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(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
« In fondo era stata lei (I parte) | VITASNELLA TI FA' VENIR... » |
Post n°117 pubblicato il 16 Gennaio 2011 da simurgh2
Questo ti po di percussione si chiama Hang Il posto è un cocktail bar del centro. Alle 9 s'era detto. |
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SAINKTO NAMTCHYLAK
I LIBRI SUL COMODINO
-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
non credo:)
senti questa se ti piace:
Persino nel suo silenzio c'erano errori linguistici. (Stanislaw Jerzy Lec)
lo so non è nuova, l'ho scritta anche ieri da jezabels, ma mi piace:) è un paradosso che zittisce anche chi dice che il silenzio è comunicare e sono d'accordo ma non mi piace quando si dovrebbe dire e invece si tace.
certo che se uno/a dice a l'altra/o tace mi adeguo, ma non mi piace.
in fondo era stata lei, ma la pelle è la pelle! se a pelle non ti piace che faI? se a pelle non ti piace non ti piace neanche più per quel che ti piaceva. finito, basta, addio, peccato (ma anche chi se frega, tanto non ti piace!) ciao, SIMURGH, buona domenica:)
Questa si mi piace proprio.
Stare in silenzio richiede una grande armonia, con un altro intendo. Una pace, come un accordo mistico, una sintonia spaziale. Silenzio è tacere, ascoltarsi, ascoltare il mondo.
A proposito hai sentito che l'asse si è spostato e che i segni zodiacali han subito delle variazioni? Io non ne capisco niente ma vuo dire che adesso son diverso da prima?
In silenzio si puo anche stare. A me una cosa che piacerebbe sarebbe dopo aver fatto all'amore ma c'è sempre, pare, questo bisogno di parlare che a me piuttosto vien da venire su e andar a mettere su una pasta, piuttosto.
Il silenzio è terrificante se devi star la ad attribuire significati a qualcuno che non gli vien da dire. Non piace neanche a me. Gran disagio, proprio, gran.
Tu pensi che, in fondo era stata lei era questione di pelle. La pelle c'era anche prima. Si erano visti ancora e lui sembrava gli piacesse no? Aveva fatto di tutto per incontrarlo. A quel punto la pelle non c'entra piu. C'entra qualcos'altro
Non è neanche tanto volessi attribuire qualche significato. Mi pare cosi complesso e tante cose non si sanno. Era piu cosi, come volessi una nota, trasmettere una sensazione, alla fine, quando loro due si allontanano cosi, una musica, una canzone, un bandoneon, un'altra ustione.
He he si, tanto è vero. Non so se mi piaceva. La storia non è vera. Non è successa. Mi incuriosiva una cosi. Il segreto che si era portata dietro, il suo non dirmi niente. Beh, lui si mi è verosimile ma lei è enigma. Dell'amore non si sà niente.
Ecco, a questo punto vado qua a fianco e clicco l'avvio di Almost blue di Chet Baker. Mi da questa sensazione del silenzio a cui aspiro. Lui lo suonava il silenzio. E' cosi che vorrei
Buona domenica, và.
Credo in questo mezzo che è la narrazione di sè come strumento di cura. Ne accede piu facilmente chi ne possiede strumenti, l'inclinazione al fantastico, capacità di astrazione.
Mi vengono in mente Murakami o Javer Marias. Gente che quando si mette la non sa cosa andrà a scrivere. Non ha una trama. Altrimenti si annoierebbero, dicono, aver gia tutto predisposto. Cosi è per molti nella vita. Altri invece hanno bisogno di contenitori, di qualcosa che li rassicuri, che schematizzi e predisponga. Quotidianità metodiche dunque.
Sui personaggi che uno sceglie direi che in ognuno c'è dell'autore. Attraverso loro parla anche di sè, C'è il suo modo di vederli almeno, la sua angolatura.
Che casino devo aver combinato. Boh, vediamo. Grazie donnacamèl
A volte puo' esser stata Lei. Ma anche... Lui.
C'è una seduzione sottile che passa attraverso dei riflessi di luce che ci creiamo e che brillano. Brillano a tal punto che resti lì: abbacinato. Ti senti preso, ammicchi con lo sguardo, ti lasci trascinare, i presupposti in fondo, posson esserci: la solitudine dei sensi, piu' che il cuore, che si fanno prepotenti: vuoi capire fin dove spingerti presupponendo dinamiche tali proprio in tal senso. Particolari, anche apparentemente minimi, fanno decidere di finire così una serata che si prospettava appagante, in una semi-autonomia dei gesti in quel..rituale che si fa automantismo. Quasi patetico.
Ma...ma la decisione di farli desistere e non continuare a schermarsi di ovvieta', ha restituito loro quell'andar via da quella chimica fatta di pelle che alla fin fine, non è mai sbocciata.. in maniera quasi come un sollevarsi, ecco. Piu' in lei, che in te. (Ma anche no.)
E' la cosa che piu mi parla di te. Le parole che anche piu sintetizzano il senso narrativo. La solitudine dei sensi, la loro deprivazione che, non in tutti ma in certi si fà prepotente e annicchilente
Non c'era un senso preciso, volevo trasmettere una solitudine, un suono, come quell'Almost blue qua a fianco di Chet Baker. Poi ne escono cosi un sacco di spunti ma anche di interesse che mi si mostra e scalda. Una sorta di gratitudine è inevitabile.
C'è una seduzione sottile che passa attraverso dei riflessi di luce che ci creiamo e che brillano Anche questo trovo molto espicativo e determinante. La seduzione sottile che, inevitabile s'innesca. I riflessi che vogliamo propagare e poi cogliere, si. Inevitavile il ricorso al desiderio e la seduzione è la chiave d'accesso. Un bisogno che ottunde e che può impaurire. Siamo colmi di ripensamenti e di rinunce preventive. Un super io prende il sopravvento e ci governa. Il conseguente conflitto ha molti volti e, tutti ci abitano.
Grazie Nues. Molto belle le tue osservazioni. Bisognerebbe star qua a filosofeggiare ma anche no, vero.