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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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« Un cielo di merda come f...Risentimenti »

Davide - Dimmi se è vero

Post n°326 pubblicato il 13 Ottobre 2011 da simurgh2
 

 

Ieri Davide mi ha dato questo cartoncino.
Possiamo dire che è una poesia.
Davide adesso vive in una comunità. Schizofrenico.
Sotto c'è un quadro che non ho mai finito.
Lui è il primo a destra, poi ci sono io in canottiera
poi c'è Stefano Biasin, poi mia moglie di allora, Sandra.
Era il 1977 ed eravamo a Parigi.
Eravamo in gita con il Liceo Artistico. Io un ospite.
Ci chiamavamo "Gruppo lepre". Non eravamo mai fermi.
Con noi c'era anche Maria, la sorella di Davide.
Non c'era nella foto dove li ho ritratti.
Io ero il capo. Hanno 5 6 anni meno di me.
Ah, Davide mannaggia 

 

 

 

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Commenti al Post:
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 13/10/11 alle 16:21 via WEB
È notevole questo cartoncino. E mette i brividi a pensare alla lotta che ci deve essere là dentro in quella testa.
 
 
simurgh2
simurgh2 il 18/10/11 alle 11:25 via WEB
Notevole l'ordine a cui sembra affidare e proteggere la devastante paura e smarrimento. Parole piccole che messe una sopra l'altra hanno l'ombra dei giganti. Pare quasi che, ad ergersi imperiose, vogliano spaventare i fantasmi da cui scaturiscono. Come sassi che sovrapponi, uno sull'altro, quasi a costruire un muretto a secco. Il suo intonaco è crollato gia da tempo, le pietre temono il loro sgretolarsi. Servono barricate per proteggersi dall'invasione di alieni, dalla lotta e dall'insidia che propagano. "Dimmi se è vero che siamo su una nave" spaziale che ci porterà in fondo all'universo.
 
gioh87
gioh87 il 15/10/11 alle 16:00 via WEB
Questo post è il secondo che ho letto in ordine di apparizione sul blog quindi solamente al passo successivo ho letto "Davide. Schizofrenico"
Ecco. Ma io ... non lo sapevo. E quando al post precedente leggevo 'il cartoncino' (che riporta una grande macchia) ho pensato che ... chi scriveva doveva essere un dominatore del sentire. Ho provato vergogna, perch'io scrivo ... capisco cosa significa dare senso alle parole, ma questo Davide mi ha da subito travolta. E adesso ... mi travolge anche il cuore ...
 
 
gioh87
gioh87 il 15/10/11 alle 16:01 via WEB
...per la mia piccolezza!
Devo ancora crescere così tanto...
 
 
simurgh2
simurgh2 il 18/10/11 alle 14:03 via WEB
Incantevole l'emozione spaurita e genuina, la si sente nelle tue parole, attraverso l'ordine di apparizione, in un solamente dopo, la schizofrenia, il timore, il rispetto e poi il pudore, la vergogna. Che tu scriva poi, par a me ridia un senso a quelle parole, una comprensibile giustificazione, che travolgano la tua sensibilità, il tuo cuore. Davide so, sarebbe contento nel saper che tu abbia letto le sue parole avvertendone lo smarrimento, la disgiunzione da cio che è il resto. Grazie gioh
 
Eulalie2
Eulalie2 il 18/10/11 alle 02:29 via WEB
""cervello in posa sbilenca lo spleen è alle porte "" Ci metto una toppa raddrizzo la posa affogo lo spleen in un mare di merda e ritorno nel caos ordinato----
Davide e questo post mi fan venire in mente Dario Bellezza
_______________________________________- «FUORI DI ME »
Alla follia, non badate, datemi retta!
Pensate piuttosto ai nuovi ritmi in cui
immergere la vostra vita perduta dietro
l'apparenza delle cose. Cercate l'immortalità,
l'eterna questione del mare splendente
dentro il sole di giugno che diventa nero a notte e scompare nelle tenebre. Io
dimenticato relitto di una civiltà
passata sono il solo che piango i defunti
miraggi di un'età morta e ancora
coprendomi di ridicolo scrivo lettere
d'amore a traditi amori di un'epoca trascorsa,
la giovinezza, e ricordo lo studente
che piegava la sua retta immagine
a misurare l'angolo della sua carnale diversità,
a versare nel seno asciutto di una madre
occasionale la solitudine futura dei suoi
giorni tutti uguali. Lasciatevi andare
verso il mare della vita! Assaporatene
la musica sbiadita, e trionfatore sarà
solo il Tempo e il suo nero oltraggio, la Morte!
Mentre io ancora scriverò che il poeta
chiude in stremate parole il suo cervello
mirando il muro in alto della sua stanza
e le poesie scivoleranno via, senza pietà,
e nessun Dio le registra, incarnandosi per un attimo.
Il ritmo non sa di mirtillo acerbo
e piegarsi sulla bianca pagina di un diario
il meglio dell'ispirazione fa in un fiato
dileguare.
Chiamatemi così: pazzo, deserto testimone
di un deserto da percorrere in una torrida
estate, senza acqua raccolta nella gobba
di un domestico dromedario, e la mia poesia
definitela con crudeltà e livore come lubrica,
oscena, interessata e manigolda consigliera
di sventura o furto di anime giovanili
in cerca di nuove reincarnazioni.
Sappiate però che brucio di gioia, di allegria
feroce dentro la mia casa buia, prigioniero
di calamitose idee, slabbrando la mia merda
in privata visione senza lo scempio
di immagini e talenti altrui. Sono un genio
geniale che la vita spassa da un dolore all'altro,
teatrale, senza ferite apparenti che non siano
d'amore, piaghe purulente lasciate da una donna
fatale che nessuno conosce. Slabbro la mia
merda in privata visione: ghirigori
collettivi e birbanti. Muratemi
in una galera con la bibbia e i santi.
Dario Bellezza
 
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