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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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La parrucchiera di Dresda (2 parte), di Patricio Pron

Post n°378 pubblicato il 08 Gennaio 2012 da simurgh2
 

"Il taglio dei capelli"

1 Parte http://blog.libero.it/simurgh/10953247.html?ssonc=10997377


Tom Waits - I want you

La parrucchiera si fermò. Il suo sguardo era distratto. La vide guardar fuori in strada.
- Non penso che essere curiosi sia una cosa che ti fa fare cose rischiose - disse poi.
- Beh,- disse la ragazza, sorpresa che avesse ripreso il discorso. - Mi viene un mente un gatto che si specchia nell'acqua e, curioso di vedere un'altro gatto che lo guarda, si tuffa nell'acqua per giocare o attaccarlo e, cadendo poi annega. - 
La parruccbhiera ci pensò un po, poi disse: - Mi viene in mente che quando ero piccola, in polonia, mio padre annegava sempre i gatti piccoli, che la nostra gatta sfornava ogni stagione. Li metteva dentro un sacchetto e li gettava nel canale.- 
La ragazza vide gli occhi della parrucchiera intristirsi. Malinconia e dispiacere erano sensazioni che conosceva. 
- Se quei gattini piccoli avessero potuto vedersi specchiati nell'acqua, disse la ragazza, magari potevano pensare che andavano a giocare con altri gattini, invece di morire.-
- Hum...è una bella idea. Avrebbe reso loro la morte piu sopportabile. - disse la parrucchiera sorridendo. - Non so se ai gatti dispiaceva di morire peò, continuò la parrucchiera, se ci pensavano voglio dire -
Chiacchierarono un pò cosi, facendo strane congetture. La ragazza pensò che non aveva mai parlato cosi tanto con una persona, in germania. Poi rimasero a lungo in silenzio. Il movimento veloce delle forbici, quelle mani operose. La ragazza pensò per un attimo che la parrucchiera fosse la sua unica amica, in quella terra cosi estranea dovve si sentiva cosi sola. Se la solitudine parlava qualche lingua, avrebbe parlato il tedesco pensò. Poi pensò che le sarebbe piaciuto chiedere alla parrucchiera se le andava di andare a bere un tè con lei qualche volta, da qualche parte. Le sarebbe piaciuto ma non glielo avrebbe chiesto. Di che cosa avrebbero parlato? Non avrebbe saputo cosa dirle. Allora si immaginò la scena di loro due in un locale a stare li assieme a raccontarsi delle cose. Le venivano in mente le domande piu futili, le sue storie senza interesse. Non avrebbe saputo come interessarla.
Pensava a queste cose, senza accorgersi che intanto la stava spazzolando e le tirò via la mantellina chiedendogli se il taglio le piaceva e le mostrò con lo specchio la nuca. -Si mi piace. Mi piace come me li taglia. Lei è brava. -
Le disse il prezzo e le scrisse sul blocchetto la ricevuta.
Non sapeva neanche lei come le venne la forza o il coraggio di chiederle - Mi piacerebbe, se  andasse anche a lei, di andare a prendere un tè assieme. Non conosco nessuno in città e cosi, per fare due chiacchiere, stare un pò in compagnia...- La parrucchiera la guardò prima perplessa, poi parve sgomento quello nel suo sguardo, che si fece in breve sospetto e diffidenza. Non  le rispose neanche e si avvicinò alla porta per aprirle. Suonò il campanello. La ragazza si sentì morire dalla vergogna. Arrossì e si allontanò sulla strada. Pensò che non avrebbe neanche piu avuto il coraggio di tornare da quella parrucchiera. La parrucchiera la stava guardando dalla vetrina allontanarsi. La ragazza pensava al proprio errore. Che se fosse tornata la magari non avrebbe neanche voluto tagliarglieli ancora o, l'avrebbe fatto malvolentieri. Le venne da piangere.  Tornò a casa. Non le accadde piu niente poi, quel giorno a Dresda.

Lui è Patricio Pron clicca  anche QUA' (un argentino. Non c'è niente di tradutto di lui in Italia, credo. Questa è un po una libera riscrittura.
Troverò il tempo, magari scrivendolo nei commenti, di sciogliere le sensazioni che mi ha dato questo racconto. Che faccia.

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Commenti al Post:
Eulalie2
Eulalie2 il 15/01/12 alle 14:35 via WEB
Accidenti a te Simurgh! mi hai fatto piangere sarà che sono più depressa del solito bah!
o forse perchè mi rivedo in quei periodi vissuti fuori dal mio paese , è stata ,a suo tempo ,una scelta che rifarei se potessi
ma c'erano questi momenti di estrema solitudine Come tu hai raccontato in questo bellissimo post ,dove non avevo nessuno con cui parlare confidarmi andare a prendere un tè e vorresti farti, non dico delle amicizie ,ma almeno delle conoscenze come qualsiasi essere umano
ma per gli altri ero solo una straniera ,mi assaliva la tristezza
Mi viene da postare questa poesia
"La Capra" di Umberto Saba
Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d'erba, bagnata
dalla pioggia, belava.
Quell'uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi,prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.
In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
 
 
simurgh2
simurgh2 il 18/01/12 alle 10:44 via WEB
Eulalie
La lettura, le storie, il racconto, ci permette di trovar un riflesso di noi, un riandare ad un sopito e silente, il dormiente che si acquatta in qualche intercapedine. Per questo leggiamo, per ritrovarci e ritrovare. Molto spesso ciò, la lettura è come una rivelazione e rivela dell'altro di noi. Trovarci con degli altri che ci raccontano la loro storia, le sensazioni, le considerazioni e allora si snodano grumi, si sciolgono nodi. Io non ho vissuto quell'esperienza però empaticamente, il racconto mi trasmetteva quelle sensazioni, che non appartengono solo all'esilio, alla migrazione ma ad una condizione di solitudine replicabile, di isolamento e incapacità. E' un racconto delicato, molto dolce, timido, educato, piace molto anche a me. Non so come il tipo, questo Patricio Pron lo sia venuto a sapere ma, nel suo blog argentino segnala questo post Clicca qua
La poesia di Saba ecco, messa qua, nella scelta tua di accostarla al racconto ecco, dicevo non l'avrei letta allo stesso modo, con l'assonanza che adesso assume. Insomma non l'avrei capita se non in questo modo di accostarla di te. bella. Grazie eulalie
 
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