Un blog creato da synthesis011 il 21/03/2008

Alètheia

Amicus Plato, sed magis amica veritas.

 
 
 
 
 
 

Marx"In momenti come questi i mediocri pensano esattamente il contrario dei grandi condottieri. Credono di rimediare il danno diminuendo le forze in campo, frazionandole, cercando un compromesso con le necessità reali; viceversa Temistocle, allorché Atene corse il rischio di essere distrutta, spinse gli Ateniesi ad abbandonarla e a fondare sul mare, su un elemento nuovo, una nuova Atene".

Karl Marx, "Sulla strategia di Temistocle durante la battaglia di Salamina".
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"La soppressione della proprietà privata rappresenta, dunque, la totale emancipazione di tutti i sensi e di tutte le prerogative umane".

Karl Marx, "Manoscritti economico-filosofici" del 1844.
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"La resistenza passiva deve avere alla sua base la resistenza attiva. Altrimenti essa assomiglia alla resistenza che un vitello oppone al suo macellatore".

Karl Marx, "Un decreto di Eichmann", in "Neue Rheinische Zeitung" n.147; 19 Novembre 1848.
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"I proprietari di capitale stimoleranno la classe operaia a comprare più e più merci costose, case e tecnologie, spingendoli a prendere più e più credito, finché i loro debiti non pagati condurranno alla bancarotta delle banche, le quali dovranno essere nazionalizzate, e lo stato dovrà prendere la strada che alla fine porterà al comunismo".

Karl Marx, "Il Capitale", 1867.
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MarxEngels"Se i democratici proporranno che si regolino i debiti dello stato, i proletari proclameranno che lo stato faccia bancarotta".

Karl Marx - Friedrich Engels, "Indirizzo del Comitato Centrale della Lega dei Comunisti del Marzo", 1850.
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Engels"L'imposta in quanto tale grava in modo diseguale sulle differenti classi del paese. Per i poveri è un onere insopportabile, mentre sui ricchi incide in modo insignificante. (...)
Non appena il paese sarà conquistato alla democrazia sociale, non passeranno pochi mesi, anzi poche settimane, e la bandiera rossa sventolerà dalle Tuileries all'Eliseo. Soltanto allora sarà possibile abbattere dalle fondamenta il vecchio e oppressivo sistema finanziario con un colpo solo che spazzi via il debito nazionale e introduca un sistema di imposte dirette e progressive e altre misure di carattere non meno energico".

Friedrich Engels, "Lettere dalla Francia - I", 1849.
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Le tre leggi della dialettica.

  1. "La legge della conversione della quantità in qualità e viceversa.
  2. La legge della compenetrazione degli opposti.
  3. La legge della negazione della negazione".

Friedrich Engels, "Dialettica della natura", 1883.

 
 
 
 
 
 
 

Lenin"...divenne evidente che il primitivismo era legato all'economismo, e che noi non ci saremmo sbarazzati della nostra ristrettezza, nel lavoro organizzativo, senza esserci prima liberati dell'economismo in generale (cioè della ristretta interpretazione della teoria marxista, della funzione della socialdemocrazia e dei suoi compiti politici)".

Vladimir Lenin, "Che fare?", 1902.
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"Il complemento naturale delle tendenze economiche e politiche del revisionismo è stato il suo atteggiamento verso l'obiettivo finale del movimento socialista. «Il fine non è nulla, il movimento è tutto», queste parole alate di Bernstein esprimono meglio di lunghe dissertazioni l'essenza del revisionismo".

Vladimir Lenin, "Marxismo e revisionismo", 1908.
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"Un uomo politico, che desideri essere utile al proletariato rivoluzionario, deve saper distinguere i casi concreti dei compromessi inammissibili, in cui si esprimono l'opportunismo e il tradimento, deve saper indirizzare tutta la forza della critica, tutta l'acutezza di una denuncia spietata e di una guerra implacabile contro questi compromessi concreti, impedendo agli espertissimi socialisti «affaristi» e ai gesuiti parlamentari di cavillare e di eludere la propria responsabilità con disquisizioni sui «compromessi in generale». (...) Ci sono compromessi e compromessi. Bisogna saper analizzare la situazione e le condizioni concrete di ciascun compromesso e di ogni diversa specie di compromesso".

