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Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
Messaggi del 14/02/2012
Post n°400 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da simurgh2
Nel 1997 questo ragazzo russo degli Urali scrive questi versi, Nei 2001 a 27 anni si è impiccato nella sua casa.
E non morire mai Una nave smaltata Stò disteso e penso: Il rubinetto gocciola piano.
In una poesia, scritta in una camera forse d’ospedale, la vita gli appare da una nebbia, e lui cerca di sollevarsi dal letto perché vuole guardarla negli occhi. «Guardarla, mettermi a piangere, / e non morire mai». Questo verso finale e sospeso, sussurrato ai suoi lettori prima di fare l’esatto contrario, ci fa sentire nudi. «Non morire mai»; è una frase quasi impronunciabile. Ma in qualche modo, in una pur minuscola misura, la nostra lettura ha esaudito il suo desiderio. Ciascun lettore, nel silenzio della sua stanza o nel fragore di un vagone del treno, ha desiderato la stessa cosa." (da Silvia Avallone, Fu cosi' che divenni Anna Karenina "Corriere della Sera", 13/11/2011)
Scriveva Jacques Chessex ne Il primo odore, (Gaffi, 2005, pag. 82) romanzo sulfureo quant’altri mai: “Di tutti i suicidi possibili l’impiccagione è il più triste perché rivela un disprezzo di sé peggiore di qualsiasi altra morte. La pallottola nella tempia uccide un infrequentabile avversario. Ripara un torto. Nobilita il morto. Il fuoco lo santifica. L’acqua gli dà un nuovo battesimo. Ma ci si impicca perché ci si disprezza, vecchio straccio, oggetto di rifiuto”. Bellissimo articolo
Questa l'ho tradotta io con google Meglio prendere il tram
Meglio prendere il tram, se si stà andando indietro nel tempo
Boris Ryzhy Immagini di Ramon Trinca
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