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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
Messaggi del 11/10/2011
Gianni Celati, un uomo di foce, di fiume, di barene e di pianura è uno di quelli a cui tengo. Non tanto per un'assolutezza della sua prosa, non so come dire ma da un po seguo le sue tracce, le sue e quelle di una congrega che ne condivide una filosofia diciamo, che potrei chiamarla come quella di dar aria, di aprir finestre e balconi e far un po di corrente. Il suo punto di vista, tante volte sulle cose è quello che diciamo prende da Giacometti, da una sua citazione e che dice «Una volta andavo al Louvre e i quadri mi davano sempre l’impressione del sublime. Adesso vado al Louvre, e non posso fare a meno di guardare la gente che guarda le opere d’arte. Il sublime per me adesso sta nelle facce di quelli che guardano», ecco ma potevo cercarne anche una sua, comunque non è di lui che volevo dire ma piuttosto di un attraverso un suo libro.
Stamattina, che qua al lavoro tengo due vetrinette di libri miei che a casa non mi stanno allora prendo in mano un libro suo. "Cinema naturale si chiama" e lo sfoglio cosi, cercando non so neanche cosa, invece ci trovo delle note qua e la. Una era questa qua sotto. Non si legge tanto bene ma è scritto:
Ma no dai che devo prendere una citazione da questo libro. Che c'entra Giacometti? Insomma, fatto sta che stamattina mi son fatto comprare una kenzia al mercato, che mi veniva in mente di far felice mia madre che se lo merita. Una bella kenzia da mettere in un angolo, in parte del mobile in salotto, vicino alla porta finestra. E tutto questo non perchè ho letto Celati ma perchè c'era quell'appunto in un libro suo di mia madre che mi regala le violette. Non è una cosa che fa di solito con me. Una donna riservata e vergognosa che non manifesta con me l'affetto platealmente, no. Ha "sudision" si dice qua, una sorta di timore con me, come mi temesse un po, per via che a volte son orso un po mugugnoso e irritabile. Tra me e lei un bacio a natale o ai compleanni, robe cosi. Insomma gli ho comprato questa bella kenzia, che è roba che mettono nei saloni al Quirinale, nei corridoi delle ville patrizie, un po po di pianta insomma, importante ecco. Lei è appassionata poi di piante. Me la vedo che se qualche siora va li a bere il caffè e gli dice ma che bella kenzia, lei subito, che me la vedo altera ed orgogliosa a dire "Me l'ha regalata mio figlio". Ecco, volevo dire questo. |
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
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