Vladimir Lenin, "L'Estremismo, malattia infantile del Comunismo", 1920.
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"Penso, compagni, che l'autocritica ci è necessaria come l'aria, come l'acqua".

Josif Stalin, "Rapporto all'Assemblea dell'Attivo dell'Organizzazione di Mosca", 1928.
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"I dogmatici e i talmudisti considerano il marxismo, le singole conclusioni e formule del marxismo, come una collezione di dogmi
«mai» mutabili, nonostante i cambiamenti nelle condizioni di sviluppo della società. (...)
Il marxismo non conosce le conclusioni e le formule immutabili, obbligatorie per tutte le epoche, per tutti i periodi. Il marxismo è nemico di ogni dogmatismo".

Josif Stalin, "Lettera al compagno Kholopov", 1950.
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"La bandiera della indipendenza nazionale e della sovranità nazionale è stata gettata a mare: non vi è dubbio che questa bandiera toccherà a voi di risollevarla e portarla in avanti, a voi rappresentanti dei partiti comunisti e democratici, se volete essere i patrioti del vostro paese, se volete essere la forza dirigente della nazione. Non vi è nessun altro che la possa levare in alto".

Josif Stalin, "Discorso al XIX Congresso del PCUS", 1952.

 
 
 
 
 
 
 

Marx"Nei paesi semicoloniali, come la Cina, i rapporti fra la contraddizione principale e le contraddizioni secondarie presentano un quadro complesso.
Quando l’imperialismo scatena una guerra di aggressione contro un paese di questo tipo, le diverse classi di tale paese, eccetto un pugno di traditori, possono temporaneamente unirsi per condurre una guerra nazionale contro l’imperialismo. La contraddizione fra l’imperialismo e quel paese diventa allora la contraddizione principale. (...) E’ quindi necessario, nello studio di ogni processo, che sia complesso e contenga più di due contraddizioni, fare ogni sforzo per trovare la contraddizione principale.(...)...occorre distinguere la contraddizione principale e quelle secondarie, e stare attenti soprattutto ad afferrare la contraddizione principale".

Mao Tse Tung, "Sulla contraddizione", 1937.
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CheGuevara"Non si può avere fiducia nell'imperialismo, neanche un pochettino così: niente! All'insegna della bandiera delle Nazioni Unite, nel Congo fu assassinato Lumumba. Erano queste le Nazioni Unite che i nordamericani pretendevano ispezionassero il nostro territorio, le stesse Nazioni Unite!".

Ernesto Che Guevara, 1964.
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Brecht"Lode al Comunismo".

"E' ragionevole, chiunque lo capisce.
E' facile. Non sei uno sfruttatore, lo puoi intendere.
Va bene per te, informatene.
Gli idioti lo chiamano idiota e, i sudici, sudicio.
E' contro il sudiciume e contro l'idiozia.
Gli sfruttatori lo chiamano delitto.
Ma noi sappiamo: è la fine dei delitti.
Non è follia ma invece fine della follia.
Non è il caos ma l'ordine invece.
E' la semplicità che è difficile a farsi."

Bertolt Brecht, 1933.
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"Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda è la voce del loro nemico.
Chi parla del nemico è lui stesso il nemico."

Bertolt Brecht.
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"Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico. Egli non sente, non parla, né s’interessa degli avvenimenti politici. Egli non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine, dipendono dalle decisioni politiche. L’analfabeta politico è talmente somaro che si inorgoglisce e si gonfia il petto nel dire che odia la politica. Non sa, l’imbecille, che dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore e il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, il mafioso, il corrotto, il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali."

Bertolt Brecht.

 
 
 
 
 
 
 

Cossutta"...è ammissibile che l'Italia debba sottostare alla volontà sopraffatrice degli Stati Uniti, in un'alleanza militare che ha perso - semmai le ha avute - le caratteristiche di un'alleanza difensiva? (...) Va respinta la linea imperialistica degli Stati Uniti di ricercare a tutti i costi la supremazia strategica per imporre al mondo le proprie scelte e va smascherata la pretesa di tipo schiavistico..."

Armando Cossutta, "I ritardi e gli errori del PCI nella lotta per la pace - Intervento alla riunione del Comitato Centrale del PCI", Gennaio 1984.
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"...colpire lo stato sociale, in questa società attuale, vuol dire colpire lo stato in quanto tale. In questa realtà il concetto di stato moderno, democratico, coincide con il concetto di stato sociale".

