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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

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Non ci resta altro che sanguinare

Post n°273 pubblicato il 29 Luglio 2011 da simurgh2
 

 

L'avevo scritta qua, in un commento a Morbido Haikù 
Poi l'ho rimaneggiata un pelo. Adesso quel blog non si trova neanche più. Allora questa poesia va a qualcuna che sia stata un'eroina vigliacca. Cosi, mi pareva bella l'immagine, mica altro.



 

Scalava leggera
il corpo rispondeva teso,
staccava sillabe di soffio
seguendo il ritmo di una musica in testa

Non ci resta altro

Non ci resta altro che sanguinare
A volte crediamo sia succo di lamponi e more
Il piacevole inganno a cui ci si abbandona
la piu bella e incredibile delle menzogne

Che pure ne vorrei millemila, un milione
Pagarla cara dopo, non importa . Spurgare bisogna
Che esca l'infetto, il pus, il dolore, l'inganno
di ciò che siamo stati, di ciò che ci è toccato.

Credo che, comunque vada l'amore
le conseguenze non debbano tener conto
di quanto infine è stato
Non tocca a tutti, non a questo modo. Un'altro c'è sempre

il modo che possiede la felicità e il tormento
la volontà inevitabile di non poterne fare a meno
Gli dei lo assegnano a pochi quel tormento languido e copioso
Scaturigine che sgorga immagini e visioni

In fondo è una gran fortuna anche se
alla fine lo prendi in culo con straziante malinconia e dedizione 
E cosi poter far la parte dolcemente dannata, 
dell' archetipo sofferente dell'amor le sue pene
 
e in cuor tuo, poter raccontare di oscene bellezze
Non ti si gonfierebbe sennò quell'anima rigogliosa e tremula
Con le tue lagne fai godere l'estetica del mio pulsare
Non serve tu fugga, se non per poi tornare

Ho semre aspirato ad un'eroina vigliacca
Lasciala gonfiare quell'anima. Forse altro puoi fare?
Se non farlo sanguinare ancora con succo di lamponi e more
La più bella e incredibile delle menzogne. L'amore
(simurgh)

 

.....dentro una nuvola di fiori

che da le mani angeliche saliva

e ricadea in giù dentro e di fiori,

sovra candido vel cinta d'uliva

donna m'apparve, sotto verde manto

vestita di color di fiamma viva.

E lo spirto mio, che già cotanto

tempo era stato ch'a la presenza 

non era di stupor, tremando, affranto,

sanza de li occhi aver più conoscenza,

per occulta virtù che da lei si mosse,

d'antico amor sentì la gran potenza

 

Dante -dalla" Commedia" -
Purgatorio canto XXX vv.28-39.

 
Rispondi al commento:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Albachiara il 15/09/11 alle 02:01 via WEB
Canto XXV Stazio spiega come si genera l'uomo e come si formano le ombre dopo la morte corporea. Nella settima cornice i lussuriosi avvolti da fiamme cantano, ascoltano esempi di castità e si danno baci fraterni. Canto XXVI Dante trova tra i lussuriosi Guido Guinizelli, per il quale mostra grande ammirazione; ma questi si schermisce, dicendo che assieme a lui c'è un poeta ben più grande, Arnaldo Daniello, che canta piangendo i propri eccessi di un tempo. Canto XXVII Un angelo invita i poeti ad attraversare un parete di fiamme; Virgilio vince la paura di Dante dicendogli che oltre quelle fiamme troverà Beatrice. davanti alla scala per il paradiso Terrestre, l'Angelo della Castità cancella l'ultima P dalla fronte di Dante. Cala la notte, e Dante sogna Lia che raccoglie dei fiori. All' alba Virgilio dichiara Dante guarito dai suoi mali. Canto XXVIII Nell'Eden i poeti incontrano Matelda che raccoglie fiori; essa spiega come nell'Eden vi siano acqua e vento; la prima viene da una sorgente divina e forma il Lete, che cancella le colpe, e l'Eunoè, che predispone al bene; il secondo è originato dal movimento del Primo Mobile. Canto XXIX I quattro risalgono le sponde del Lete. Viene verso di loro una meravigliosa processione: nella scia di sette candelabri dorati avanzano ventiquattro vegliardi, seguiti da quattro strani animali; tra essi un grifone tira il carro trionfale, affiancato a destra da tre donne e a sinistra da quattro. Infine seguono due vecchi, quattro personaggi di aspetto dimesso, e un vecchio che cammina dormendo. Canto XXX I 24 vegliardi cantano mentre la processione si arresta davanti a Dante e ai suoi compagni. Appare Beatrice, che racconta ai presenti la storia del traviamento di Dante; questi si volta verso Virgilio, ma la sua guida è scomparsa. Canto XXXI Beatrice rimprovera Dante e poi gli ingiunge di guardarla; folgorato da tanta bellezza il poeta sviene. Matelda lo fa rinvenire immergendolo nel Lete e lo riporta al cospetto di Beatrice. Canto XXXII La processione torna indietro fino all'albero di Adamo ed Eva, a cui il Grifone lega il timone del carro. Dante si addormenta al suono di un dolce canto. Matelda lo risveglia e gli mostra la processione che sta tornando in cielo. Beatrice siede sotto l'albero in compagnia delle sette donne che portano i sette candelabri. Improvvisamente un'aquila piomba addosso al carro, la terra si fende sotto di esso e un drago emerge dall'abisso squarciandone il fondo. Sul carro spuntano sette teste, una prostituta e un gigante che la frusta, scioglie il carro e lo porta via. Canto XXXIII I presenti si incamminano, e Beatrice profetizza la venuta di un messo divino che ucciderà la prostituta e il gigante; invita Dante a riferire agli uomini ciò che ha visto. Dante e Stazio bevono l'acqua dall' Eunoè e si sentono pronti per salire al Paradiso.
 
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