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Mediterraneo

Post n°160 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da simurgh2
 
Tag: poesia

Lune a spicchi d'oriente

Immag0029

Sainkho Namtchylak - runnin tapes

Quando l'ira si mostra
non sorge ma esplode
Pallottola che parte
declama l'impatto
la furia cieca, maestosa
l'urlo di rabbia
il fiotto di sangue

In quel grumo di strazi
come pure di un piu nascosto piacere
la caduta di un dittatore
l'idea di una società piu giusta
che la rabbia si plachi
che il futuro dei figli
non sia un gregge di pecore

Ordine e disordine
immutate categorie umane
lottano contro i mostri
che infestano le nostre teste
e se poi scrivi una sentenza
sarà solo contro noi stessi
Colpevoli, in ogni modo.

Che abbiano da volare
i neri corvi di Van Gogh
sulle messi di grano
e nel vento dei tiranni
ma ogni passaggio dell'uomo
include la morte, lo sperpero
l'ira, la rivolta, l'assassinio

da "Poesie che ti vengono bevendo il caffè. Ma che accendi la tv a fare?" di simurgh

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Commenti al Post:
MUCHACHA8
MUCHACHA8 il 27/02/11 alle 11:28 via WEB
accendere la tv e' come vedere un po' alla volta un pezzo di noi che muore.Il mondo e' color rosso, ma il rosso del fuoco poco meno ormai il rosso della passione_ Beso_ Jiulian
 
 
simurgh2
simurgh2 il 28/02/11 alle 15:01 via WEB
Accendila per vedere gli altri morire. Io sono gia morto.
La passione non ha colore. Il rosso è un'invenzione
Simbolo, oracolo, cataclisma. Fuoco nero se bruci un pozzo.
Rosso è un sentire, la percezione che incendia
Il desiderio, la furia, l'amplesso carnale
Poi mi vien da ridere a dire ste cose. Ma chi mi crede?
 
placebo.ma
placebo.ma il 27/02/11 alle 11:34 via WEB
La tv appena sveglia è quanto odio di più, invece leggere delle bere parole è l'deale. 'Running tapes': musica a me sconosciuta ma bella. Grazie Simurh.
 
 
simurgh2
simurgh2 il 28/02/11 alle 15:10 via WEB
Non svegliarsi, a questo aspiro. Intorpidito vagare nella costruzione di suoni, di effetti, di parole dismesse, di colori incipienti. Odiare è un sentimento a cui esercitarsi. Uno puo iniziare dalla tv. Poi tutto si srotola, non serve, si dissolve e riprende. Siamo fatti di fibre che agognano l'amore, di tendini che si protraggono nella battaglia, di muscoli che si sciolgono nell'abbraccio, di nervi che vanno placati. Sainkho Namtchylak, quella che canta, proviene da un mondo di alieni. Son belli anche quei due video che hai messo te. Grazie placebo
 
placebo.ma
placebo.ma il 27/02/11 alle 11:35 via WEB
Le parole si 'bevono' insieme al caffè...
 
teti900
teti900 il 27/02/11 alle 11:55 via WEB
niente
zero assoluto
vuoto cosmico
nero totale isolamento forzato

si sente
si avverte
è presente
continuo
assordante

si tocca
strazia
offende
uccide
non cessa

ha divorato
smembrato
annichilito
snaturato
violentato

e io resisto
non mi arrendo
a essere io la tv
di qualcuno
o il suo zapping

mi incaponisco
ognuno ha le sue
brutte storie
da raccontarsi
se vuole

c'è di peggio
e c'è di meglio
fosse solo un attimo
lo cerco
lo attendo

dei buoni motivi
per piangere
ci sono
farlo insieme
pare impossibile

anche ridere
pare difficile
ma val la pena (già la pena___ è sempre a mezzo sta pena!)
almeno
provare

spezzare
in compagnia
buona compagnia
un pezzo di pane
e poi dormire_______

ps anche il vino, e le sigarette (scusa simurgh, ci provo ma me e la poesia siamo nemiche:( a me il caffè non fa mica quel bell'effetto che fa a te__ che invidia!)
 
 
simurgh2
simurgh2 il 28/02/11 alle 15:22 via WEB
All'isolamento bisognerebbe concedersi con gaudio. Il vuoto cosmico un'aspirazione da maestri tibetani. Quel rumore poi dovrebbe placarsi, distendersi come un pelo accarezzato, arrendersi alla sua inutilità se non si arrende al silenzio. Cosa vuoi farci teti, siamo molteplici no, capaci di questo e di altro, di ridere, di piangere, di tirare sassi o baciare labbra, di stare in silenzio o gridare, di mangiare pane tagliandolo assieme ma anche digiunare, come il pellegrino, dovremmo imparare. Dormire mescolando i sogni con chi si è steso a fianco, stare svegli e fare altro. A te la poesia non è nemica. Poesia non vuol dire niente. Sei tu che puoi dire e dirla vivendo
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
S. il 28/02/11 alle 14:06 via WEB
Leggi il titolo, Mediterraneo... ed è come riconoscere una sorta di debito verso quel mare. Non saprei come dire, ma è come se l'acqua lavasse, purificasse e con reverenza e abbandono, ascoltarne la voce.
 
 
simurgh2
simurgh2 il 28/02/11 alle 15:29 via WEB
Mediterraneo, un mare che di noi non sa niente. Fà il mediterraneo comunque, fà quel che deve il mare. Appartiene all'astrazione e alla simbologia che l'uomo gli affida per ritrovarne o attribuirne un senso. Un luogo dove intrecciare storie, vivere e morire, edificare per poi distruggere. Un bisogno mistico insopprimibile proietta e ammorba di sacralità le acque che congiungono e si disperdono, che fluiscono in orizzonti e s'incontrano cieli. Noi siamo il nostro sguardo, la voce ci ammalia. Non ci resta da fare altro. Il possibile che ci è concesso. Qualcuno ci prova anche con l'impossibile, qualcuno ce la fa. Io non ce l'ho fatto neanche con il possibile ma ci riproverò
 
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-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici 

 

Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)

 
 
 
 

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