Armando Cossutta, "L'attacco allo "stato sociale" è attacco allo stato democratico - Intervento al Convegno Nazionale sulla finanza locale a Viareggio", Settembre 1985.
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"Nei discorsi di troppi nipotini di Togliatti non c'è più traccia di pensiero marxista né vecchia né nuova; non c'è neanche il rigore del pensiero non marxista. C'è semplicemente il rigore della morte del pensiero".

Armando Cossutta, "Troppi nipotini di Togliatti dimenticano nonno Marx - Intervista di Teresa Bartoli su < Il Mattino >", Ottobre 1985.
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Jaffe"La resistenza irachena sta facendo lotta di classe. Similmente, la lotta palestinese (...) è una lotta di classe. Per quanto populista sia la lotta (...) queste sono lotte di classe perché sono dirette contro uno stato o potere di classe capitalista e coloniale straniero. Ai nostri tempi ogni lotta di liberazione nazionale del terzo mondo contro l’imperialismo è una lotta di classe di significato storico se conduce ad una sconfitta di un potere o stato del primo mondo. La maggior parte delle lotte di classe economiche nei paesi imperialisti non hanno la stessa rilevanza storica. Tuttavia, se si uniscono alla lotta di classe anti-imperialista, allora tali lotte di classe possono divenire storiche."

Hosea Jaffe, "Lotta di classe, colonialismo e ruolo dei coloni", 2005.
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"Il genocidio causato dalla distruzione globale del comunismo primitivo ad opera del colonialismo capitalistico fece 300 milioni di vittime, più o meno 100 milioni per ognuno dei continenti coinvolti: America, Africa e Asia. Nell'insieme, includendo i genocidi su scala tipicamente europea perpetrati dopo le conquiste a danno delle società, dei popoli e delle civiltà non europee, questa «accumulazione primitiva» affogò il «comunismo primitivo» nel suo stesso sangue attraverso il corrispettivo di un centinaio di olocausti nazisti".

Hosea Jaffe, "Era necessario il capitalismo?", 2010.

 
 
 
 
 
 
 

Amendola"Il fatto che la lotta degli arabi fosse diretta dal Grande Mufti di Gerusalemme, che rappresentava l'ala più reazionaria e fanatica del vecchio islamismo, non poteva trarci in inganno sul carattere nazionale ed antimperialista del movimento arabo".

Giorgio Amendola, "Una scelta di vita", 1976.
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laRochelle"Perché in Francia è stato inventato nel 1930-1932 l'antifascismo, mentre non c'era il fascismo? Mi ricordo dire a Bergery: «Io sono pronto a entrare nel tuo antifascismo perché è il solo modo di far nascere il fascismo.» (...)
Il fascismo non poteva essere una gran cosa che divenendo sempre più socialista (...) Il conservatorismo borghese ha pervertito il fascismo dall'interno, i marxisti avevano ragione: il fascismo non è stato alla fine che difesa borghese. (...)
Io credo al comunismo, io mi rendo conto tardi dell'insufficienza del fascismo. All'epoca, io non consideravo il fascismo che come una tappa verso il comunismo."

Pierre Drieu la Rochelle, "Journal", 1939-1945.
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"L'ideologia, come l'alitosi, è qualcosa che appartiene sempre agli altri."

Terry Eagleton, "Ideologia. Storia e critica di un'idea pericolosa", 2007.
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"Le barricate in piazza le fai per conto della borghesia
che crea falsi miti di progresso".

Franco Battiato, "Up Patriots to Arms", 1980.
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DAlema"Questo antiberlusconismo che sconfina in una sorta di sentimento
anti-italiano è l’approccio peggiore alla grande sfida politica che il paese ha di fronte."

Massimo D'Alema, intervento alla presentazione del libro di Biagio De Giovanni "A Destra tutta. Dove si è persa la Sinistra", 2009.
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Manzoni"In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti."

Ennio Flaiano.

 
 
 
 
 
 
 

Secchia"Avete tradito la Resistenza".

