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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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Post n°485 pubblicato il 24 Dicembre 2012 da simurgh2
Natività e l’elefante bianco Aspettami dicevi sto rivando l'll Sapevi che sarei tornato? Fatta di neve sul fianco di latte e garze per mani di lino negli occhi le trine i ricci per ciglia andava alla rosa diceva per dire al laghetto che trema di balena con l'll favore dei merli
Gli elefanti vanno dalle spose Tenevo fermo l'll viso per non svelarmi per non cantare fermavo l'll passo ma vibrava l'erba sotto i piedi come a dire lo sapevo e che mi scoppiavi dentro l'll cuore a rivederti e l'll foro nel collo si faceva in mille buchi e gli occhi chiari Respira la tregua mi hai detto Guarda le bestie... Senza paura la cerva e l'elefante d'argento si porta via l'll tempo che abbiamo perso nella sua memoria fedele
Alla pura immacolata foresta
La ballerina fa un passo si muove piano ci indica l'acqua Vieni dost prendimi tra le mani come fossi senza pelle Guarda come mi allarga dentro l'll candore sparso in questo amore nel buio dintorno nel fondo sull'orlo nel segno pulito Nel foro incantato viene un fremito se tocchi gli argini attraverso le mani modifichi l'll domani
Dal fianco destro deve partorire
Passo creaturale Trasfigura |
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SAINKTO NAMTCHYLAK
I LIBRI SUL COMODINO
-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
in fiori di felce e limonio
a bagno nei versi
sul mistero si solleva la veste
s'incontra la carne d'amina
dove l'avorio riluce
sul calor della terra
avviene il possesso
più su della perdita della vista
più giù dove gli occhi vedono
sole le tracce
si fa sacra ogni minima fibra
l'eterno ciclo del samsara
un canto minimo di consonanza
la danza tra corpi scossi di sintonia
ricongiunge le mani poi vola
nel taglio più bianco di luce del mondo
sigillando la vocazione
del sogno di l'll
dilata e racchiude
lo spasmo sul valico cade
si rialza poi prega
la tua voce lontana
che sa di astioso metallo
ossida ingranaggi
emboli dentro le vene
troppo silenzio
per crederci ancora
al canto minimo
che il cuore nell'aria dispiega
Le fiabe generano attesa
conducono ad una sperduta frontiera
una terra dove il sogno s'ingrippa
s'inaridisce per sete di crepe l'arsura
come un pellegrino in una landa piatta e dura
si piega al cammino controvento la sua devozione
resiste confidando nella promessa di redenzione
e su quel mistero si solleva la veste
mentre l'aria lo attraversa il pane nella sacca di iuta
si secca e l'acqua nella borraccia mentre cammina
gorgoglia e sbatte tenendo al pellegrino compagnia
e viaggiare verso una risposta che cerchi
come l'acqua fluisce verso i tipi di sete
Racchiude le costole l'anima
come dentro uno scrigno la vocazione sigilla
Ederlezi al sogno implora e congiunge le mani
poi vola
nello spazio intimo delle tue mani
come fontana colma del soffio
l'origine come fiorire, nel foro
lo slancio, ritorna l'odore del fieno
nella zolla d'aria mi tieni, suono
d'acqua,in succo d'uva rinasco alla bocca
ogni cosa bussa alla terra ad ogni passo
rinnova da qualsiasi fine i fiori nel ghiaccio
liberata, la mano leggera,come palpebra geme
Canto d'amore sa me amala oro
nel tremolio della bocca ederlezi
congiunge le mani nei seni
ti offre l'agnello, dive kerena
amaro dive gridando invoca le ali
dilata l'inizio per crederci ancora
resisti- t'implora
un'altra volta e ancora fallo accadere
rivolgi a terra l'll viso di sete, in vespro
la sacca di pane al tuo fianco
liturgia nelle ore di luce
Ci chiuderemo uno nell'altro
fiori all'altare dentro uno scrigno
Non vacillare sulle porte segrete
l'll gemito e' solo l'll peso della mia vita
sotto la tenda l'll sole non muore
Guardala ederlezi, guardala in viso
da vicino, trema, di tanta speranza
fa gli occhi chiari la veglia e ti chiama
nel grembo nuovo dell'anno che attende