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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran)
Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)
Messaggi del 26/03/2012
Dietro le apparenze ci sono solo altre apparenze "..Cos'era quell'enorme respiro che perecepiva intorno? Pensò alla sua infanzia, e chissà perché le apparve l'immagine di un bambino che, per mano alla sua mamma, torna da una fiera di paese con in mano un palloncino d'aria, il suo trofeo, e lo regge con fierezza finchè all'improvviso, ploff, il palloncino si sgonfia, qualcosa lo ha bucato, ma cosa? Forse la spina di una siepe? Devo aver gia cercato di spiegarmi questa disincrasia, di svelarne l'imprecisa fascinazione. Penso condividiamo eguali percezioni della realtà. un simile smarrimento, una sensazione psichica allucciinatoria, come pure la tensione tra il sogno totali8zzante e l'angoscia nichilista. L'impossibilità di scriverne "...Poi quel sogno è sparito per anni finchè, qualche settimana fa, è tornato. Tale e quale. Lo stesso cancello di ferro, bianchissimo, evidentemente i sogni non arrugginiscono, e neppure le emozioni che li accompagnano. Era tale e quale a quello che sentivo una volta, lo stesso struggimento, il desiderio di prendere la rincorsa e varcarlo, di correre per vedere cosa nasconde e dove conduce, e qualcosa che mi trattiene, ma non è più la voce di mio padre. Non è più la voce di mio padre, almeno sentissi la sua voce, è la paura di sentirla. Paura e basta. Questa perdita di centro e di certezza, un'ermeneutica interpretativa, che uno potrebbe anche mettersi la a far dei disegnetti con una penna biro, che la narrazione mica svela, però ti fa compagnia, come un guarda qua, guarda la dissolvendo la verità dell'interpretazione, come concetto almeno. Non è che questo spieghi niente, il dirmelo o scriverlo che venga letto, per questo trovarmi in uno stato oscillatorio, sospensivo, condizione che, a me pare normale. Tu leggi Tabucchi e, alla fine non ti resta niente. Quel niente cosi vicino a quello dove stò. Un posto dove l'altro è sempre assente Ah, disincrasia credo non voglia dire niente.
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
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