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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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SAINKTO NAMTCHYLAK
I LIBRI SUL COMODINO
-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
"In alcune delle più remote e disabitate zone dei monti Appalachi, i bambini crescono ancora ascoltando canzoni e locuzioni dell’epoca elisabettiana"
Crescono ascoltando un'altra lingua adesso da allora, poco male si dirà e lo dico anch'io. Non è questo. Non tento neanche operazioni di recupero e di nostalgia di stampo leghista o retrò.
" Dovreste fare tesoro per tutta la vita della lingua della vostra infanzia, qualunque essa sia stata" dice
Quella lingua, la sua forma dialettale, quel suono che produceva, l'eco ed i rimandi emotivi ecco, ci sono affezzionato, le radici, l'heimat, l'identità. Tutto questo patrimonio, geografico e delle genti ormai pare patrimonio ideologico della lega ma non è questo che mi interessa dire.
Vonnegut dice".. do l’idea di essere in tutto e per tutto una persona che viene da Indianapolis, che è ciò che sono. " Ciò che sono è luogo, spazio, terra dove son cresciuto, un paesaggio. Nomino spesso il fiume su quel che scrivo. Il mio dove son cresciuto. E' un richiamo atavico ed ancestrale quasi. "Che alternative ho?" Vonnegut si chiede. Un'omologazione che pare inevitabile e forse è anche buona cosa, omologazione in senso di globalizzazione e, ed è quel che penso di "inglobalizzazione" però. Bah, mi colpiva perchè, ultimamente sono attratto da quegli scrittori che hanno una chiara identità territoriale e che cercano espressioni ed idiomi che ci stiamo dimenticando, di un parlar semplice in fondo. I tipi che mi citi, che conosci sono una rappresentazione di un fenomeno e delle resistenze che puo produrre un conservatorismo retrivo. Io non so neanche dire bene quel che intendo. Leggendo quel pezzo di Vonnegut mi è venuta su una roba che a a che fare con la malinconia piu che con la nostalgia. Ho preso quel pezzo la e lo messo qua. Nella foto piccola, che mi vien da ridere, ho le ali come Vonnegut e se clicchi si ingrandisce. Ciao
Qui non vorrei vivere dove vivere
mi tocca, mio paese,
così sgradito da doverti amare;
lento piano dove la luce pare
di carne cruda
e il nespolo va e viene fra noi e l'inverno.
Pigro
come una mezzaluna nel sole di maggio,
la tazza di caffè, le parole perdute,
vivo ormai nelle cose che i miei occhi guardano:
divento ulivo e ruota d'un lento carro,
siepe di fichi d'India, terra amara
dove cresce il tabacco.
Ma tu, mortale e torbida, così mia,
così sola,
dici che non è vero, che non è tutto.
Triste invidia di vivere,
in tutta questa pianura
non c'è un ramo su cui tu voglia posarti.