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« 271 morti in due tre poseChi resta alla fine »

Non ho mai messo su un teorema,

Post n°165 pubblicato il 02 Marzo 2011 da simurgh2
 
Tag: poesia

Music by Zazou/Budd
ma la tromba è quella di Miles Davis

Non ho mai messo su un teorema,
una struttura cartesiana,
un congegno che mi dica
quel che penso e sono.
Non mi viene. Non mi suona bene.
Allora vago in uno spazio ristretto,
luogo angusto che mi è stato rassegnato.
Ci vado a mani nude, le dita spellate.
Ci vado incontro cosi a quel che resta.
C'è uno sfinimento in questo posto,
sfinito dall'infinitudine di congetture.
Sfinito da un vuoto inespugnabile,
da questo incessante andirivieni.
Cazzo avranno da andar su e giu, tutti?
A parlare si da solo adito ad incomprensioni,
dal destino, dalle mie prigioni.
E da imprigionato a sprigionato il passo è breve.
Sprigiono in questo spazio contradditorio
e quel che sembrava sfinito si riprende
come dopo una bibita ghiacciata dissetante
comprata in un chiosco sulla litoranea in un giorno d'estate.
Star la a fare tutto un lavoro per rimettere insieme
ciò che per sua natura si disperde e frantuma
come un caco che si squaqquera
ricompattare, cercare nel disperdersi la coesione
per avere la sensazione di una coerenza, di una ragione
che sennò la gente sta mica bene senza un senso
che va a finire che sennò si accorge
della breve stagione, della misera illusione.
Poi, a questa cosa, le danno il nome di coerenza.
Fa star bene, uno si sente a posto, si rimette insieme.
L'anomalia non deve comparire
nessuno vuol sollevare i propri coperchi
mostrare che  neanche sa di avere
che neanche parlarne vuol sentire.
Ciò che per sua natura, di noi si disperde
le mille cose che ci accadono sempre
e sempre si ripetono piu o meno
quel cercare di rimettere insieme
costruire ponti, collegamenti, congetture
dare coesione, appunto, trovare un senso
io la sera li faccio saltare, uno a uno
e riprendo da niente, dal di qua del ponte crollato
E' che bisogna pur perdere tempo
La testa non sta ferma un secondo
bisogna riempirlo in qualche modo
C'è chi si compra La settimana enigmistica
e stordisce il presentimento e il senso di mancanza
riempie l'attesa, la delusione, la frammentarietà.
Secondo me è perchè si tromba poco.

Che avranno da prendere pan per focaccia?

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Commenti al Post:
teti900
teti900 il 02/03/11 alle 11:38 via WEB
sì penso anche io che sia perchè non si pratica la grammatica, ma su tutto detesto chi scrive per dire che è inutile farlo e ancor di più leggerlo.
e allora alla terza volta che la mena, lo accontento.
sparisco così è felice e io per lui/lei.
ecco.
e fanno due!
 
 
simurgh2
simurgh2 il 02/03/11 alle 18:46 via WEB
Beh, potresti aver ragione a pensarla cosi. Ho riletto:
"C'è uno sfinimento in questo posto, sfinito dall'infinitudine di congetture. Sfinito da un vuoto inespugnabile, da questo incessante andirivieni. Cazzo avranno da andar su e giu, tutti? A parlare si da solo adito ad incomprensioni,"
E' questo no? Mi riferivo al posto dove stavo, "Allora vago in uno spazio ristretto, luogo angusto che mi è stato rassegnato. Ci vado a mani nude, le dita spellate. Ci vado incontro cosi a quel che resta.
Non so se sono convincente però non mi riferivo allo star qua nel blog e in libero. Va ben dai.
 
placebo.ma
placebo.ma il 02/03/11 alle 19:25 via WEB
La gente, la maggior parte delle persone non tollera l'anomalia, ciò che è diverso infastidisce, obbliga a pensare, farsi domande, mettere in dubbio certezze, ecco che vacilla il senso e la coerenza che si dà all' esistenza, ma in fondo la vita, quella comune, quella tranquilla, è fatta di pezzi da tenere insieme con la colla della quotidianità, con l'adesivo dei compromessi e della razionalità...e si forse alla fine si tromba poco.
 
 
simurgh2
simurgh2 il 03/03/11 alle 11:15 via WEB
L'anomalia scardina, sortisce. Ci si tiene al riparo, non si vuole sapere. In fondo anch'io, con quello che sono andato la a scrivere, mica sapevo. Magari solo vedere che ne usciva fuori. Mi pongo domande per darmi un tono e non cerco di rimettere assieme cio che ogni giorno si frantuma. Penso ci siano delle cose che vanno a coesistere, che si incastrano da sole. Cose che seguono il loro verso, che gli vien naturale. Altre cose no. E le senti che non ne hai voglia, che son smaronamenti a star la a dare a tutto un senso, una coesione. Come lo stare assieme per la paura di restar soli. Poi mediare ad ognuno gli tocca.Compromessi dici, si. Si perseguono forme di adattamento, l'evoluzione della specie. Poi sembra che faccia filosofia ma non è mica vero. Conosco parole, concetti, mezze opinioni e allora sto la a metterle assieme e mi vengono fuori delle robe. In fondo è l'astrazione che cerco, la contraddizione. Ogni volta parto dal caos per giungere a qualcosa. Una sorta di brainstorming. vado per tentativi e correzioni. Mi piace come l'hai vista te quella roba. In fondo è cosi, in questa tua sintesi. Che io bisogna che mi perda per dire alla fine oh, son qua. Che se uno troma si fa meno pensieri e, quelli che si fa, son anche piu belli.
 
pipistrella1970
pipistrella1970 il 03/03/11 alle 07:43 via WEB
Bel pezzo da leggere tutto d'un fiato con la tromba di Miles Davis che io adoro in sottofondo,secondo me la gente che hai descritto è gente molto sola, per questo si confonde,si rassomiglia,si unisce l'uni agli altri per poi allontanarsi di nuovo... un caro saluto, A.
 
Eulalie2
Eulalie2 il 03/03/11 alle 19:37 via WEB
Che avranno da prendere pan per focaccia? Che avranno da stare nell’attesa ?Attesa di cosa? Che qualcuno venga a tirarmi fuori da questo buco che mi opprime, sento Alda che grida” spazio spazio voglio tanto spazio, per dolcissima muovermi ferita ,datemi spazio “e gratta con le mani , impreca urla……. poesia che mi salva. Danno affronto ma anche no, spiraglio arricchimento assioma che si converte in un’anomalia. alzo il coperchio , lo so non si fa ,me ne fotto, un senso ,voglio dare un senso al mio spazio ,illusa e incoerente…………………………bisogno primario «La musica e la vita sono solo questioni di stile.» Miles Davis
 
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