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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

Invidio il vento

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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

Messaggi di Giugno 2012

simurgh, sarà la volta buona?

Post n°461 pubblicato il 08 Giugno 2012 da simurgh2

 

Devi mangiarli gli uccelli
se vuoi che il loro canto
esca dalla tua gola.
Devi mangiarli se vuoi
che  spuntino le piume
dalla tua pelle.
Volevo le ali, come loro;
volare, librarmi, cantare
tra i rami, nel cielo volare.
Cosi li infilzavo con le frecce
li catturavo con le reti,
gli mettevo le trappole, sparavo.
Per amore, per essere come loro.
Per amore, non per altro.
Volevo sgusciare da quelle uova
bianche, belle, lisce,
fatte come un uovo
come facevano loro.
Quando ero ancora giovane
che guizzavo come una rondine
Quando ero ancora svelto
ed ignaro di causa ed effetto.
Quando ancora non sapevo
cosa significava stare a questo mondo,
mi riempivo la pancia d'uccelli
piume e tutto, ma era inutile;
non ho imparato a cantare.
Non sono diventato neanche un Simurgh.
Impantanato nella gravità,
costretto a questa terra.
Ero deluso, amareggiato, finito.
Poi invece, da qualche tempo
uno strano subbuglio negli intestini.
Dalla pelle pruriti e cosi grattavo.
Dalle viscere come un'impellenza,
un tramestio negli sfinteri.
Quando ormai ogni speranza
credevo delusa ecco...
mi son uscite quattro uova. 
Giorni fa, poi non so come
mi sono trovato dentro un'uovo.
Io adesso sono questo qua.

(Simurgh. Che sia la volta buona?)

 

«Essi erano il Simurg e la fine del viaggio
guardano il Simurg e fissano sè stessi
ed hanno un altro Simurg di fronte
guardano entrambi e che i due sono uno
che quello è questo, questo e quello, e il fine è raggiunto
»

( il mistico  Farid-ad-din 'Attar )

 
 
 

Di cosa parliamo?

Post n°460 pubblicato il 06 Giugno 2012 da simurgh2
 

Un mondo liquido
aderente come pelle, acqua
parlare pare difficile, come nel cloro
la parola si disinfetta
Ci capiamo? 

La aprola eovca rilfessi riluecnti
smaglia e ammalia, poi ricuce.
Io parlo da qua sotto
di tutto quello che tra migliaia e mille ancora
mi ci è voluto per capire se ci è o ci fà
e cosa si confà al mio desiderio
e se sei tu tra le millemila combinazioni
che si incastraro e rimuovono e riprovarci
ripartire  e tutte quelle casuali coincidenze
come una castagna per terra da calciare
un'amatriciana, un libro sui dettagli
e cosa porti a chi e dove e come fare
non son neanche ricerche che uno fa
resta enigma magma missterio
del perchè mai del desiderio del te o un'altra
che sei niente prima sagoma forma aria bocca
oppure anche solo per le tette o io oh che bel culo
per i capelli, per come cadono sugli occhi delle volte
per gli occhi piacciono dopo sempre tutti è uguale anche brutti
rutti come? Ma allora cos'è che amo? quale parte
se tu resti? Magari come tagli o tieni l'unghia
quel collo sottile, o le rughe , un dente un po storto
il modo che hai quando fumi,
gli occhi quando si fanno piu chiari. 
Non c'è precisione, non si da dire,
non c'è un esattamente questo o quest'altro
Allora come sotto l'acqua si sfoca
Le parole bolle d'aria che escono
e rimangono la sola traccia enunciabile
anche se spesso solo un fallimento linguistico
le parole 

(simurgh)

 

( foto di Bill Viola)
Samaritane le parole
all'orlo di quel pozzo in ora sesta

Caldi del cammino,giunti
ci dissetiamo senz'acqua
come mai avvenne prima

Parole si fanno d'acqua
che non si beve e dura
come cibo che non si mangia

Ho sempre creduto prima di togliermi la sete,
bevendo,cibandomi la fame

Come mai con te mi basta il cuore?
 
 
 

Jesus blood never failed me yet

Post n°459 pubblicato il 02 Giugno 2012 da simurgh2
 

 

Il 26 Maggio, alla stazione di Mestre compro questo "Barnum" di Baricco.
Sono articoli che scrive per una rubrica sulla "Stampa"
Sfoglio le prime pagine e trovo questo titolo: "Figli di un Dio ubriaco". Sotto il titolo una citazione da Tom Waits. Parla di un disco, una canzone: "Jesus blood never failed me yet". E' anche l'unica frase ripetuta della canzone, un loop insomma.  Lo prendo per leggere anche solo questo articolo qua, ma ce ne sono altri di belli. Ne avevo già parlato, anche fatto un post QUA'.
Mi sembrava bello. Un altro modo di raccontarla.

