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C'è silenzio,
solo istanti,
non dura mai l'assoluto,
poi riprende.
Nella sala delle macchinette, dove adesso mi siedo la al Foster, ho due cose da ricordare mi dico, stasera. Poi le scrivo nel notes. Una è il culo della cinese. Una che viene qua al Foster da poco, a giocare.
L'altra è che in quegli istanti di silenzio, mentre leggevo una poesia che diceva:
"..stamattina mi hanno detto
che scavano buche sulla spiaggia
dove noi due correvamo
fino alle onde.."
In questo silenzio, in queste parole
la rifrazione dell'istante; prima la sento,
l'istante dopo la vedo. Un clink! il suono un clank! quel che vedo. Nel bicchiere che ho davanti, nel gin tonic colmo di ghiaccio che, mentre leggo pian piano si scoglie e non ero la che ci pensavo o aspettavo che combinasse qualcosa, lo immagini immobile, lo immagini cosa inanimata, senza sospetto mai assegnato e invece lui stà la a sciogliersi, a ricombinare gli atomi, a diventar qualcos'altro. E' il ghiaccio che ad un certo punto si riassenta, uno cade sull'altro e, in quell'istante quel suono mi arriva che par forte, rimbalza, sbatte dentro le pareti interne del cranio e come un'eco si amplifica e rimbomba. In quel silenzio di un'attimo mi è parso devastante. Nel suo microcosmo era un tuono. In realtà era solo un piccolo tintinnio frugale, cosa di cui nessuno se ne accorge, in percezioni dilatate, sopite nel silenzio assoluto che si era creato e che in un'istante è teminato io ero in quel silenzio, mi hanno buttato e c'è stato un tuffo e la gente dovrebbe alzare lo sguardo, chiedersi che è stato. Come fosse stato un suono nella notte, dentro una casa in cui si dorme, un suono di effrazione, di scasso, l'infrangersi di un vetro, una serratura che salta dal cardine, le punte acuminate del vetro per terra, una giugulare che viene tagliata, il brontolare di un intestino, uno che si alza e che va a pisciare. E' cosi che a volte il mondo mi entra dentro. E' cosi che con una leva mi fanno saltare le congiunture, i legamenti sugli infissi, una tapparella che viene tagliata. Tante volte le mie sere son fatte proprio di niente.
Poi torno a guardare il culo della cinese
Alla cinese tornerò con un altro post perchè così mi pare gia abbastanza
Alla cinese l'ho scattata successivamente la foto, senza guardare, cosi come viene
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)