"Voi avete tradito la Resistenza con l'opera di divisione prima e di discriminazione poi tra i cittadini italiani. La Resistenza, voi lo sapete, non significò soltanto lotta e combattimento, ma significò innanzitutto unità, unità di tutti gli italiani contro la tirannia, unità di tutte le forze democratiche, di tutte le forze sane della nazione, per liberare la patria prima e poi per ricostruirla, per rinnovarla, per farla sorgere a nuova vita.
Noi oggi lottiamo - pensavano i partigiani - ma poi con la libertà tutti gli italiani avranno una patria, anche i lavoratori saranno parte della nazione, avranno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini. (...)
Voi, quali rappresentanti della grande borghesia italiana, non avete alcun interesse a fare conoscere ed a celebrare la storia della Resistenza perché questa suona condanna e vergogna per le classi dominanti che hanno portato il paese alla rovina e si sono poi messe al servizio dello straniero."

Pietro Secchia, dal "Discorso al Senato nella seduta del 23 Febbraio 1954".
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Lukàcs"Il peggiore dei regimi comunisti è sempre meglio del migliore dei regimi capitalisti".

György Lukács, intervista a "New Left Review", Luglio-Agosto 1971.
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Sanguineti"Il socialismo reale, con tutto quello che si può obbiettare, me lo preferisco al socialismo irreale, sempre".

Edoardo Sanguineti.
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Malcolm X"La stampa è tanto potente nella creazione di immagini da poter far sembrare una vittima il criminale e mostrare la vittima come fosse il criminale. Questa è la stampa, una stampa irresponsabile. Se non stai attento, i giornali ti faranno odiare la gente che è oppressa e amare coloro che opprimono".

Malcolm X.
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Debord"9. Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso".
"21. Più la necessità viene ad essere socialmente sognata, più il sogno diviene necessario. Lo spettacolo è il cattivo sogno della moderna società incatenata, che non esprime in definitiva se non il proprio desiderio di dormire. Lo spettacolo è il guardiano di questo sonno".
"34. Lo spettacolo è il capitale a un tale grado di accumulazione da divenire immagine".

Guy Debord, "La società dello spettacolo", 1967.

 
 
 
 
 
 
 

Contro l'imperialismo USA
e gli imperialismi "occidentali"
subdominanti e allineati.
Rise up 
Contro il dominio del grande capitalismo speculativo e finanziario!
No alla schiavitù imposta dai mercati!
Libertà per i popoli!
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Libertà e indipendenza,
per l'Italia e per tutti i popoli,
dall'imperialismo USA e dagli imperialismi "occidentali" subdominanti e allineati!
Indipendenza italiana
No alla dittatura del grande capitalismo speculativo e finanziario!
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APPELLO

COMUNISTE E COMUNISTI: COMINCIAMO DA NOI.

Dopo il crollo della Sinistra Arcobaleno, ci rivolgiamo ai militanti e ai dirigenti del Pdci e del PRC e a tutte le comuniste/i ovunque collocati in Italia.

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UN APPELLO IN SOSTEGNO DELLA CINA.

Un’indegna campagna di demonizzazione della Repubblica Popolare Cinese è in corso

«Vietate le Olimpiadi ai cani e ai cinesi»

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Just Foreign Policy Iraqi Death Estimator
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Contro i lager USA!
Abu-Ghraib
Via gli USA da Guantanamo!
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Libertà per i cinque Cubani imprigionati dagli USA!
Libertà per i cinque Cubani!

 
 
 
 
 
 
 
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DISCORSO-AUTODIFESA PRONUNCIATO DAVANTI AL TRIBUNALE DI BERLINO. ERICH HONECKER.

Post n°62 pubblicato il 09 Novembre 2009 da synthesis011

DISCORSO-AUTODIFESA PRONUNCIATO DAVANTI AL TRIBUNALE DI BERLINO


Erich Honecker

Seconda parte.  (Per tornare alla prima parte, cliccare qui).

Dopo l’ingresso della RFT nella NATO, la RDT aderì al Patto di Varsavia. I due Stati tedeschi si fronteggiarono così come Stati membri di alleanze militari ostili.

