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Messaggi del 07/09/2011
Post n°298 pubblicato il 07 Settembre 2011 da simurgh2
Nel reparto dove stava la chiamavano la ballerina.
La ballerina faceva queste cose sul letto della sua stanza d'ospedale. Con del fil di ferro che non avrebbe neanche potuto tenere in quel reparto la. Creava mondi interi di figure e storie incredibili che si teneva in testa senza dirle a nessuno. Lei si girò per accendersi la sigaretta e ripararsi dal vento. Un bicchiere di plastica di quelli delle macchinette del caffè rotolò per terra, sul cemento del piccolo giardino. Pareva arrotolasse la sua ombra che quell'ora faceva lunga e pareva uscire dal bicchiere. Un merlo volando si appoggiò sopra la rete e fischiò due tre note. Io schiacciai la sigaretta sotto il mio piede e soffiai il fumo per aria guardando quel bicchiere e poi il merlo. Quando mi girai a guardare la ballerina vidi che la camicia da notte di carta stava bruciando e una fiamma arancione si alzava dall'orlo. Mi alzai subito per dirle che stava bruciando. Un raffica di vento fece alzare la fiamma, ci fu un lampo e la ballerina avvampò, coperta da un manto di fuoco. Ero impietrito. La ballerina sollevò le sue lunghe braccia e levitò lasciando il giardino sollevandosi dalle lunghe gambe, come una fenice da quella crisalide di carta, alzandosi sempre di piu, fino a che la camicia da notte le si stacco dalle spalle e svolazzò via. Un fantasma nero e sbrindellato che saliva in cielo in mezzo ad una colonna di fumo e cenere, e a quel punto lei tornò a terra, nuda e bianca e rimase li, praticamente imperturbabile. Prese su le sue ballerine di lavanda, eleganti e diffidenti nei fili di ferro che non diranno niente di quanto accaduto, casomai se ne fossero accorte. La ballerina si girò e, nuda e bianca tornò dentro. L'ispirazione al racconto proviene da un libro di Charles D'Ambrosio "Il museo dei pesci morti" Minimum fax
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