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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

« MEMENTOI calabroni di Natale »

Il Bic nero e Keith Jarrett

Post n°89 pubblicato il 24 Dicembre 2010 da simurgh2
 

Aveva un accendino Bic nero in tasca.

Adesso ne aveva uno di un verde mai visto.

Prendeva solo Bic neri al tempo.

Stava scrivendo un saggio su Keith Jarrett.

Da tre mesi seguiva la sua tournee.

Fumava Camel senza filtro

Comprava sempre questi Bic neri.

Ogni tanto li perdeva.

Una sera Jarrett suonava a Tokio.

Era andato a sentirlo per carpirne segreti.

La mattina dopo non aveva piu il suo Bic.

In tasca ne aveva uno di un verde mai visto.

La sera prima, dopo il concerto

era stato con il tecnico del suono di Jarrett

a bere delle birre da qualche parte.

La mattina dopo prende l'aereo

In tasca non aveva piu il suo Bic.

Da Roma, una volta arrivato

chiama l'albergo dove alloggiava il tecnico.

In effetti, gli dice, aveva un accendino non suo.

Uno nero ma adesso non aveva piu neanche quello.

Ne aveva uno rosso, gli disse.

Era sicuro fosse di un suo collega giapponese.

Il suo collega giapponese aveva il Bic nero.

Vuoi l'indirizzo? gli chiese il tecnico di Jarrett.

Il giorno dopo da Roma prese l'aereo per Tokio.

Da quel giorno lasciò stare il suo saggio su Jarrett.

Il tecnico giapponese che aveva il Bic nero

era partito per Nuova Dehli, gli dissero all'albergo.

Alcuni poi hanno detto di averlo visto a Detroit

altri poi a New York, poi Londra. Berlino.

Quello che scriveva il saggio poi è morto.

Quel saggio rimasto incompiuto

ancora adesso è il piu bel saggio mai scritto su Keith Jarrett

Questa storia è una riduzione tratta da un racconto di Vitaliano Trevisan.
Uno dei miei preferiti. Della scuola di T Bernhard, Cioran e altri bastardi.
Và ad includersi nella serie dei blog "Quando sono morto"
Queste storie poi mi piacerebbe diventassero un monologo.
Un monologo che poi mi piacerebbe recitare in qualche osteria.
Staremo a vedere.

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Commenti al Post:
teti900
teti900 il 24/12/10 alle 10:13 via WEB
________________ ti è sicuramente finito in tasca, hai guardato anche in quella del cappotto?
 
 
simurgh2
simurgh2 il 24/12/10 alle 18:24 via WEB
Li perdo teti, me li chiedono in prestito e poi se li tengono ma a volte li ritrovo come ritrovo gente che non vedevo da tempo. Il cappotto l'avevo messo su per andare a firenze. Bah..
 
labirintidelcuore
labirintidelcuore il 24/12/10 alle 12:29 via WEB
Che bello trovare Keith Jarrett dalle tue parti! a me non serve l'accendino, ma perdo invariabilmente molte altre cose...ciao Terri
 
 
simurgh2
simurgh2 il 24/12/10 alle 18:13 via WEB
Jarrett è un'icona inamovibile, un punto certo nella musica in assoluto e, del jazz. Di Bic io ne ho sempre due o tre in tasca. Ci son giorni che son capace di perderli tutti. L'accendino che passa di mano è una metaforaa che mi piacerebbe sviluppare. Cose che si perdono, amori, accendini, biancheria intima, bagni schiuma, maglioni, spazzolini da denti, soldi, lettere, sentimenti, natali, gatti e cani, le chiavi di casa, gente che muore. Ti ho perso.
 
   
labirintidelcuore
labirintidelcuore il 24/12/10 alle 19:35 via WEB
Mi hai perso?????
 
poetella
poetella il 24/12/10 alle 14:59 via WEB
quando trovi l'osteria ok..avvisa che ci vengo

anche se è a Calcutta...

o a Timbuctù,

o a Samarcanda o al Polo Nord. O anche a quello Sud, va. Sì. Pure.

Tu avvisa, che io ci vengo. A sentirti. E fan cul a tout le monde

 
 
simurgh2
simurgh2 il 24/12/10 alle 18:19 via WEB
Non è un problema trovare un posto per raccontare storie e farne un intrattenimento. Il problema è piu del tempo, del mettere assieme il materiale, provare e riprovare, mettere su un minimo di coreografia, delle musiche e altro che ci va dietro. Visto l'entusiasmo poetella potrei raffazzonare su qualcosa e metter su una prova, a veder come viene e, sempre per quell'entusiasmo, tu sarai la prima.E fan cul a tout le monde
 
SoBBona
SoBBona il 25/12/10 alle 11:18 via WEB
Se vuoi ti passo mio figlio per il monologo..è un attore ahahah:-DD Buon Natale a te ed a tutti il tuo blog Marina
 
 
SoBBona
SoBBona il 25/12/10 alle 11:18 via WEB
* tutto
 
 
simurgh2
simurgh2 il 27/12/10 alle 14:18 via WEB
Un monologo è figlio di sè, dell'attornuncolo che uno alleva dentro, del suo corazzato e tronfio narciso, dell'amore per le storie e del narrare, per la naturale inclinazione per la madre, qualunque madre piu del figlio, che poi gli attori lo facciamo tutti e tutti i giorni, checchè se ne dica recitiamo la nostra vita da uno spartito che ci è stato consegnato dal mito, dalla stirpe. Non facciamo altro sobbona, almeno credo. Figurati se rinuncerei a questo trionfo dell'ego, all'autocelebrazione masturbatoria, alla consacrazione mistificante dell'io. Dovrei avere tanta di quella roba da fare per consegnare ad un altro ciò che amo. Come passare una donna che ami ad un altro perche tu ne hai troppe. Fa conto
 
SoBBona
SoBBona il 27/12/10 alle 15:34 via WEB
Il mio commento era ironico...te l'ho spiegato in pvt:-) Buon pomeriggio a tutti.-)
 
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