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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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Colonna sonora
Brian Eno, 'Calcium Needles'
Questa musica ho fatto partire prima uno e poi, dopo poco, l'altro
Tempo dopo che lei se n'era andata passai un intero pomeriggio davanti alla tv.
Fù allora che mi accorsi che, prima o poi, ci si abitua ad ogni cosa ci sia data.
Che pian piano si torna ad esistere senza chi non c'è piu, pare normale.
Facevano vedere un torneo internazionale di tennis. Un Roland Garross al primo turno di eliminazione. Le inquadrature passavano da un campo all'altro mostrando i momenti dei tie break. Passavano da un campo principale ad altri minori, con pochi spettatori in trubunette che sembravano quelle di un circolo del dopo lavoro ferroviario. Mi ipnotizzavo a guardare quella pallina che andava di qua e di la della rete. Quella cosa mi sospendeva e per ore non pensai a niente. Una sorta di beatitudine, un'insperata clemenza da quando se n'era andata. Assolto da ogni colpa e da ogni recriminazione.
Dai campi minori, vedevi gli altri con poca gente, amici parenti ed ho aspettato tutto il pomeriggio che la pallina finisse in un campo vicino. Non avevo niente da fare. Lei se n'era andata e mi pareva che tutto significasse piu niente.
Aspettavo che la pallina finisse in un altro campo per vedere se arrivava qualcuno di corsa per riprendersi la pallina. Mi immaginavo avrebbe fischiato per attirare l'attenzione di quelli dell'altro campo perchè gli ributtassero la pallina. E che poi la partita riprendeva. Quello là allora, andandosene avrebbe detto grazie o thank you oppure mercy. Non è mai accaduto ma a me sarebbe piaciuto.
Lei se n'era andata e non sarebbe tornata mai piu.
Il pomeriggio passò cosi ed io alla fine mi sentivo sollevato, sereno.
Era la prima volta che mi succedeva di non star male e di avere il pensiero ossessivo di lei a tormentarmi.
Quel torneo durava dei giorni ma io lo vidi solo in quello.
Fu un pomeriggio piacevole, avvertivo sollievo.
Quel torneo lo fanno ogni anno. Ciò mi rassicurava.
Un sacco di cose fanno ogni anno, e almeno un pomeriggio all'anno posso passarlo tranquillo. Così ho pensato. Un sacco di cose ti possono occupare pomeriggi interi e cio mi dava conforto, in un modo stupido forse eppure era anche in modo serio.
Non so se riesco a spiegare.
Si capisce si che lei non tornò mai piu e a me questo pareva la fine del mondo e che poi, a star la a vivere è tornato tutto normale?
Questo principio filosofico lo appresi tramite il torneo di Rolland Garros.
L'ispirazione mi è venuta leggendo "La separazione del maschio" di Francesco Piccolo.
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)