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(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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Diciamo che avevo una voglia di mettere questa canzone, che poi era roba che mettevamo su in macchina quando si partiva e allora mi viene da scrivere questo:
The Jesus and Mary Chain- Just like honey (1)
A me, una volta, quando diciamo ho cominciato ad andare in giro con l'automobile, che si andava a far di quei giri con degli amici ma anche tipo lisbona, berlino, io non so cos'era ma mi prendeva questa cosa forte nel guardare e mi perdevo via ma proprio mi incantavo e vivevo l'assolutezza del rapimento estatico. Non si parlava neanche da quanto eravamo presi a gurdare e a dire agli altri guarda là. Io non so ma penso che magari allora, con quelli la mi facevo anche le canne però la sensazione di vedere tutto come fosse per la prima volta, il che è anche vero ma una strada con gli alberi è diciamo uguale qua come in andalusia, beh si dai, cosi come una casa abbandonata in mezzo ai campi o una vacca che tirava un carro ma anche una macchina arrugginita dietro un capannone, un'insegna, della gente fuori di un bar, insomma cosi, si è capito quel che intendo. Io credo sia una condizione della mente che è proprio particolare. Non so come ben dire ma diciamo che quello che vedevo in fondo mi era anche familiare e allo stesso tempo come se non le avessi mai viste quelle cose la. Tutte e due le sensazioni sono giustificate e comprensibili ma, però messe assieme, secondo me assumono uno sorta di straneamento e di stupore. Questa precisa condizione qua, secondo me, crea i presupposti dell'ispirazione, della creaività e dell'invenzione estetica. Per esempio Van Gogh, quando ha fatto il quadro dei corvi in mezzo al grano ecco, per me è passato dallo stupore preceduto dalla contemplazione e poi alla furia dell'espressione che non gli stava dentro e allora dava quelle pennellate la. A me ci vorrebbe sempre questa condizione per scrivere qualcosa di cui valga la pena. Difatti..
La condizione finale era tipo di questo genere qua
(1) L'avevo sentita in un post di dentroilcignonero
http://blog.libero.it/maipiunouva/newcom.php?mlid=334243&msgid=9976744&mpadid=0#nuovo_commento
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-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)