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Post n°147 pubblicato il 14 Febbraio 2011 da simurgh2
La Margherita è una storia di Tiziano Scarpa. Questa è una libera riduzione e adattamento. I disegni sono di Enri Bilal: un mostro sacro per me. Stò aspettando un bambino. Mica ci pensi al parto finchè non stai in cinta e la pancia è vuota. Lui non mi terrà la mano in sala parto. Voleva abortissi. L’ho mandato a cagare. Ci vuole coraggio anche per essere vigliacchi., ho scoperto di seconda mano. Sono andata a vedere la partita di rugby domenica scorsa perché è uno di loro che vorrei come padre del bimbo che aspetto. Sogno di giocare e mi immagino in spogliatoio con loro, rispettata come una alla pari, un’ala veloce e guizzante. E’ cosi che ho scoperto che anche i maschi sanno partorire, li ho visti, sgravano all’aperto. Immagina piu di un quintale di carne buttata per terra, è cosi che fanno i padri partorienti, si ammassano, uno sopra l’altro, in un mucchio e stanno fermi un po’, schiacciati finchè si irritano e allora si divincolano dalla catasta come se il nascituro spingesse da sotto. E cosi il mucchio esplode, si sfalda, sboccia con petali da quintale, strappano via dalla corolla e ognuno se ne frega degli altri, lavora per sé, l’importante è estirparsi dalla catasta. Non c’è collaborazione, non c’è un metodo e nessuno da direttive, sembra un casino. E’ una confusione che fa parte del travaglio maschile. Cosce, avambracci incastrati in cumuli vengono disincagliati a strattoni affondando i tacchetti sul collo di chi capita e l’altra scarpa sulle pancie di chi è sotto. Come un grande ventre si staccano le doglie teste toraci braccia e gambe, si rimettono in piedi uno alla volta e trottellano via zoppicanti. Il numero 22 dava sempre un’occhiata da steso riaprendo gli occhi dopo la mischia al paesaggio. Due testuggini da venti schiene si formano e impattano incastrandosi tra loro ma un solo uomo come un trattore, trascinerà la mischia lontano dalla margherita. Poco dopo trasformerà un calcio piazzato in mezzo ai pali. Erano in vantaggio di un punto adesso e la coppa la sentivano gia in mano. L’allenatore a bordo campo con la cicca spenta in bocca esultava. Succede che all’ultimo minuto un avversario si fa largo e corre agile scansando i piloni con il suo uovo di cuoio tenuto al petto. Alza lo sguardo e vede la faccia feroce del 22 che sapeva l’avrebbe steso e maciullato come una busta di grissini schiantata da un pugno. Aspettava solo l’impatto e tenta un’inutile finta e poi sente le sue gambe che corrono ancora e gli pare impossibile ed è cosi che va a mettere l’uovo oltre la meta. Si gira e vede il 22 ancora fermo dov’era che si accuccia ad accarezzare qualcosa. "Un uomo cosi, ecco, uno cosi è quello che voglio” dice la donna incinta di otto mesi. Un titano che sprizza rabbia e sudore, un bestione romantico . Ma perché gli uomini che difendono le margherite alla fine della partita non vengono in tribuna a domandarmi come mi chiamo? O che è tutta la partita che mi tengono d’occhio e che hanno giocato soltanto per me. Ho protetto quella margherita per venirtela a portare. Robe cosi…mai.
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SAINKTO NAMTCHYLAK
I LIBRI SUL COMODINO
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-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
Giulio se ne stava lì, seduto sul ciglio della strada, con la testa della Margherita tra le mani. >br> La guardava, preso dai suoi pensieri, mentre il sole caldo di aprile cominciava a cadere dietro le montagne, a ovest.
Ogni tanto afferrava uno dei bianchi petali e, tirando, diceva piano:
- ... m'ama.
Poi tornava a guardare nella direzione dell'orizzonte, senza che davvero stesse vedendo qualcosa.
I suoi pensieri. Quelli erano tutto.
Finché non tornava alla sua Margherita e, afferrandone un altro candido petalo, lo tirava via da quella testa morta, sussurrando:
- ... non m'ama.
Era un romantico, Giulio. In paese lo sapevano tutti. Avrebbe intrecciato le dita solo con quelle della sua fidanzata di sempre. Avrebbe guardato un tramonto solo perso tra le sue braccia. Avrebbe respirato un bacio solo dalle sue labbra. E invece...
- ... m'ama.
Invece era lì, seduto su quello stupido ciglio, a sfogliare la Margherita, frugando tra i suoi pensieri, cercando un perché, un motivo, una qualsiasi cosa che potesse confortarlo, oltre a quell'inutile
- ... non m'ama
frutto di una disperazione troppo grande per poter essere capita.
Quando giunse la gazzella dei carabinieri, Giulio si fece portare via senza opporre nessuna resistenza.
Disse solo:
- ... m'ama.
Nella bocca della Margherita erano rimasti attaccati alla loro radice appena quattro molari.
Cliccala. A me, ogni volta che sento margherite mi viene in mente questa canzone che è di uno struggente per me, ma di uno struggente.
grazie, ma lo sai che io sono una donna arida, oltre a tante altre cose:))
tu piuttosto___ ti stai illanguidendo?
innamorato?
____ beh, speriamo che sia l'ultimo!
(nel senso che duri a lungo, non nel senso della canzone)