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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
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Non che la canzone c'entri però è successo questo: che la canzone era su, in macchina che andava. Non stavo neanche attento a quel che diceva, come quasi sempre però, la prima volta che è arrivata a queste parole "Prendo il primo treno e vengo da te", allora son diventato attento; quelle parole le ho sentite, solo quelle. Allora la rimetto dall'inizio per sentirle tutte e invece niente, non l'ascolto preso da altri pensieri. Ogni volta che arrivava a quelle parole, quelle si, le sentivo. Le altre no. E cosi l'ho rimessa su e via discorrendo, ogni volta andava cosi, che le parole non le ascoltavo proprio, arrivava la e track, le sentivo. Ma guarda che è un fatto ben strano, mi son detto. E' ben strana la testa per questo modo suo di funzionare. Si chiama "Effetto party", mi pare. Tipo, tu sei ad una festa dove c'è un gran casino e quel gran casino neanche lo senti, poi, tra tutte senti una voce, una sola che riconosci, che ti interessa e senti anche quel che dice. La isoli insomma Un altro esempio, che forse questo spiega meglio è metti che una mamma dorme. C'è un grosso temporale, camion che passano sulla strada, un bel po di casino insomma e la mamma dorme lo stesso, beata. Poi ad un certo punto il suo bambino si sveglia nell'altra stanza e frigna un po. Ecco, quel frignare lei lo sente.
Prendo il primo treno e vengo da te. Avrà pur Il suo bel dire quella frase la, Devo prendere un treno e venir da te sennò continuerò a sentire all'infinito quelle parole e quella canzone di cui non ascolto le parole.
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)