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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
Messaggi del 25/03/2012
"Lo stesso mare", di Amos Oz è uno dei piu bei libri che ho letto in questi ultimi anni. Riferimenti (è il titolo del capitoletto) Persa sua madre, lo supplicava il padre.[..]Rico diceva va bene ma piantala. Dita diceva cerchi, signor Danon, di capirlo almeno un poco. Anche lui sta male sa. E in piu lei gli mette i sensi di colpa, in fondo non è mica morta per colpa sua. Ha diritto ad una vita propria.[..] La vita continua. Tanto comunque si rimane soli[..] Tornerà signor Danon, ma non lo aspetti. Da allora, lui ogni tanto ve in giardino. Pota le rose. Lega i piselli. Respira lontano l'odore del mare: Questo il terzo capitoletto. Cose brevi. A volte poche righe, dei versi. I quattro personaggi principali ci sono gia . Nessuna fretta di dire dove si andrà a parare. Cosi, come i giorni delle nostre vite, scarne, anche qua, piccoli eventi dove tutto c'è gia stato e quello che sarà, ancora non si sà, e intanto tutto pare fermo. Son accadute delle cose: la morte della madre e sposa, Rico partito per il Tibet in cerca di sè, la solitudine del padre, la bella Dita, la sposa bambina che va a trovarlo e lo conforta. C'è il ricordo che si amplifica, la fuga o l'abitudine dei gesti. All'inizio si è come sospesi in questa atmosfera, come dentro una stanza dove entra un cono di sole e guardi la polvere caracollare lieve. Stai in silenzio perchè avverti il tormento e il dolore. Una pagina prima c'era la morte di Nadia Danon, l'usignolo e Narimi, il suo canto. Dopo il Tibet (cap. IV) "Da piccolo, era estate un mattino: con la mamma prese l'autobus da Bat Yam a Giaffra per andare a trovare zia Clara. La sera prima non c'era stato verso di dormire: la paura che di notte l'orologio si fermasse e non lo svegliasse piu. E se piove. E se non facciamo in tempo." Ecco, gia questa mi sembra poesia. Io mi incanto su queste cose qua. " Fra Bat Yam e Giaffra: un asino e un carretto si erano rovesciati. Angurie spaccate sull'asfalto bagnato di sangue[..] Poi un gatto investito. Sua madre gli prese il capo e se lo portò in grembo: non guardare sennò dopo urli nel sonno. Poi c'è questa cosa che mi ha colpito. una parola sola, immagini senza descrizione. " Un edificio in costruzione Rudere. Chiesa. Fico. Campana. Poi un frutteto, convento, palme Dopo, in Tibet, si addormenta, ma no.
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
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