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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

Invidio il vento

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(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

Messaggi del 15/11/2011

Sakamoto

Post n°351 pubblicato il 15 Novembre 2011 da simurgh2
 

Ci sono tanti silenzi, variazioni sul tema, come le tristezze, le foglie nei colori d'autunno, due colombi sulla fontana l'acqua che cade sulla pietra è un modo del silenzio per me; ed anche la musica di Sakamoto lo è stata l'altra sera al Geox di Padova. Mi era rimasta impressa la sensazione di ciò, del silenzio anche tra grumi di note che scivolavano via. Tornando a casa poi, in macchina, non ho messo su niente, nessuna musica, il rumore di fondo dell'auto, un non-rumore. Anche questa è una categoria, come l'acqua della fontana, o come quello del vento, suoni del silenzio. "L'odore degli elefanti dopo la pioggia, come una vertigine che ti trova quando non la cerchi piu". Una dimensione che sorprende. Pensando a quanto raramente riusciamo ad accedervi, a concederci il lusso di quel tempo. Una volta avevo un posto in cui mi ero creato un tempio per quel tempo dedicato al silenzio. Era il mio giardino personale, in una zona di risorgive, pieno di pozze d'acqua che sgorgava dal fondo. Avevano un suono quellle bolle quando si liberavano nell'aria. Un suono liquido che viene dal sottosuolo. Anche quello di Sakamoto si puo definire un suono liquido. Droni, molecole, bite, onde che fluttuano e spostano, riaccendono e distendono, scatenano impercettibili epilessie, l'elettricità purpurea che nel corpo ci attraversa. Durante il concerto ho notato la questione del battito. Non è proprio quello che si farebbe con il piede. Un pulsare in testa, regolare e scandito uniformemente nel tempo. Quel genere di regolarità che ci fa che ci fa aspettare come che qualcosa accada. Un'imminenza che non sai distiguere se non la porti a livello di coscienza. Allora pensavo che, se non è cosciente, è un'emozione indistinta che fluttua e si mescola ad altre: E che uno non sa distinguerle, scinderle, dargli un nome. Piuttosto le associa ad immagini visive.
Personalmente, piu di ogni altro, lo preferisco con David Sylvian. Non so se sarà piu possibile ascoltarli dal vivo quei due. 

 

Ryuichi Sakamoto Trio 1996 - Merry Christmas Mr. Lawrence -

Deve avere una predilezione per i primi tasti, la sesta ottava diciamo, quella con i suoni piu acuti. Quando si sofferma la, mi viene in mente un piccolo pianoforte che avevo da bambino, dove picchiavo con un dito. Quelle note della canzone qui sopra, all'inizio. In moltissimi punti ho sentito il respiro che si bilanciava alla melodia, alle suppliche, al corteggiamento, anche a grumi di rabbia. Come se la musica riflettesse le dinamiche di una vita emotiva, la sua, che si dilatava e contraeva alla mia. Dev'essere una questione di battiti. C'è questa questione dell'aspettarseli, come un tendersi sulle corde, prevederli, anticiparli ed è li che a volte ti inganna, per sorprenderti. Il fatto è che li conosci quasi tutti quei pezzi. Però erano riarrangiati, diversi. Penso che l'estrazione metrica, il sapere quando la pulsazione accade e cada, sia cruciale per l'emozione musicale. Nella violazione e nell'inganno che la musica perpetua ecco, il violare delle nostre aspettative. Che sia il timbro, il profilo melodico, il ritmo, il tempo ecc, ecco, l'esecuzione dal vivo sorprende ed inganna.
Lo trancio da qua il post. Non so, magari domani mi vien da scriverci dell'altro ma non mi pare sia il caso, visto la piega da che due maroni che ha preso.
Chiudo bottega. Vado a cena 

Ryuichi Sakamoto Trio 1996 -  Rain -

 

 

 
 
 
 

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