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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
Messaggi del 12/01/2011
The Sisters of Mercy -- Lucretia, My Reflection Ieri mattina, sarà anche per il tempo che non cambiava, ero triste, mi sentivo oppresso, un'indefinita angoscia, come un grumo nel petto. Ero impedito a sovvertirne le sorti. Poi mi è venuta in mente un'amica della Stefy. Una tipa maldesta, incline a combinar della vita disastri, piccoli disastri, che un pò combiniamo tutti, ognuno a suo modo. Insomma era ben strana la tipa. Succedeva che stavi la a parlare con lei e si vede che forse in discorso andava in anfratti che non la facevano star bene e allora, mentre tu stavi la a parlare la vedevi andare con lo sguardo come in cerca di ragni negli angoli dei muri del soffitto o, se eri fuori, in cerca di qualche nuvola o aereo, non sò e poi la vedevi che con le labbra faceva come cantasse nei pensieri la la lallà, la la lallà e via cosi, finche tornava. Non era mica matta però so che ne aveva tirata di coca quella là. Non sò se c'entra. Ieri mattina che avevo sto grumo nel petto mi era venuta in mente lei. Allora ho cominciato anch'io a fare la la lallà, cosi, guardandomi distrattamente in giro. E a forza di fare la la lallà alla fine quell'opressione nel petto si è dissolta, come un'aspirina in un bicchiere di acqua frizzante. Guarda un pò mi son detto. |
Post n°112 pubblicato il 12 Gennaio 2011 da simurgh2
Nirvana - Lithium Ho tirato su le tapparelle quando l'ho sentito cantare. Le ho tirate su piano. Si spaventano con niente, le bestie. Quando l'ho sentito nelle poche fessure, prima di alzarla, non si vedeva nessun chiarore. Sono le sei e quananta, ho in mano la tazza, il caffè appena versato. Le tiro su piano. Un chiarore dalla porta finestra sull'erba ancora bagnata. Un merlo che canta. Ma non erano morti? Nei giorni scorsi che mettevo fuori le bucce di mela, i pezzi di pane avanzati, qualche pezzetto di carne io, non li avevo piu visti. La roba era la. Non ne venivano piu. Son tutti morti. Invece ce n'è uno che canta, sul ramo del fico. E' la che mi accendo la sigaretta e aspiro. Comincia a far chiaro. Una lunga scia di fumo nell'aria, spinta fuori stringendo le labbra. Lui canta e gorgheggia. Che cazzo avrà? Sarà contento o forse chiama gli altri, dai sù, dove siete? Entro. Prendo la carabina ad aria compressa appoggiata all'angolo del muro. Tengo la sigaretta in bocca quando lo miro. Del fumo mi va nell'occhio che chiudo. Tiro. Un suono secco. Lo uccido. Ora sono le sei e cinquantasei e sono qua a dirlo. Ne ho acceso un'altra finendo il caffè. C'è silenzio adesso. Ecco, le campane delle sette. Poi c'è stata questa sensazione che si fà intuizione. Quel breve istante in cui avviene. Un'intuizione confusa e magmatica ma che aveva a che fare, nella sostanza, con l'irreparabile. E' stata adesso, alle sette passate, la certezza che non si puo tornare indietro. E' logico, lo dicono tutti, niente di strano ma, quando questa improvvisa consapevolezza diventa l'enormità del fatto, che non è tanto per dire e che quanto fai è irreparabile beh, è una bella botta. Non so se si capisce? Forse, questo senso dell'irreparabile, era proprio quello che volevo. Bon! Mi preparo: Vado a lavorare. Ore sette e dodici |
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SAINKTO NAMTCHYLAK
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-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)