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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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passaggi

Post n°258 pubblicato il 09 Luglio 2011 da simurgh2
 

 


Ryuichi Sakamoto nostalgia(out of noise(1)

Una badante balcanica sorride passando
guarda davanti a sè come rincorresse il vento
che piega le spighe in un campo di grano.
Spinge una carozzina sull'asfaldo
davanti il bar dei cinesi vicino allo stadio
Il vecchio magro seduto si tiene duro
con le dita rinsecchite ai braccioli imbottiti.
La balcanica bionda lo spinge con ardore guerresco
presa da chissà che fantasie e quale gioco.
Stringe le manopole della carrozzina  e
sugli avambracci le si disegnano
anatomie di muscoli infantili, affilati e nerbiosi.
Il vecchio sembra borbottare tra sè, divertito
e il vento gli solleva un ciuffo di capelli sottili.
Per televisione dicono sempre di tenerli dentro all'ombra
che potrebbero lasciarci le penne con un colpo di caldo.
Era mezzodi meno venti e il sole si accaviva
eppure a vederlo quel vecchio era felice e brioso.
Aveva un ghigno celato all'angolo delle labbra sottili
e immaginavo gli venissero in mente
chissà quali esuberanze giovanili
Aveva una somiglianza con Gabriele D'Annunzio.
Aerei bimotore, prostitute dai culi grossi e tette spaventose
strade in terra battuta, polvere, moto lanciate,
gridolini di femmine e dischi con canzoni melodiose. 
Lei, invece era appena sotto i cinquanta
Aveva vissuto sotto qualche dittatura
ma non ci badava, per lei era normale a quel tempo
Un Ceausesku era la stessa cosa di un padre,
un marito, un capo reparto o un caposezione.
I figli erano grandi e gli altri erano morti.
In balera dove andava con le altre il sabato sera
aveva trovato un brav'uomo che la voleva sposare.
Un'impresa edile, la pancia, una Mercedes nera
e la portava fuori a cena ogni volta che aveva il suo giorno.
Non avrebbe piu fatto quel lavoro di badante ma la signora.
Ma non è a questo che pensava in quel momento.
Gli era venuto nei pensieri il ricordo di un suo vecchio amore
Lui aveva vent'anni, era biondo e
i suoi occhi le facevano battere il cuore.
Che poi pensavo a questa cosa degli occhi
Di quanto di una persona che ami resti in te il suo sguardo

Sarà passato che ne sò, neanche dieci secondi, quel tempo di passarmi davanti, che me ne è servito molto di piu a scriverlo adesso ed immaginarne la storia, ma non è tanto questo. Non per la storia in sè o per quei clik che faccio con gli occhi, no. E' un sistema. L'altra mattina pensavo a quali e quanti momenti in un giorno intervengono sulla determinazione del nostro stato d'animo, gli schemi che ci organizziamo inconsciamente e mi veniva da prendere nota sul mio blocchetto di tutte quelle cose che mi mettevano di buon'umore, fare una lista, non lasciare al caso, scrivere un saggio, un articolo per Il manifesto. Beh, adesso mi richiede del tempo parlarne. Non so se si capisce con quello che ho scritto ma ci tornerò sopra o ci starò sotto che non si sta male neanche la. Intanto metto questo.
Ah, poi la tipa, la badante balcanica, per quel che si dice il caso, la trovo in un bar, verso sera. Un bar lontano da dove l'avevo vista, vicino allo stadio. Ed è incredibilmente fortuita e misteriosa una fatalità del genere. Una bella signora, del tipo che piacciono a me. Era la con quello che dev'essere l'impresario. Lui che parlava di avvocati e robe del genere e che doveva preoccuparsi tipo di proprietà che lei aveva nei balcani, che saranno magari una vecchia casa dei genitori, dei campi di grano e avena, non so

Meriterebbe una storia completa ma ormai il post è andato cosi. Mi fa venir delle idee che, come ho detto ci tornerò. Poi c'è il fatto che devo metter fuori qualcosa, che se poi mi leggono anche commentano e mi scrivono e a me questa cosa mi fa contento no?
Ah, un'altra cosa, quella che all'inizio mi aveva colpito di piu. La badante, per spingere la carozzina si era messa su uno di quei giubottini arancioni con le strisce caterinfrangenti. Anche questa era una cosa che non avevo mai visto. 

(1) Il video me lo aveva lasciato in un commento una che passa di qua, Paola, una che entra nei commenti sempre come ospite. Ringrazio. Diciamo che lei allora si è occupata della colonna sonora del post. Che mi piace poi quella musica, che rende rarefatta e rallentata l'atmosfera del post. Come se quei pochi secondi della carrozzina che passava davanti, durassero poi alcuni minuti. Grazie Paola.

 
Rispondi al commento:
simurgh2
simurgh2 il 10/07/11 alle 18:50 via WEB
A posto!
Allora, "dai che scriviamo insieme". A me piace questa idea. Ho in testa una cosa semplice intanto, se a te va. Siccome chi mi piace mi piacerebbe anche poterlo aver qua, con un post suo, qualcosa che gli viene, niente che possa creargli problemi o eccessiva ansia da prestazione. Cosi, vista piu nel suo aspetto affettivo. Poi c'è questa cosa che i post finiscono la. Tante volte, che ne sò, per me è un peccato. Certi post ti sobillano altre idee e allora mi piacerebbe potessero continuare, anche in un nuovo post, svilupparsi diciamo, sovvertire e ribaltare anche, aggiungere nuovi sguardi sulla storia. Cose che non muoiano nei commenti. Allora o si forma un'accolita, ma son cose che, casomai vengono da sole, si aggregano ecc. Penso che questi post ulteriori possano nascere spontaneamente, da un commento, un'osservazione, che ne so, è da vedere. Poi c'è che possiamo anche scriverne assieme. Partendo sempre da un input che ti seduce e affascina. Costruirci qualcosa attorno. Mi pare possa uscirne qualcosa di bello no? Un modo anche per stare assieme qua.
Io vado gia in un blog collettivo. E' qua, Parallelamente si chiama CLICCA Immagino un giro in bici con te. Tu che mi porti nei posti tuoi che ami, dove ti piace andare, scoprire che cos'hanno di speciale per te. La tua personale geografia, dei luoghi che sono esterni ma diventano anche interiori. Un minuscolo atlante personale, il tuo mappamondo dove punti il dito senza pensare. Il posto dove hai visto la nutria, può essere che diventi un luogo a te speciale perchè poi si lega ad altri avvenimenti. Il baretto, uno magari ci da una lira, che posto è? che ha? eppure è un posticino tuo, che ci stai bene, dove ti prendi i calippi cocacola. O la panchina dove vai a sederti con il libro. Non so se riesco a farmi capire? Diventano luoghi dove ci si lega con un privato, spesso insignificante affetto. Insomma lo sguardo dell'altro magari amplifica la percezione dei luoghi. C'è una tua privata mappa personale no? Secondo me, i luoghi, hanno un significato profondo che ti parlano anche della persona che ci va, che gli piacciono.
Beh si dai, che si puo fare di andarsi a fare un giro in bici, a prendersi una birretta e un calippo alla cocacola. Poi, allora quel baretto prenderebbe ulteriori significati no?
 
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