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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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SAINKTO NAMTCHYLAK
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-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
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-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
Il fatto è che ho letto quel racconto di cui parlo qua sotto di Murakami e mi ha lasciato parecchio disoriented. In quel racconto c'entra il fuoco. Murakami scrive cose che me ne trasmettono altre, che non hanno parole, non ancora almeno, sensazioni. Mi apre ad un mondo percettivo dove lo straniamento prevale in me, una specie di sgomento, senza verità o certezze.Ghiaccio-fuoco si, eccessi della normalità. Penso che ci siano aree che si formano oltre questo concetto, oppure all'interno di esse. Ulteriorità insomma. E' questa dimensione che mi attrae, senza essere magia o alchimia, esoterismo o altro. Una dimensione piuttosto, a cui diamo poca attenzione ma che si annida dentro ogni normalità. Non so, non credo di farmi capire.Magari riprovo. Grazi e fiorebomballato