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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
« La guarnigione | Pisoera, stazioni radio e dj » |
Qua, il presunto poeta, si fa prendere da un testo, da un dir quasi niente, e allora, anche lui vuole dire la sua su qualche stazione meno nota, ma dove poi, ogni andare partire per poi tornare, transiti di pensieri che hai nelle stazioni e non ti vengono uguali al bar o al supermercato, ti vengono la, dove ci sono i treni e qualcuno che ti aspetta, qualcuno che resta quando poi tu te ne vai
Bratislava
"Ora puoi stringere il dono dell'istante, al caffè della stazione,a Bratislava, nell'ora dubbiosa che mescola i treni e divide,l'arrivo il partire,la sosta l'addio, l'attesa il ritorno,quali stagioni trattieni alla mano, senza smarrire il peso del giorno, vasta misura di brezze penombre, luci fragori,minuti frontiere, solo più largo lo spazio fra i gesti, morbido e lento il vagare dei treni, lasco e cedevole il ferro dell'ora , il sole raggiunge vagoni del sonno, tocca in silenzio le ruggini quiete, varca gli asfalti al risveglio, celebra calme stanchezze d'estate"
L'autore è Giovanni Catelli. Comparso su "La lettura", il domenicale del Corriere della Sera. "Un romanzo in cento parole". E' Bratislava, ma lo puoi scrivere in qualsiasi stazione ferroviaria.
Stazioni
Ci sono istanti che disseminiamo
in stazioni di transito, luoghi-non luoghi
Senza una biglietteria, uno sportello
Neanche il baretto della stazione aperto.
Il tuo corpo pare aver un peso inesplicabile
e ogni gesto che compi pare portarti
sul punto di prima e ogni suono assorbirsi nelle ossa
lasciandoti quel straneamento, l'annuncio di un'assenza
Una musichetta da un autoparlante
messa da chissà chi, pensando allieti.
Panni stesi, due binari, una panchina
L'aria ferma sul piazzale, desolata. Lei è andata via
Pensando a tutte le ragioni che inducono un ritorno
In quella luce che ti pare farsi strana, transitabile
e guardi quelle cose che sosteranno la ancora, dopo di te
per qualche ragione che dovranno presidiare e resistere
Ci si può salvare riconoscendo dei dettagli
Sei la solo ormai, quando sali. Ed è estate.
Fissi il punto lontano delle rotaie lucenti sulla sera
Senti ancora i suoi fianchi, come una cerva stesa.
Sul treno una ragazza legge" La donna spezzata"
Il paesaggio scorre oltre il finestrino contromano
Tra gli arbusti lungo la ferrovia una cerva corre
Nessuno se ne accorge che corre via con me
Quello è stato il dono dell'istante,
e il tempo si è arreso.
Genesis - The fountain of Salmacis
Nel testo della canzone la storia s'imprime
Il cacciatore vide tracce di cerva
Desideroso di conquistarla
Si ritrovò in una radura
che non aveva mai visto prima
(Genesis)
E cosi, ogni volta, un viaggio nella sua testa confonde, e si fa strana la luce a quell'ora, la cerva che mi porta in quelle radure del sogno, e la vedo correre tra i rami, gli arbusti e non ha esiti la voce, solo pensiero, immagini veloci che corrono come il treno, e il fiato pare radunarsi e restar senza peso, anche se a volte tornerei indietro per contarli tutti quei fiati mischiati che poi un treno porta via ancora inesplorati.
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SAINKTO NAMTCHYLAK
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-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)