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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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Lo stile di scrittura per voi più naturale tende a riecheggiare il linguaggio che sentivate da bambini. L’inglese era la terza lingua del romanziere Joseph Conrad, e quello che sembra arguto, nel suo uso dell’inglese, senza dubbio proveniva in buona parte dal polacco, la sua prima lingua. Lo scrittore cresciuto in Irlanda è davvero fortunato, poiché l’inglese che si parla là è molto divertente e musicale. Io sono cresciuto a Indianapolis, dove il linguaggio comune sembra una sega a nastro che taglia lo stagno galvanizzato, e si serve di un vocabolario tanto disadorno quanto una chiave inglese.
In alcune delle più remote e disabitate zone dei monti Appalachi, i bambini crescono ancora ascoltando canzoni e locuzioni dell’epoca elisabettiana. Proprio così, e molti americani crescono ascoltando una lingua diversa dall’inglese, o un dialetto inglese che la maggioranza degli americani non riesce a capire.
Tutte queste varietà di linguaggio sono belle, proprio come sono belle le diverse specie di farfalle. Dovreste fare tesoro per tutta la vita della lingua della vostra infanzia, qualunque essa sia stata. Se per caso non era l’inglese tradizionale, il risultato di solito è delizioso, come una bellissima ragazza con un occhio verde e l’altro azzurro.
Io stesso trovo che la mia scrittura è molto più convincente, e anche gli altri sembrano di questa opinione, quando do l’idea di essere in tutto e per tutto una persona che viene da Indianapolis, che è ciò che sono. Che alternative ho? Quella raccomandata con grande veemenza dagli insegnanti, ha senza dubbio assillato anche voi: scrivere come un inglese colto di cento e più anni fa.
[Kurt Vonnegut, Scrivere con stile, in Benvenuta nella gabbia delle scimmie, cit., p. 147]
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)