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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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Mosche d'inverno

Post n°169 pubblicato il 04 Marzo 2011 da simurgh2
 

 

Vincent van Gogh
("Copia di quale vero?" - I. Brodskij)

Auves- sun-Oise, una piccola stanza nel sottotetto del Cafè de la Mairie (tre franchi e mezzo al giorno, pasti inclusi), martedi 29 Luglio 1890. Due giorni prima, è uscito dopopranzo portando con sè la scatola dei colori e il cavalletto, è rientrato tardi, è salito dritto in camera ignorando la sala del ristorante, e si è sparato un colpo di fucile al petto "perchè l'infelicità non continuasse per sempre". Oggi parla lucidamente con il fratello Theo, ha perfino tirato qualche boccata di pipa, ma all'improvviso, all'una del mattino, muore.
"Come sarà una fiamma di una candela dopo che si è spenta?" si chiede Alice dal Paese delle Meraviglie. Bè, la risposta gliel'ha data lui. Tornate là, doe ha passato le ultime nove settimane della sua vita senza mai smettere di dipingere e vedrete. Alberi ancora curvi sotto le sue pennellate, le stesse nuvole dei suoi cieli elettrici, i campi di granoturco incolti come quando li ha dipinti per l'ultima volta quella domenica pomeriggio, minacciati dai suoi corvi e dalla tempesta che lui fiutava nell'aria. Muore senza sapere, lui che in vita sua ha venduto di un solo quadro, che i suoi Girasoli sarebbero stati battuti dalla Christie's alla bellezza di venticinque milioni di sterline. Muore dieci anni prima di Oscar Wilde, per dargli il tempo di dettare il piu veritiero dei suoi detti. " E' la natura che imita l'arte"

da "Mosche d'inverno - 272 morti in due o tre pose-" di Eugenio Baroncelli

akira kurosawa - Corvos

 Immag0012

Piano piano scompare
Resterà solo uno scuro
E tu prendimi
Portami via
poi

torno da solo

 
Rispondi al commento:
simurgh2
simurgh2 il 07/03/11 alle 14:15 via WEB
A me quasi non importa se li vedo su una cartolina, un catalogo o che cosi, come mi restano in mente. Anche questo, visto dal vivo, la tela, la materia, l'impatto visivo con i suoi molteplici rimbalzi di notorietà, di epica e leggenda, di visionarietà attribuita che proviene da storie, notizie, antecedenti e successive rivalutazioni, che poi quando le faceva ste cose non lo cagava nessuno, che credo sia una delle cose per cui era fortemente avvilito, tanto da tirarsi un colpo. Insomma immaginiamo di vedere un quadro cosi dove la tragicità si intuisce lontano un chilometro ma è la stessa di milioni di altre opere sconosciute e meno famose allora, mi dico, proveremo mai la stessa emozione? Quando un'opera entra nella simbologia popolare che contempla il mito e ne assurge a rappresentazione quasi istituzionale del messaggio che veicola e che critici ed esperti, galleristi, trafficanti e appassionati collezzionisti e milioni di visitatori ne attribuiscano la grandiosità ecco, a me fa sempre venire un po di rabbia per tutti quelli che tutto questo non viene riconosciuto. Altri che esprimono lo stesso pathos, dramma , bellezza e tragedia e mi viene in mente del commercio che di tutto questo se ne fa e mi dico che ognuno si faccia la sua di arte, anche piccoli manufatti, fossero sgorbi distratti scarabocchiati stando al telefono o incisioni fatte con un coltellino su un bastone...cose cosi mi vien da pensare e che tutto questo circuito sia si un bene e un valore aggiunto nella civiltà e storia dell'uomo però mi viene anche il nervoso per il bisnes che ci tramano sotto e che, per dire un Bacon vendeva i suoi quadri al padrone del pub per pagarsi un piatto di spezzatino mi chiedo, come per Van Gogh ma dov'erano quelli la che sanno tutto e come mai chissà perchè, sempre dopo che sono morti, in genere, ne scoprono la grandiosità. Come mai questi devono fare una vita di merda poi ne scoprono un quadro appeso in un'osteria e dicono ma che bello. Non è proprio vero neanche questo ma ormai l'ho scritto e qualcosa c'entra và. Ho preso l'occasione del tuo commento am il mio è un discorso a parte che faccio. Che poi infine volevo dire che mi vien da cancellare tutto ma son stato qua tanto, per dire queste cazzate che beh ormai via pubblico dai
 
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