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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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Siccome stò la poi a rimurginarci sopra, che io non son neanche un ruminatore, tranne che sui libri, i film, le cagate d’invenzione mi è chiaro da tempo che la mia è una strategia del disperdimento, per non star la a far le cose io mi perdo. Questa modalità si è incitata, diventa comportamento, abitudine, uno schema insomma.
Allora, filavo dietro a “Sunset Limited”ed ho deciso che il redento mi stà infine sui maroni e mi schiero con il BIANCO. Il redento, convinto di aver appreso la sua via, si illude di aver la redenzione, un bonus per la salvezza, illuminato alla retta via, predica che la lieta novella è possibile, basta crederci. Appunto! Pensa che, se è successo a lui chiunque può farcela, basta aver fede…misera consolazione.
“Chi è sempre pronto ad occuparsi dei perfetti sconosciuti, molto spesso non si occupa delle persone di cui dovrebbe occuparsi. Se uno si limita a fare ciò che dovrebbe non diventa un eroe”, disse il BIANCO al NERO. Di per sé puo apparire anche abbastanza scontata questa affermazione. Non per me, non ora. Faccio un lavoro che si occupa di problemi mentali della gente. Un lavoro che mi appaga. Un lavoro che desta ammirazione, rispetto per una immaginabile generosità, altruismo, pietas. E in questo mi “limito a fare ciò che uno dovrebbe”, ciò che ci si aspetta, con passione, empatia e questo mi assolve. Mi assolve?? Cosi potrebbe sembrare. Mica vero. Non sono un eroe. Ho una copertura. Un tarlo continua a rosicchiare sul duro cristallo, trasparente e puro, che ad ogni uomo viene affidato e, come goccia su goccia cade perpetua e pian piano penetra, crea un buco nero.. Quante volte a guardar bene, dietro maschere, recite e parvenze si nasconde lo schifoso ch’è in noi, quello che ognuno cela e nasconde, anche a sé. Piccole cose, niente di eclatante. Camuffate, negate, rimosse, incriminate ma, con un poca di onestà si possono rintracciare. Infine, ogni volta che mi accorgo, poi di nuovo mi riaccolgo e non mi ripudio. “Il quadro più pessimistico è sempre quello giusto”. Ha una visione atroce e impossibile da redimere. Ritrovo questo autore, Corman McCarty allora, “l’uomo distrutto dal proprio cinismo scettico”. Cosi per me che mi ritrovo ancora con questa convinzione che l’approfondire sia anche di conseguenza sprofondare. Rimango incitato in questo giro dei pensieri, che la presa di coscienza acuisca il disagio e non lo dissipa. Che mi salva, penso io, ho sta cosa che infine me ne sbatto e tutto così si azzera.
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)