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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
« Mai, ma mai certi di niente | Non sono un bambino. » |
"Non entrare più nella mia camera. Hai capito?" disse il bambino.
La madre avverti in quelle parole una forza che la paralizzò.
"Non sono un bambino"
Era una forza spaventosa ma irriducibile e calma. Si sentì all'improvviso inerme, indifesa e stupida. All'improvviso non era più il suo bambino. Cos'era diventato? Quella forza era di una natura estranea e oscura che la soggiogò e la costrinse a rispondere "Si, ho capito"
Quand'è che era cominciato tutto?
"La vostra è una famiglia infelice?" chiese alla madre la maestra.
"In che senso?"
"Nel senso di...incompleta.Il ragazzo è strano. Pare abbia dei disturbi. Non ha un amico. Incapacità di attenzione, disturi della memoria, di concentrazione ecc. "
La madre era sorpresa, famiglia incompleta?
"Il padre un bel giorno è sparito. Il bambino era piccolo"
"Insomma non ha mai notato stranezze nei comportamenti diciamo in questi ultimi due anni?"
Stranezze, pensò la madre, quante ne vuoi ma non le vengo certo a raccontare a te brutta puttana rinsecchita.
"No, non ho notato niente di strano."
Cercava di non pensarci su tanto ma a volte si chiedeva se quel bambino volesse bene a qualcuno, a qualcosa. Il suo era diventato un mondo segreto. A lei di sicuro non ne voleva, non piu. La sopportava.
Una settimana dopo il gatto sparì. Era strano ultimamente. Era un maschio castrato, grosso, pacifico, sornione. A volte camminava nervoso,, su e giu sul davanzale, tirava su il pelo e inarcava la schiena. No, non ho notato niente di strano aveva detto alla maestra. Ma quel comportamento il gatto l'aveva quando c'era il bambino. A volte saltava sopra la credenza e se ne stava la con gli occhi vitrei e sgranati a guardarsi in giro. Un giorno fece un balzo sibilando da la sopra e si tuffò sul bambino seduto in poltrona. Gli lasciò quattro solchi profondi e sanguinanti vicino all'occhio. Poi balzò sul davanzale e salto giu. La madre credette si fosse schiantato invece trotterellava attraversando i cortili. Non tornò piu.
Bon, adesso devo uscire ma riprendo la storia spiegando l'antefatto
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SAINKTO NAMTCHYLAK
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-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)