Invidio il ventoma anche no |
AREA PERSONALE
TAG
MENU
I MIEI BLOG AMICI
- Suggestioni effimere
- la finestra
- N u a g e s
- La Donna Camel
- RUMORI SECONDARI
- surfista danime
- ALABURIAN
- parole imprigionate
- Lettere dal delirio
- ... ININ-FLUENDO ...
- LUNA DI MARMELLATA
- Il Gioco del Mondo
- In punta di piedi...
- Mondo Jazz
- InsonniaCreativa
- hasard et nécessité
- Io e Sara
- LUOGHI PERDUTI
- odeon 3.0
- Nuda
- Esercizi di memoria
I MIEI LINK PREFERITI
ALMOST BLUE-CHET BAKER
"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
« La foresta dei pugnali volanti | Lo spumante svampito » |
Post n°94 pubblicato il 29 Dicembre 2010 da simurgh2
Perchè io, nella mia vita, gli sbagli che ho fatto Ogni tanto mi intento un processo. Come ieri sera, seduto ad un tavolo al Foster, nella sala dove ci sono le macchinette. Cerco di colpevolizzarmi, di mettermi alle strette, di richiamarmi ad una coerenza di valori e onestà esistenziali. Sono sensi di colpa, di sconforto per quel che si è. Così gli do voce ogni tanto a quel mio super io cosi poi me lo cavo dai maroni per un po’.
L’USSARO Pensi di farcela sempre? Vecchio Ussaro bardato d’uniforme attillata, la spada alla cintola, i galloni d’argento, i bottoni dorati, le medaglie di tante battaglie, pensavi che la fortuna t’avesse reso immune da ogni condanna? Un Ussaro che aveva commesso i suoi piccoli misfatti in tempo di pace. Un Ussaro nei tempi moderni. Pensavi di avercela fatta una volta per tutte? Pensi non ti succederà mai niente? Che nessuno se ne accorga prima o poi? Pensa solo se qualcuno verrà a bussare alla tua porta per chiedertene conto? Pensa solo vecchio vigliacco, pensa solo alle infinite miserie dell’animo umano. Confessa ora, millantatore di una genia di orgogliosi guerrieri, confessa di esserti imboscato nelle loro fila. Pensa solo se verrai scoperto. A te hanno sempre perdonato tutto, impertinente ruffiano. Scrivevi poesie quando gli altri sguainavano le spade nei campi. Facevi la parte dell’ispirato alla corte delle muse. Ora abbassi la testa Ussaro? Provi vergogna? Ancora una volta ti prostri, ti addolori, dici che in fondo erano piccole cose, misfatti infantili, puerili fastidi? Ti porteranno davanti agli altri guerrieri. Non credo te la possa cavare con un “Oste, porti da bere per tutti”. Prima o poi ti avrebbero scoperto. Sei un impostore. L’hai sempre saputo, mio vecchio Ussaro imboscato. Non aver realizzato nulla e morire sfiniti eh? Almeno non hai generato figli, almeno. Almeno di questo quei figli te ne saranno grati.
|
https://blog.libero.it/simurgh/trackback.php?msg=9682378
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: Daniela Raimondi
il 06/12/2019 alle 16:11
Inviato da: Lorenzo
il 13/10/2017 alle 01:18
Inviato da: emma01
il 18/04/2017 alle 16:53
Inviato da: lontradelbosc
il 08/04/2017 alle 21:28
Inviato da: çok güzel oyunlar
il 01/12/2016 alle 20:30
SAINKTO NAMTCHYLAK
I LIBRI SUL COMODINO
-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
E' uno dei suoi loop<r> l'inesplicabile narrare
dire, ognuno la sua verità,
che si deve far sapere, del come sono andarte le cose, del come le cose siano solo il nostro sguardo su di esse e il nome che alle cose conferiamo, anche se condiviso, luogo comune, le cose non hanno verità e noi solo la nostra, parziale eppure cosi preminente e soverchiante, tanto da lacerare inutilmente, come fossero verita che intendono solo inutilmente infierire, come un bisogno potente nel volerla dire, la nostra perchè l'altro venga a sapere e poi scopri che era meglio tacere, resistergli, lasciarla dove stava, dove magari è stata per anni, come un segreto solo tuo che dovevi accudire e capire che la verità, il come sono andare le cose, non sempre è giusto farle sapere, del come le sai te te le puoi tenere. Non te l'hanno chiesta, nessuno è venuto a bussare, ne ti ha implorato, allora taci, non dire niente ma è difficile resistere a questa impellenza che la verità di ognuno reclama, che non puoi trattenerla, che senti fa male tenerla solo per te e allora vien spiatellata e uno la spiattella come fosse portatore della parola divina, appaga il suo ego malsano, narciso di saperi e segreti oppure di malcontenti, portatore sano di inutili offese, di smacchi gratuiti. Tacci, non dirle le tue verità. Nessuno le chiede, nessuno ha chiesto di sapere. Ma loro non sapevano, non potevano chiedere potrebbe dire quest'uomo che pensa che è giusto dirle le verità e quelle verità poi ti ribaltano la vita. "Si trasformano in riconoscimento" ecco si, di questo spesso si ha bisogno, di sentirci dire si hai ragione. Io la darei gia prima la ragione che vuoi, purchè certe volte tu sappia tacere. Non è del mio riconoscimento che hai bisogno
Urca, ho fatto una tirata! Ho mescolato prime e terze persone. Per uno che viene a leggere potrebbe pensare forse che io ce l'ho con te. Mi infervoravo sul concetto di raccontare come deformazione del reale che sottolinea Javer Marias in quel libro e in altri.
Ti sono grato lady oh oh per averlo cercato, per la citazione, per il tempo e l'interesse che mi hai dedicato
E' un discorso complesso questo del voler a tutti i costi dire quando l'altro niente ti chiede.
A bientot