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Post n°463 pubblicato il 18 Giugno 2012 da simurgh2
Ha una faccia cosi. Non è che uno lo vedi e dici guarda che faccia da poeta che ha quello. Aleksandr Kuljachtin è nato nel 1967 a Gatcina, nei pressi di Leningrado/Pietroburgo. Versi a Pietroburgo Ho perso il mio diario. Là, sul portone, un uomo malvagio .Mi ha anche tagliato la lingua, Mi ha anche strappato gli occhi, Lui ha riso, l’uomo malvagio, * * * * Il papà insegna al figlio a non mentire e a non rubare. A scuola il figlio studia la lettera “B” dopo la lettera “A”. Il figlio, fatti i compiti, riferisce che è pronto. Nel cinema afoso preferirebbe dormire. A casa a quell’ora il letto scricchiola e scricchiola. |
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SAINKTO NAMTCHYLAK
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-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
Il materasso poggiava su una rete metallica sostenuta da parecchie file di molle per lo più arrugginite. So questo perchè io sono di una volta, e ci ho dormito in un letto così.
Succedeva che il semplice respiro, e forse lo stesso battito del cuore, creassero un leggero dondolìo che faceva cigolare qualche molla. Così non si riusciva mai a prender sonno, disturbati da quei tic tic tac, e allora si provava a cambiar posizione e perfino a trattenere il fiato, nei limiti ovviamente, per quel che si riusciva. Il cumulo d'aria trattenuta, da qualche parte doveva pure andare.
Chissà se gli capitava la stessa cosa ad Aleksandr che, poverino, forse temeva anche che papà e mamma trattenessero pericolosamente e troppo a lungo il loro respiro, considerato il persistente scricchiolìo del loro letto.
Con tutto quell'arretrato di sonno e di ansie, sfido che al cinema lui avrebbe preferito dormire.
E Nemirov? Con barba, senza barba, senza denti, mi fa una tenerezza, in piedi, seduto, steso a terra per la sbornia, dopo aver declamato una poesia. Si trovano i video su Youtube e notizie qui:
http://www.paolonori.it/argomenti/miroslav-nemirov/
Mi hai fatto fare un'oncia di buon sangue col tuo bel post, grazie!
Scricchiolano le ossa ruotando sulle articolazioni
Cigola questa idea d'essere di una volta. Una volta per tutte
Ci ho dormito anch'io in un letto come il tuo
Dormono millemilioni di persona ancora in letti simili
Il tuo ha le doghe? E quando mettevano i cartocci delle pannocchie?
Che mondo era? Che mondo è ancora questo che, dormendo respira?
Hai una tua teoria sul respiro del dormiente
Cumulavi aria per non far cigolare l'universo
Il tuo battito si accordava con quello del mondo
come il respiro degli amanti che cade dentro uno all'altra
Cigolarsi è quasi come un cinguettio con l'usignolo fuori
Ops..
Del sonno ci son distese dentro tutti i cigolii del mondo
Tutti assieme, per mezz'ora ne godrebbe John Cage
Insomma qua, scrivendo cerco un filo. Adesso ricordo
il grande letto di mio nonno Vittorio rimasto vedovo
nella camera dove dormivo assieme. Io avevo gia un letto di quelli bassi
Non ne ricordo uno di cigolii, in effetti
Forse cigolava altro dentro di me gia allora
A me piacciono questi russi qua che scrivono poesie come raccontar storie
Ogni tanto ne metto uno. Fanno ridere, mi pare
Credo sia un modo, uno stile tipico, che ritrovi anche in Cechov o Tolstoj
Tradizione insomma
Se Paolo Nori scrivesse poesie, credo, le scriverebbe in un modo russo.
Poesia senza intonaco
Nemirov è un grande
Adesso ne metto una sua qua, in un commento per conto suo
Grazie a te Lontra
Anche tu fai buon sangue!
ciao
Ah, tu, Kennedy, coglione che non vali un cazzo,
Pensavamo che eri un amico dell’Unione Sovietica,
E tu ti facevi Marilyn Monroe, cagone,
In tutti i buchi, la fiondavi, come una bestia!
E sopra il conto la fiondavi in coro,
I tuoi pederasti, ci portavi a fiondarla,
E al momento del verdetto della storia
Ti sei coperto di infamia, caprone.
Tu l’hai fiondata per ragioni di servizio,
Tu te ne sei approfittato, verme,
E qui non c’è modo alcuno di scusarti,
Rispondi, su, cagna d’un burocrate.
Una donna con un destino complicato,
Tenera, benché stella del cinema,
Che credeva in te come in un padre!
E tu l’hai presa e l’hai fiondata, figlio di puttana.
Oh, vigliacco, che tu sia maledetto!
[Inizio del 1992. Dopo aver letto, non mi ricordo dove, un articolo di denuncia al proposito, e aver provato, effettivamente, un sentimento di offesa nel petto.]
(Miroslav Nemirov, Alcune poesie in ordine alfabetico, San Pietroburgo, Krasnyi Matros, 1999, p. 15).
Avvertivo quella dimensione, almeno in queste due, del conturbante, e del come ciò produca un sentimento cupo e avido. Del come questo produca una contorta attrazione, almeno in me, per niente consapevole. Come ci fosse una luce, ma anche giochi mortali. Una luce scissa e rituali blasfemi.
In tutto questo c'è si una sua bellezza, ma non so se parliamo della stessa cosa.
La rapidità dell'esecuzione, come delle short stories poetiche, incise col bisturi. Lame affilate, ecco. Perturbanti. Il lato oscuro che si nasconde in casa. Che in famiglia non si confessa. Si rimuove e si chiude nello sgabuzzino. Almeno la prima. La seconda è piu tenera, commuovente si. A me piacciono questi russi.