"...fanno tenerezza queste note in alto, uncinate per un pelo e tremolanti. Ci senti tutti i denti che non ha più, il fiato corto, , e l’artrite e tutto il resto. Non c’è altro: solo la sua voce, che canta senza mai smettere lo stesso ritornello, sereno, e un po’ malinconico. Niente accompagnamento. Qualche rumore di fondo, voci lontane.
Delle parole non capisci niente. E non solo perché è inglese. Senza dentiera, con tutti quegli anni, le parole diventano fantasmi. Suoni. Ma che razza di disco è mai, ti chiedi.
[..], Scopre che quel ritornello viene da una canzone religiosa (Jesus’ blood never failed me yet), e scopre che è fatto ad anello: lo puoi ripetere all’infinito, è come una nenia interminabile. Ci lavora su per anni. 
[..]Dopo un paio di minuti senti arrivare, alle spalle del vecchietto, un’orchestra di archi, da lontano, a poco a poco, che si carica sulla sua voce, la avvolge di una coperta, per così dire, e se la porta in giro. La voce è sempre quella, ma inizia a suonare diversa. Si scalda, sotto la coperta. Ma guarda, pensi. E intanto, a poco a poco, quasi non te ne accorgi, arrivano le arpe e poi delle campane, e un coro, e delle percussioni, e poi un flauto, due clarinetti, un oboe, e le trombe, e i tromboni (piano, però, per non spaccare nulla) e perfino un organo, e una specie di gong e chissà cos’altro. La vocina del barbone continua a cucire il suo ritornello, minuscola e fragile, ma è divenuta ormai una reliquia portata in corteo, un ossicino di un santo che ti  guarda dall’alto di una processione sontuosa: al rallentatore, ondeggia e va, per le stradine della tua testa. Potrebbe anche bastare ormai – lo senti – quella musica ti ha incastrato. Ma non è ancora finita. A un certo punto, nella gran processione si fa largo un’altra voce, sembra sparata in un megafono, poi si avvicina e allora la riconosci, sarebbe impossibile non riconoscerla: Tom Waits. E chi, se non lui? Tom Waits – lo dico ai pochi che non lo sanno – è uno che canta e nella sua voce ci sono le voci di tutti i barboni ubriaconi del mondo. Non è una voce, è una discarica pubblica, è una sigaretta lunga anni, è milioni di birre e chilometri, e centinaia di amori e motel. È una delle voci più emozionanti che vi può capitare di ascoltare. E adesso arriva lì in mezzo, a duettare con quel barbone che nel frattempo è morto, ma non importa, la sua voce non si è mai più fermata, tutti e due a dondolare su quel ritornello eterno, e inarrestabile. Tom Waits. E il vecchio barbone. Figli di un Dio ubriaco. Sembra che non abbiano fatto nient’altro tutta la vita. Solo cantare insieme, tutto il tempo. E scolare birre, naturalmente.  Finisce che a poco a poco la processione si allontana, come è venuta adesso se ne va, sparisce dentro lo stereo, si lascia dietro un po’ di violini impiccati su note altissime, e brandelli di Tom Waits che sparacchiano note come sberleffi al  mondo. Il barbone se n’è già sparito. E tu lì a chiederti: chissà come si chiamava. E quando è morto, e come, e dove. E se ne sapeva altre, di canzoni così.

Da Barnum Cronache dal Grande Show, di Alessandro Baricco. Universale Economica Feltrinelli, pagine 27-29.

 
 
 

L'Orlando Furioso stà avanzando verso Mirandola

Post n°458 pubblicato il 01 Giugno 2012 da simurgh2
 

Micro  Poema Epico

Montato a cavallo, s'è deciso, siam scesi giù.
Come un Orlando Furioso, bardato di arme e scudi
siamo scesi negli inferi in cerca dei giganti.
Da immani secoli cacciati da Zeus rivoltosi
li relegò sotto il peso del vulcano ma, son scappati.
"Oh , inique e fiere arpie
ch'all' Italia e d'error piena,
per punir forse antique colpe rie,
in ogni mensa alto giudicio mena! "
I Giganti son venuti su scavando da sotto i vulcani
Hanno spostato faglie, montagne sotterranee
portandosi dietro draghi, serpenti, satanassi e balene
Ma l'Orlando con i suoi Morganti è furioso contro i Giganti
ed son sceso nelle viscere tra le alture del Golan della piana.
"sappi che non son torri ma giganti
e son nel pozzo intorno alla ripa
da l'umbilico ingiusto tutti quanti"
e siamo nell'ottavo cerchio dell'Inferno.
Tra le faglie che stritolano procediamo
con noi io l'Orlando,
paladini Carlo Magno, Don Chisciotte

Bud Spencer, Clint Eastwood, Uma Thuman
affondiamo nella sabbia e il pantano
ma è un luogo morbido, come la pancia di una cerva
languido, fradicio di erbe consunte di idrocarburi.
Bestia acquosa di acqua e fango dai lenti moti
inesauribili trappole fatte di gorghi
in questa selva di roccia oscura
dove cercare i mostri e come cercare la donna amata
e la selva di roccia e come il labirinto
dove si aggira un nuovo Minotauro
il peccato ignavo e crudele dell'inferno terremotoso
veniamo a cercare salvezza e redenzione
santi eremiti contro malvagi draghi, mostri e giganti
saraceni, incantatori e fanciulle sorridenti, Atlanti dello scuro.
L'Orlando non sapeva quando e per che cosa
il sacro nelle viscere caduto, per quale infamia
e ragione degradato  ad abitar tra i demoni
e i mostri, era convinto la viveva un Dio disperato
Ecco, adesso siam sotto qua e scorre sangue nelle battaglie
Fermeremo le faglie, cacceremo i giganti,
diventeremo un nuovo poema da raccontare ai bambini,
la sera, fuori dalle tende,
per quel cuore morbido della Romagna l'Emilia
Lei, l'Angelica dell'Orlando, sua amata

 
 
 
 

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SAINKTO NAMTCHYLAK

 

I LIBRI SUL COMODINO

-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici 

 

Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)

 
 
 
 

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