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« Se fai esistere le coseParadossi »

Sentirsi schifosi

Post n°264 pubblicato il 14 Luglio 2011 da simurgh2
 

 

- Uno non ci fa piu neanche caso quando e in quante occasioni puo rendersi un uomo schifoso. Una storia del genere, sull'essere schifosi e far finta che sia tutto normale è quà e quà

Mi stavo vestendo, dopo la doccia per andare al lavoro. Appena le campane di mezzogiorno hanno smesso di suonare. dalla camera, oltre le tende, la finestra aperta il silenzio della strada. E' cosi caldo la fuori che neanche gli uccelli a quest'ora han voglia di cantare e se ne stanno nascosti tra i rami. Ci son merli che sanno fischiare La bamba, la traviata e anche la nona. Oggi niente, la fuori un silenzio assoluto. Ci sono silenzi che li senti di colpo, improvvisi, te ne accorgi e, almeno io ogni volta avverto qualcosa di inquietante, di spettrale. Come si covasse una premonizione nefasta. Stavo per farmi il nodo ai lacci delle scarpe e ho dovuto permarmi e, piegato sollevare la testa. Allora mi è venuto in mente che ieri, mia madre ha detto alla Stefy "Hai visto che scarpe che ha?". Me lo ha detto la Stefy dopo, ridendo. "Me lo ha detto sottovoce. Non voleva farsi sentire da te" "Beh, che scarpe ho?" Sono delle Converse blu, di tela, con i lacci bianchi. A me sembrano una cosa normale. Le ho prese perchè, in un libro che ho letto: "La scopa del sistema" di Foster Wallace, la protagonista aveva sempre e solo e da sempre queste Converse alte, nere. Nei fianchi hanno una stella bianca e poi una specie di V con la punta in avanti come una freccia, un'indicazione. Boh!?. Io ho solo queste. Non mi pare niente di essessivo, che siano accettabili anche e nonostante l'età che ho. Aspetta. Eccole Son la che mi lega ste scarpe e ripenso al silenzio improvviso e mi dico ma senti che forma aculea ha questo silenzio, mi dico e in quel momento sento un grido d'aiuto, uno di quelli che devi sentirlo tre volte per crederci un pò. Come gli allarmi delle case che ogni tanto partono e mica vai a vedere se ci sono i ladri la fuori che armeggiano, no. Allora ascolto questi aiutoo...aiutooo che provengono dalla palazzina di fronte, al di la della strada. Quella parte della palazzina è quella dove si affacciano i bagni e c'è il terrazzino. Hanno le porte aperte perchè tiri un po di corrente dentro quei posti. Una specie di gelo nel sangue. Beh dai, sai com'è. So di chi può essere quella voce. C'è una signora anziana che abita la.  Mi viene il pensiero che sia caduta, rotta il femore o battuto la testa sulla vasca e c'è tutto sangue per terra. Aiutooo...aiutooo..
Mi avvicino alla tenda, mi abbasso perchè c'è la persiana mezza tirata giu. Non so perchè mi metto a guardare. Non posso mica vedere dentro l'appartamento no? Cazzo faccio?, mi dico. Proprio adesso che devo andar a lavorare. E poi che dovrei fare? Non conosco mica nessuno di la. Dovrei suonare i campanelli. Non so come si chiama l'anziana signora. Insomma tutti questi pensieri e intanto son la piegato che guardo fuori. Nascosto, immobile. Poi arriva la macchina di quella che abita a fianco di me, la figlia. Parcheggia. Sento la voce della Gina, che abita dall'altro fianco sempre dove abito io, che la saluta e gli dice "Ho sentito una voce che chiamava aiutoo" Io non la vedo la Gina. "E dove?" gli fa la ragazza apprensiva.
 La Gina, che è una signora sui quasi settanta gli spiega e anche loro dicono che dev'essere l'anziana signora. Intanto la senti ancora:aiutoo...aiutooo...Ragionano un pò, cosa le sarà accaduto, che si sia fatta male? cose cosi e intanto che parlano poi non si sente piu niente. Aspettano un pò parlando di qualcos'altro. La ragazza dice che ha del bel riso freddo che l'aspetta e la Gina gli dice cosa ha messo su oggi per pranzo. E intanto non si sente piu niente. Io son sempre la dietro la tenda, piegato che guardo fuori. Queste non combinano un cazzo, penso, e cosi mi viene in mente che sarà magari da chiamare i pompieri, un'ambulanza e io devo andare a lavorare. Quelle due dopo aver parlato un po, ognuna torna dentro e mi lasciano la, solo, nascosto con queste cose che bisognerebbe pur fare. Io prendo su ed esco, monto in macchina e parto. Ecco cosa ho fatto.
Ma cosa vai a sentir suonare Goran Bregovic dopo allora? Per cosa?

 
Rispondi al commento:
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 15/07/11 alle 12:02 via WEB
Uh, la morale nella narrativa, pussa via! e anche l'etica, via via! l'etica è delle persone e non delle storie. Le storie (per me) devono essere come i bambini, ingenue e, se necessario, perverse polimorfe, senza morale. Se no puzzano subito di muffa, di stantio. Diceva non so più quale scrittore o regista, che se voleva trasmettere un messaggio mandava un telegramma. Ci vuole anche un po' di coraggio, ma questo chi scrive da un po' lo sa, e la fiducia che tutto quello che non hai detto, ma c'è, in qualche modo arriva. Se cominci a spiegare le barzellette, addio risate...
 
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