La RFT era più forte della RDT sotto diversi aspetti: per numero di abitanti, potenza economica, legami politici ed economici. Grazie al piano Marshall e al pagamento di minori riparazioni dovette inoltre sopportare le conseguenze della guerra in misura ridotta. La RFT disponeva di maggiori ricchezze naturali e di un territorio più ampio. Essa sfruttò questa molteplice superiorità in tutti i modi, ma soprattutto promettendo ai cittadini della RDT vantaggi materiali se abbandonavano il loro paese. Molti cittadini della RDT non resistettero a questa tentazione e fecero quello che i politici della RFT si aspettavano che facessero: “votarono con i piedi”. Il successo economico esercitò un’attrazione fatale sui tedeschi dopo il 1945 non meno di quanto era accaduto dopo il 1933.

La RDT e gli Stati alleati del Patto di Varsavia vennero a trovarsi in una situazione difficile. La politica del roll back sembrava coronata da successo in Germania. La NATO si accingeva ad estendere la sua area di influenza fino all’Oder.

Questa politica produsse nel 1961 una situazione di tensione in Germania che metteva in pericolo la pace mondiale. L’umanità si trovò sull’orlo di una guerra atomica. Questa era la situazione quando gli Stati del Patto di Varsavia decisero la costruzione del muro. Nessuno prese quella decisione a cuor leggero. Perché divideva le famiglie, ma anche perché era il segno di una debolezza politica ed economica del Patto di Varsavia rispetto alla NATO che poteva essere compensata solo con mezzi militari.

Politici eminenti fuori della Germania, ma anche nella RFT, riconobbero dopo il 1961 che la costruzione del muro aveva diminuito la tensione nel mondo.

Franz Josef Strauss scrisse nelle sue memorie: «Con la costruzione del muro la crisi, in modo certo non positivo per i tedeschi, poteva però dirsi non solo sotto controllo ma effettivamente chiusa» (pag. 390). In precedenza Strauss aveva parlato dei piani di bombardamento atomico del territorio della RDT (pag. 388).

Io credo che non ci sarebbero stati nè il Trattato Fondamentale [trattato che regolava i rapporti tra le due Germanie concluso nel dicembre 1972, N.d.T.], nè Helsinki, ne l’unità della Germania se in quel momento non fosse stato costruito il muro o se esso fosse stato abbattuto prima della fine della guerra fredda. Penso perciò che approvando la costruzione del muro e mantenendo poi quella posizione nè io nè i miei compagni ci siamo macchiati di alcuna colpa, non solo dal punto di vista del diritto, ma neanche da un punto di vista morale e politico.

Rispetto alla storia della Germania è certo solo una nota marginale, ma è il caso di notare che adesso molti tedeschi sia dell’ovest che dell’est vedrebbero volentieri una riedizione del muro.

Ma ci si deve anche chiedere che cosa sarebbe successo se avessimo agito come l’accusa dà per scontato che avremmo dovuto fare. Cioè se non avessimo eretto il muro, se avessimo consentito a chiunque di lasciare la RDT, segnando così spontaneamente la resa della RDT già nel 1961. Non c’è bisogno di particolare fantasia per capire quali effetti avrebbe prodotto una politica siffatta. Basta considerare quel che è successo nel 1956 in Ungheria e nel 1968 nella Repubblica Socialista Cecoslovacca. Le truppe sovietiche, che tra l’altro erano già presenti, sarebbero intervenute anche nella RDT nel 1961, esattamente come avevano fatto negli altri paesi. Anche in Polonia Jaruzelski proclamò lo stato di emergenza nel 1981 per impedire un intervento di quel tipo.

L’acutizzazione della crisi che avremmo provocato se ci fossimo attenuti al modello che l’accusa ritiene essere l’unico politicamente, moralmente e giuridicamente fondato avrebbe comportato il rischio di una terza guerra mondiale. Noi non abbiamo voluto e non potevamo correre questo rischio. Se questo per voi è un crimine pronuncerete voi stessi la vostra condanna di fronte alla storia con la vostra sentenza. Ma questo importerebbe poco. Quel che più importa è che la vostra sentenza costituirà un segnale per riproporre le vecchie contrapposizioni anziché ricucirle. In presenza del pericolo di un collasso ecologico del mondo, voi riproponete la vecchia strategia di classe degli anni ‘30 e la politica di potenza tipica della Germania fin dai tempi del cancelliere di ferro.

