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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

Invidio il vento

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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

Messaggi del 30/11/2010

Un assaggio da "Sunset unlimited"

Post n°49 pubblicato il 30 Novembre 2010 da simurgh2
 

Siamo alle pagine finali e il climax è questo, in tutto il libro

BIANCO “ reverendo”, io anelo all'oscurità. Io prego che arrivi la morte..Se pensassi che da morto incontrerei le persone che ho conosciuto in vita, non so cosa farei. Sarebbe la cosa piu orrenda. Il colmo della disperazione. Se dovessi rincontrare mia madre e ricominciare tutto daccapo, ma stavolta senza la prospettiva della morte a consolarmi...Beh, sarebbe l'incubo finale. Kafka con i controfiocchi (pag.109)

 

NERO Cazzo, professore

 

BIANCO Mi faccia finire. Io non considero il mio stato mentale una visione pessimistica del mondo. Io lo considero equivalente al mondo cosi com'è. L'evoluzione non potra condurre la vita intelligente alla consapevolezza di una certa cosa al di sopra delle altre, e questa cosa è la futilità

 

NERO Mmm. Se capisco bene stai dicendo che tutti quelli che non si bevono la visione del mondo dei poveri stronzi si dovrebbero suicidare.

 

BIANCO Si.

 

NERO Mi prendi per il culo?

 

BIANCO No che non ti prendo per il culo. Se la gente vedesse il mondo e la propria vita per com'è davvero, senza sogni o senza illusioni sceglierebbe di morire il prima possibile. Io non credo in dio, lo capisce questo?...E io rifuggo queste discussioni. Il discorso dell'ateo del villaggio che ha come unica passione quella di vilipendere dalla mattina alla sera qualcosa di cui nega innanzitutto l'esistenza. La comunanza di cui lei parla è basata solo e soltanto sul dolore. E se quel dolore fosse veramente collettivo invece che soltanto ripetitivo, il suo peso basterebbe a staccare il mondo dalle pareti dell'universo e a farlo precipitare in fiamme in mezzo a quel po' di notte che saprebbe ancora generare prima di ridursi ad un nulla che non è neppure cenere. E la giustizia? La fratellanza? La vita eterna? Santo cielo, amico mio. MI mostri una religione che prepari l'uomo alla morte, al nulla. Questa sarebbe una chiesa in cui potrei entrare. La sua prepara solamente ad altra vita. Ad altri sogni, illusioni, bugie. Se si potesse bandire la paura della morte dal cuore degli uomini, non vivrebbero un giorno di più...Sopra ogni gioia pende l'ombra dell'ascia....eccetera eccetera

 

NERO Da quant'è che si sente cosi?

 

BIANCO Da tutta la vita. La rabbia, di fatto, la provo solo nei giorni migliori. (pag 113)

 
 
 

Sunset limited

Post n°48 pubblicato il 30 Novembre 2010 da simurgh2
 
Foto di simurgh2

La storia è questa: "La cucina di una casa popolare, un tavolo, due uomini seduti intorno. Uno dei due è bianco, l'altro è nero. sul tavolo c'è una Bibbia. I due uomini parlano. Non si conoscevano prima di questa mattina, quando il nero ha strappato il bianco dalle rotaie del Sunset Limited sotto cui stava lanciandosi. ma quello era solo l'inizio. Ora i due devono andare oltre. E così parlano. dai due lati del tavolo, da prospettive, lingue e colori antitetici, fra picchi di comicità e abissi di sisperazione senza contatto possibile oltre all'ingegno folgorante della penna che li ha partoriti.
Un inedito McCarthy che con questo "romanzo in forma drammatica" raggiunge il nucleo pulsante della sua indagine esistenziale. Non ci sono approdi, prese di posizione, risposte. C'è solo una domanda: che cosa ti divide dal tuo Sunset limited? "

Butto giù due robe tanto per orientarmi e districare quel che in fondo non è pace ma rabbia quel che mi resta come sentimento alla fine del libro. Dev'essere quell'età definitiva quella di McCarty, come in fondo la mia, in qualche modo incompiuta, dove tutto l'irrisolto sedimentato negli anni e depositato sul fondo,a rimescolarlo quel fango denso non può che intorbidire ulteriormente la limpidezza di quell'acqua come degl'ignavia dei semplici.
"A che vale la vita?"
Son seghe, anche se a me piacciono da morire. La paura di perderla? Ne vale la pena? Diventano chiodi fissi che avvelenano il sangue.
Hai un dio? Sei a posto.
Io che non ce l'ho sono fregato. Non c'è consolazione ne scopo piu alto. Mio nonno Vittorio diceva che la soddisfazione di un uomo stà in un lavoro ben fatto. Non potrebbe bastare cosi? La soddisfazione di un vivere, cose semplici invece di star qua a tormentarci e smenarla? Soddisfazione, esser contenti, come trovarne? La trovi? Sei a posto. Dio o non dio, sei a posto. Oppure come un anacoreta mi ritiro nella palude a meditare sui chiodi fissi dell'umano pensiero. La vita, la morte, perchè darsi la pena di un vivere?
Tra il serio e il faceto ecco, io sceglierei il faceto e da ciò trarne gaudio in un facere e farne buon facies a una clemente sorte.
Adesso vado di la a stendere i cachi che vengano maturi che poi faccio la marmellata e vi dico come la vedo questa storia. Però bel libro, si legge in un'ora due, gli do 4 punti su cinque 

 
 
 
 

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Ecco, cercavo tracce o indizi di spiegazioni di questi...
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https://youtu.be/yYHQmjAbwXw
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Indugiò, sempre qua e là muovendo - Poi timidamente Bussò...
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-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici 

 

Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)

 
 
 
 

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