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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

Messaggi del 22/09/2011

Gli occhi delle persone quando guardano il fuoco dicono la verità- Paesaggio con ferro da stiro

Post n°303 pubblicato il 22 Settembre 2011 da simurgh2
 

 

Gli occhi delle persone quando guardano il fuoco dicono la verità

Non ci avevo mai pensato fosse una forma d'arte accendere un fuoco.

Miyake accendeva fuochi in spiaggia la sera. "Incastrava e assemblava tronchi grossi e legni piu piccoli come fosse una scultura d'avanguardia. Ci girava intorno e osservava il risultato. Gli bastava guardare com'erano disposti per immaginare il modo in cui si sarebbero alzate le fiamme.. Come uno scultore che guarda una pietra già vede l'atteggiamento della figura che vi è nascosta"

Un'essenza zen, questa, molto radicata nella cultura giapponese, essenzialmente credo, alla spiritualità e ai rituali estetici giappo-orientali.
Diventerò uno che accenderà falò
Ci sono cose che solo da grande scopri. Cosa farai da grande? comincio a capire solo adesso, come quel fuoco"che imparerà a far crescere la fiamma lentamente, con impercettibile dolcezza, come sapienti carezze, con l'unico scopo di riscaldare il cuore. Fiamme che assorbono il silenzio e perdonano ogni cosa."

Unpredictable.

"Paesaggio con ferro da stiro", si chiama il racconto. Non so perchè, ho riletto e non ho trovato nessun ferro da stiro. Ho pensato che sia una metafora che indica il come levare le grinze, gli stropicciamenti della vita; diventare un costruttore di fuochi.

Il costruttore di fuochi è uno che ha mollato tutto, che è partito lasciando moglie e figli. Un pittore. Tutti i racconti parlano di un incontro che puo cambiare il corso della vita. Forse è solo questo,tutti cerchiamo un incontro, oppure accade senza cercarlo ma è sempre determinante per qualcosa di noi.

" Ormai è una specie di malattia. Anche il fatto che sono finito in questo posto in culo al mondo, è perchè non ci sono altre spiaggie dove si trovano tanti legni trasportati dalla corrente. Solo per questa ragione. E' per fare fuochi che sono finito qui."
In quel posto incontra la sua compagna di fuochi, diventano amici. A lei piace guardare i suoi fuochi.
C'è questa storia di partire, di andarsi a cercare un posto. E' una cosa che dovrò fare anch'io. Mi cova dentro potente. Partirò. Non so dove andro a finire e neanche che cercare ancora ma voglio un posto in cui andare, un posto in culo al mondo.

Miniature di esistenze. Personaggi introversi a cui manca qualcosa di importante, come tutti, che non si sa neanche dire e neanche Murakami lo fa, ne fa degli acquerelli, ti da delle sensazioni in racconti in cui non c'è quasi mai una fine, non come te l'aspetti, non finiscono ecco.

- Tu hai mai pensato in che modo morirai? -
Dppo averci riflettuto qualche istante Junko scosse la testa.
- Beh, io ci penso spesso. -
- Tu come pensi di morire?-
- Dentro un frigorifero -

Può essere il modo di morire ad indicare come vivere.

- Sai Myiake..
- Cosa?
- Io sono completamente vuota
- Davvero?
- Già

-...che ne diresti di morire assieme a me.adesso?
- Morire? Perche no?
- Dici sul serio?
- Si, dico sul serio

- Quando il fuoco sarà spento e tutto sarà buio, moriremo insieme.
- D'accordo, dice Junko, ma come moriremo?
- Ci penserò.
- Va bene.

Forse con quest'uomo non potrei vivere, pensò Junko, perchè non riuscirei mai ad entrere nel suo cuore. Però morire con lui si, questo forse sarebbe possibile.

- Posso dormire un pò? chiese Junko
- Va ene.
- Mi svegli quando il fuoco sarà spento?
- Stai tranquilla. Quando il fuoco sarà spento, avrai freddo e ti sveglierai

"La forma del fuoco è libera e siccome è libera chi la guarda puo vederci qualunque cosa. Se guardandola provi una sensazione di pace, è perchè la sensazione di pace che uno ha dentro ci si riflette. Capisci cosa intendo?"

Si, capisco murakami, piu che capire lo sento, lo sento e non lo so spiegare questo sentire cosa vuoi dire. In questi casi basta il silenzio. Guardando il fuoco Junko percepisce qualcosa, qualcosa di profondo, un'emozione condensata perchè, forse troppo viva, con una consistenza troppo concreta per poterla chiamare idea. La senti che ti attraversa il corpo di dentro, lentamente e che svanisce poi da qualche parte lasciandoti una sensazione di struggente nostalgia. Sentire delle volte, in modo stranamente preciso, delle cose in cui nella vita di tutti i giorni non ci prestiamo caso. A me accade, accade a tutti, in genere lasciamo perdere, è una sensazione che poi va a svanire. Ecco, a me quel rantolo percettivo mi si imprime profondamente, in genere.

