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(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
« La piccola falange. (Un ... | Emanuel Carnevali » |
C'è quasi nessuno
lungo i viali. Angeli
luci, foschie, maiali
Mia zia fuma, la ferma
Ha un cappotto verde
il collo di pelo e io
insofferente, contrito.
Le vado incontro.
Neanche lei sorride.
Camminiamo in silenzio.
Il suono dei passi.
Mia madre è un mese
che è morta di cancro.
Mi hanno dato un posto
in banca e sono un
antieroe in sordina.
Mi sento gia vecchio
mia zia lo sente.
Neanche a lei
è andato mai bene niente.
Vuol sistemarsi
in segreto con me
salvando le apparenze.
Disaminare le dipendenze.
Creare un'alterità
mi ha detto
fatta di delicati contatti.
Lei fa la maestra.
Saliamo le scale
nel suo palazzone.
Mi sfiora la mano.
Poi dentro
lascia le luci accese
in cucina.
Ho preparato il lesso per dopo
il purè e la catalogna, mi dice.
L'abatjour nel tinello.
Andiamo di la, dice
che ci scaldiamo nel letto.
La porta della camera
lasciata appena aperta.
Tutti e due nella vita
ci siamo sempre sentiti
inascoltati e infelici.
Sono ormai dieci anni
che va avanti cosi
L'ispirazione mi è venuta da questo incipit, ripreso dall'inserto del Corriere della Sera di domenica: "La lettura". C'è una rubrica a cui i lettori possono inviare i loro. Il tipo si chiama Marco Berrettini 50 anni, disoccupato (ex assicuratore) Monza
Luci del mattino per vite sfiorite
C'è poca gente al mattino lungo i viali piatti. Angeli, acqua marcia e luci smorzate dalla foschia dell'hinterland. Mia zia indossa il cappotto blu con il collo di lince, io sono insofferente. Come sempre. Finito con mia madre potremmo rilassarci al mercato e poi da Luigi, il macellaio, oggi è martedi, si ammazzano le bestie. Cervella impanata, spinaci al burro e purè con la noce moscata, non vedo l'ora. Leggo i nomi che mi circondano, invento storie di vite sfiorite, sbuffo al terzo inaffiatoio. Finalmente l'ultimo requiem, trattengo le lacrime. Piango unicamente quando vengo solo.
Una cover. Non so se si chiami plagio. Varizioni sul tema, una canzone.
la foto e il disegno non so dove le ho prese. Le avevo la nelle bozze.
Un passatempo. L'accesso a fantasie torbide.
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SAINKTO NAMTCHYLAK
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-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
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-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)