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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

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Calmati Vincent

Post n°462 pubblicato il 16 Giugno 2012 da simurgh2
 

Ogni settimana un'illustrazione d'autore sulla copertina de "La Lettura", il supplemento domenicale del Corriere. A me, questa quà è sempre rimasta come un'effige nella testa.
Questo abbraccio simbolico che quel Jori vuol tornare a fare, immaginando che sarebbe stata la cosa migliore .  Un modo di tenersi insieme quando l’abbraccio rinsaldante dell’altro viene meno e il rischio della disintegrazione si fa terrificante, concreto. L'illustrazione dell'afflizione sollecita una propria dignità, la rivendica, s'impone e pare chiedere di apparire ancora, agli occhi dell'altro, prima di ogni altra cosa, di essere considerato ancora un uomo. Di essere degno, di non essere ignorato, per non morire veramente. Questa è la supplica che nello stringersi espone. 

Thea Crudi

Il Vincent sarebbe Van Gogh
Van Gogh si è appena tagliato l'orecchio.
E' sconvolto e completamente solo,
perso nel suo universo tormentato.

Stringimi Vincent, stringimi.
Non ti lascerò solo. Fermati!
Non dire niente. Non serve.
Una sera d'inverno
come certe anime sanno
si fà buio presto,
dentro un buco profondo
il gelo ti asserraglia
in una trincea presa d'assalto
Il cielo blù cobalto
forato dall'orsa Maggiore.
Nembi che srotolano appuntiti
sulla carne incidono lobi
e vorrei recitare dei miserere
nei campi di grano della Provenza.
Quando Vincent sentiva la bestia arrivare
sapeva bene cos'era.
Per questa si sentiva ogni volta umiliato
Per questa bisognava ogni volta doversene scusare.

 

Una bellezza tragica e umana, l'abbraccio
A suo modo un'incanto che sgorga
e puoi chiudere gli occhi
nella fragile verità delle cose.
Ignorarlo, sfuggirlo sarebbe crudele.
Un'afflizione privata, scacciata, riaccolta.
Uno sguardo cruciale che neanche s'incontra.
Meglio non vederli quegl'occhi
girati di la, persi nel niente.
Gli occhi di Vincent
ti seguirebbero ovunque. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Nulla è mai stato scritto o dipinto,
cosrtruito o inventato,
se non per sfuggire all'inferno."

(Antoninb Artuad)

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Commenti al Post:
claudia.sogno
claudia.sogno il 17/06/12 alle 01:59 via WEB
Copriti gli occhi,ora
tra leggerezza e dolore l'addome
si tocca,sospira l'll magone
l'll battito nella pancia,
chiave del respiro,l'll mantice
irriducibile d'amore l'abbraccio
oltre ogni limite stabilito
crescita insieme e protezione,evoluzione
in coerenza del cuore,la sincronia
curva in sezione aurea,ricorrente
autosomigliante nel fine,in inizio
è un foro nel laghetto l'll vortice
"tornado"
induce la curva la compressione
del canto l'accelerazione,
implosione la stretta che puoi chiudere gli occhi nel grano,
in Provenza,sua radianza
l'innestamento dell'onda,una sera d'inferno
l'intreccio fa in otto la curva
frattale la sua sezione aurea
l'll mistero
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
simurgh il 17/06/12 alle 09:41 via WEB

Coprii gli occhi già d'allora.
Ne chiusi uno per prendere la mira
guardandoti le spalle oltre il cerchio
che compie il braccio per tenerti stretto
una febbre luminosa negli occhi spande
quasi come un salto in braccio con le gambe stringi
e pare quasi che stringendo si espanda un universo intero
e in quel stringersi pare che di te non resti niente
Non sei più solo ma non sei neanche solo tu, non più
Non sei piu quello, solamente
Sei nel colmo che l'altro infonde e sembra
entrando in sè cosi forte ecco, sembra che
da quel sè ci si separi per uscire vivi dalla trappola
Ciò che consola è micidiale. Non sei solo. Non temere, Vincent
Vedi ancora i corvi neri volare sul campo delle spighe d'oro?
Ti serviva a quello la pistola, per prendere la mira ai corvi
Un abbraccio ti avrebbe salvato Vincent
Come mi son salvato io lanciando un sasso nel laghetto
Il cerchio magico che si espande pur chiudendo
Come cosa ch'è felice cade, cade nell'acqua il sasso
E allora si diventa mantice quell'abbraccio
L'otto infinito del nastro di Moebius il mistero
Non ti hanno mica licenziato Vincent. Vieni qua!
Andiamo a ballare l'hip hop stasera al centro sociale
Mangiamo lo stracchino con le alici e cabernet
Stringimi Vincent! Ecco...vedi? mica piango

 
lontradelbosc
lontradelbosc il 17/06/12 alle 11:21 via WEB
"C'è qualcosa di infinito nella
pittura, non so spiegartelo
bene, ma dà tanta gioia perchè
permette di esprimere i propri
sentimenti. Ci sono armonie
nascoste o contrasti di colore
che senza volerlo si uniscono
assieme a creare qualcosa,
che mai si potrebbero
impiegare diversamente."
Lettera a Theo 226
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
simurgh il 17/06/12 alle 20:21 via WEB
Cara lontrathea
C'è qualcosa d'infinito in ogni cosa che amiamo. Ognuno poi trova modi suoi per esprimerlo. Credo indossiamo gli stessi occhi di bambini però, quando lo facciamo. Vulnerabili, esposti, esprimiamo con un gesto. Come una nudità che va nascosta, e allora chiudi le palpebre dentro l'esattezza del loro bordo. Chiudi dentro un abbraccio, stringi dentro un cielo con dei corvi. Costeggiamo gesti prudenti prima di compierli, esprimendo dei sentimenti. Jorio, quello che ha fatto quel disegno la, immagina che un abbraccio avrebbe potuto salvare Vincent. Ho provato a tradurlo con delle parole che mi venivano. Linguaggi diversi. Quelle sul disegno sono piu che sufficiente. "Ti vogliamo tutti bene". Basta. Parole cosi semplici, sentite, vere. "Ci sono armonie nascoste" ecco. Armonie che il gesto, uno sguardo, una parola o un'abbraccio svela."Colori che senza volerlo si uniscono". Mi piace pensare che quell'abbraccio avrebbe salvato Vincent. La precisione del bordo delle palpebre, stando chiuse, possono sognare che sia qui, che le sarebbe passata, che non sarebbe successo niente. "Ti vogliamo tutti bene" ma mica questo basta. Cerchiamo solo di sfuggire all'inferno e un'abbraccio, tante volte, salva mica.
 
lontradelbosc
lontradelbosc il 17/06/12 alle 11:30 via WEB
Van Gogh scriveva al fratello Theo:
"Tu comprendi, che io non avrei
precisamente scelto la follia, se<br<c'era da scegliere, ma una volta
che le cose stanno così, non vi si
può sfuggire. Ma, tuttavia, esisterà
forse ancora la possibilità di<br< lavorare con la pittura."<br<Lettera a Theo 585
 
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)

 
 
 
 

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