Non ci sono mai fuochi uguali

Paesaggio con ferro da stiro

Una piastra calda che disgrinza col suo fiato
le pieghe dove la vita s'ingrespa e stride
Liscia come carezza stende la sua piega
In quelle pieghe dove l'esistere si nasconde
Increspature come l'acqua del lago
Il ferro segue con la prua la rotta
le segue  e persegue infine le spiana
Chiusa nel pugno la stoffa grida impotente
la sua impercettibile rivolta salto e svolta
Mi piace però quando indugia
tra il bottone e l'occhiello
Un paesaggio interiore con ferro da stiro
Una catasta di biancheria nel cesto abbandonata
ed io qua a scrivere una poesia con l'incipit staccabile
Una vita da stirare e ho finito l'appretto
Una mutanda, maglietta,calzini, camicia
Però neanche mi piacerebbe una vita stirata
Confido allo stirare un piacere non usuale
Non tutto intendo andrebbe stirato
Le lenzuola stirare e piegate solo quando
vengo a letto con te che le rifai e riappari
Dammelo indietro quel ferro da stiro che ho lasciato da te.

(simurgh)

 
 
 

SANMAURIZIO

Post n°302 pubblicato il 22 Settembre 2011 da simurgh2

L'aria da martire c'è l'ho per recita e per turbe interiori, per naturale propensione, inclino a declamarlo il martirio. Oggi il mio santo, l'ononastico Maurizio, capo della legione Tebea, detta Fulminante, ai confini orientali dell'Impero Romano, però ho letto che l'hanno mandata anche sulle Alpi, per via che venivano giu questi Galli a far pandemoni.

Il quadro è di Goya

Comandava tutto questo Massimiano I soldati di questo che si chiamava come me e che ne avrà avuti seimila, perchè Maurizio era un generale, mica come me che son solo caporale e che questi "eseguirono brillantemente la loro missione, tuttavia, quando Massimiano ordinò di perseguitare (ed uccidere) alcune popolazioni locali del convertite al cristianesimo, molti tra i soldati tebani si rifiutarono. Massimiano ordinò una severa punizione per l'unità e, non bastando la sola flagellazione dei soldati ribelli, si decise di applicare la decimazione, una punizione militare che consiste nell'uccisione di un decimo dei soldati, mediante decapitazione." E cosi via fino a farlo martire e santo.

Mia mamma da giovane era a servizio in una famiglia di rampolli in città. Lei faceva anche quella che dava un'occhio ai bambini. Questi due bambini si chiamavano Maurizio uno e Lorenzo l'altro. Piu di ogni altra cosa per lei è stato il suono e quel che in lei sortiva quel nome. Ho questo nome per il modo aggraziato con cui la madre li chiamava, per come pronunciava quel nome insomma. Mia madre deve essere stata colpita dallo charme e dalle proiezioni immaginative, dalla sindrome da imitazione al modello sognato. Chissà come si formavano i miti nelle teste delle fanciulle di allora che mica sapevano di riviste patinate e tivù. Al massimo c'era la maestrina del paese, la contessina robe cosi. Sogni romantici. Devo il mio nome alla zeta. Era questa che piu di ogni cosa, secondo come la vedeva mia madre, la zeta a colpirla. Secondo lei quella lettera era segno e suono di nobiltà. Io da lei l'ho capita cosi. E mio fratello come si chiama? Lorenzo, ecco. Altro fatto è che il mio cognome ha dentro un'altra zeta. Barzi. E a pronunciarla qua, dove son cresciuto ad uno non è che la zeta gli esca di bocca tanto bene, che gli venga un bel suono, no. Un pò come agli emiliani o i romagnoli non so, però li ho sentiti che fatica  fanno anche loro. A me per esempio che quando andavo a scuola mi facevano alzare in piedi per dire il mio nome, facevo delle smorfie con la bocca per dirlo che venisse fuori un po bene. Queste cose bisogna saperle, del perchè e del percome a uno gli mettono un nome.

Uno spritz
al Campari

 

 

Guardando sui video e citando maurizio mi esce questo che qua al lavoro non si apre neanche, sicchè non lo sento. E' stato recitato in campo S Maurizio a Venezia, solo per quello. Però conosco il poeta, Giorgio Baffo, un grande poeta dialettale.
Ecco come lo definì Apollinaire:
« Questo celebre sifilitico, soprannominato l’osceno, lo potremmo considerare il più grande poeta priapeo mai esistito, ma, al contempo, uno dei massimi poeti lirici. »
Di seguito l'opinione dell'amico e discepolo Giacomo Casanova:
« Genio sublime, poeta nel più lubrico dei generi, ma grande e unico. »
Speriamo bene.

 

 

 

 

 

 

  

 
 
 
 

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-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici 

 

Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)

 
 
 
 

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