l'avevo letto si. Mi pareva strano
"C'è una frase di Ibsen che Sábato ha ripreso: «Vivere significa lottare con i propri demoni». Talvolta, gli ho detto, si dubita di poter lottare contro di essi, perché si teme di essere noi stessi soltanto i nostri demoni. " e forse, in questo post, qualcosa dei miei demoni compare pure.
"Scrittura diurna e notturna" - Luce e tenebra -
In quel racconto di Murakami allora ci sono entrambe le scritture. La dimensione sconvolgente e inconfessata, che non trova parole definitive ma solo vaghe sensazioni di malessere come pure di comunanza, di tenera condivisione e, in questo caso, par a me la funzione la svolga il silenzio. Quello che sta tra una frase e un'altra di un dialogo, quello che poi alla fine si fa testimone. Una definizione empirica per me. Ciò che la contraddistingue credo, compaia indifferentemente, almeno in me, nei vari momenti del giorno che si fanno notte. Come pure ci son notti che si fan giorno. Allora notte, tenebra e luce sono dimensioni che custodiamo dentro.

"Sábato è consapevole che le sue «verità più sconvolgenti si trovano nelle sue finzioni, in quei sinistri balli in maschera che, solo così, dicono o rivelano verità che non oserebbero confessare a volto scoperto...»" Nel racconto, i due protagonisti, sono fuggiti dal loro mondo, ognuno con le sue ragioni, simili in fondo, per sfuggire alle maschere e alle finzioni.
"La scrittura notturna è l'incontro straniante e creativo con un sosia, sconosciuto e talora sgradito, che parla con un'altra voce"
E' un pò quanto tra i due protagonisti accade attraverso quei fuochi sulla spiaggia.
Mi è svelante il tuo commento, mi riassesta e riassembla tutta una serie di sensazioni che non trovavano collocazione. Almeno ora mi è un pò piu chiaro. Ma è un discorso che si fa cosi lungo che devo smettere qua e che poi riprenderò, perchè mi aiuta. Grazie claudia, grazie
 
JoyMusette
JoyMusette il 23/09/11 alle 09:49 via WEB
Io adoro stirare. Sta a vedere che sta tutto qui il segreto della vita...
 
 
simurgh2
simurgh2 il 24/09/11 alle 11:03 via WEB
Neanche a me spiace, piu di tutto le camicie, ma resisto un'ora a star la, poi mi vien il nervoso. La vita ha segreti che lo stirare non sà.
 
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