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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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Amiina è un quartetto d’archi e di molteplici altri strumenti Una meccanica celeste pizzica corde nel cielo d’Islanda |
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SAINKTO NAMTCHYLAK
I LIBRI SUL COMODINO
-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
ad urti i noccioli in bocca
per non sentire l'll fuori
succhiami agli occhi la luce del fiore
nel fondo del bosco più' fondo Zute dunje
lasciati bere dalle radici nel giallo entraci ancora
più' dentro c'è un uovo nella calda sorpresa
Majka ti stringe alla vita in quell'ora
di drupa infinita rinasce l'll fuoco
al centro di casa
scivola l'll latte nel cerchio nell'uovo
nelle stesse parole nel cuore nei nervi
un piccolo bimbo risorto al tuono d'amina
sussurra in punta di piedi le dita
nei nidi cantando dostet darum
I rami conoscono parole mai dette
e allora entri nel covo
a districare le sillabe nel rovo
che si impigliarono negli occhi
facendo poi nascere fiori di luce
avvolte dentro l'albume dell'uovo
Carte veline per cose preziose
come ninive ad intrecciare dei nidi
un falco a guardia sul ramo
gli artigli a difendere il piccolo bimbo
l'elefante, la cerva prima delle api sul greto
ad ascoltare il canto dell'acqua
sussurra il suo canto ai piedi del bosco
alla sua Regina AniMagica
i primi schizzi sparsi d'amore ogni tocco
d'acqua alle narici l'll canto s'innalza
profondo intinto di rosso l'll bianco
nel bianco dell'uovo s'allarga nell'antro
discioglie le ali l'll falco si flette
distende la cerva nel rovo giu' verso
l'll centro come dita nei rami divengono labbra
le orecchie prendono l'll corpo dell'elefante
dietro la schiena l'll bambino d'amina
l'll canto dell'acqua dentro mogù
sussurra unavolta e persempre parole
mai dette negli occhi sul greto per monti
oltre ogni cosa veduta è narimi
Fuochi sulla piana stasera
La grande bubarata nei campi gelati
Cataste di rovi, steccaroti de panoce
Pinza e vin brulè dentro le narici
Circondano di dita nei polsi
le parole tue di pensieri tenerti
tra i pioppeti e le nebbie dei fossi
fiammelle fatue per te figlia del fuoco
costruire accatastando piramidi di legne
una cattedrale gotica per il canto dell'acqua
dove sgorgano cerve, lepri, ballerine e lampi
un bestiario di canti cosmogonia di sensi
di un prologo disvelato al venire irridenti
fino al centro come dita dei rami farsi labbra
e berne lo schiarire degli occhi dentro il latte
come ogni sete persegue nell'aprire la bocca
il seme che dorme sotto la terra dentro il mio corpo
in questo arruffamento verbatico che si protende a cercarti
mi smaschera come una masnada di briganti
che vuol sussurrare una volta per sempre parole mai dette
che bisogna inventare dentro un sillabario
che si fa meccanica celeste abolendo ogni sensazione del tempo
che separa l'attesa e il suo compimento
fino a quell'odore fitto di pioggia oltre ogni cosa veduta animagica pura la si posa a perenne sposa