Se ci condannerete per le nostre decisioni politiche del 1961; e io penso che lo farete; la vostra sentenza sarà non solo priva di ogni fondamento giuridico, non solo emessa da un tribunale di parte, ma anche una sentenza che ignora totalmente consuetudini politiche e comportamenti di quegli stessi paesi che godono del vostro massimo rispetto come Stati di diritto. In questo contesto non voglio certo, nè potrei elencare tutti i casi in cui negli ultimi 28 anni sono state prese decisioni politiche che hanno avuto un costo di vite umane, perché non voglio abusare del vostro tempo e della vostra sensibilità. E nemmeno potrei ricordarmeli tutti. Ne voglio menzionare soltanto alcuni:

Nel 1963 l’allora presidente degli Stati Uniti Kennedy decise di inviare truppe nel Vietnam per prendere il posto dei francesi sconfitti e far la guerra fino al 1975 contro i vietnamiti che combattevano per la loro libertà, indipendenza e autodeterminazione. Questa decisione del presidente degli USA, che comportava una violazione eclatante dei diritti dell’uomo e del diritto internazionale, non ha mai ricevuto la minima critica da parte del governo della RFT. I presidenti degli USA Kennedy, Johnson e Nixon non sono mai stati portati davanti a un tribunale e il loro onore non ha subito la minima macchia, almeno non per quella guerra. E in questo caso nè i soldati americani ne quelli vietnamiti hanno potuto decidere liberamente se correre o meno il rischio di morire per una guerra ingiusta.

Nel 1981 l’Inghilterra fece intervenire le sue truppe contro l’Argentina per mantenere le isole Falkland come colonia per l’impero. La “lady di ferro” si assicurò in quel modo una vittoria elettorale e la sua immagine non ne fu minimamente offuscata, neanche dopo la fine delle sue fortune elettorali. Nessuno pensò di accusarla di omicidio.

Nel 1983 il presidente Reagan ordinò alle sue truppe di occupare Grenada. Non cè persona che goda di maggior rispetto in Germania di questo presidente americano. Evidentemente le vittime di questa impresa era giusto che fossero ammazzate.

Nel 1986 Reagan fece bombardare in un’azione punitiva le città di Tripoli e Bengasi, senza chiedersi se le sue bombe avrebbero colpito colpevoli o innocenti.

Nel 1989 il presidente Bush ordinò di portare via da Panama con la forza delle armi il generale Noriega. Migliaia di panamensi innocenti furono uccisi. Ma per il presidente americano ciò non ha comportato la minima macchia, figurarsi un’accusa di omicidio.

L’elenco potrebbe continuare a piacere. Anche solo menzionare la condotta inglese in Irlanda potrebbe sembrare ineducato.

Sugli effetti che le armi della Repubblica Federale Tedesca producono tra i Kurdi della Turchia o tra i neri del Sudafrica si pongono interrogativi retorici, ma nessuno fa la conta dei morti e nessuno chiama per nome i colpevoli.

Parlo solo di paesi che vengono considerati modelli di stato di diritto e ricordo solo alcune delle loro scelte politiche. Ognuno può agevolmente fare un confronto tra queste scelte e quella di erigere un muro al confine tra Patto di Varsavia e NATO.

Ma voi direte che non potete nè dovete decidere in merito alle azioni di altri paesi e che tutto questo non vi riguarda. Io non credo però che si possa dare un giudizio storico della RDT senza analizzare quel che è accaduto in altri paesi nel periodo in cui la RDT è esistita a motivo della contrapposizione tra i due blocchi. Credo anche che le azioni politiche possano essere giudicate soltanto nel loro contesto. Se voi chiudete gli occhi su quel che è successo nel mondo fuori dalla Germania dal 1961 al 1989 non potete pronunciare una sentenza giusta.

Ma anche se vi limitate alla Germania, mettendo a confronto le scelte politiche dei due Stati tedeschi, un bilancio onesto e obiettivo non può che andare a vantaggio della RDT. Chi nega al proprio popolo il diritto al lavoro o il diritto alla casa, come avviene nella RFT, mette in conto che molti si sentano negare il diritto all’esistenza e non vedano altra soluzione che togliersi la vita. La disoccupazione, la condizione dei senza tetto, l’abuso di droghe, i crimini per procurarsi la droga e la criminalità in genere sono frutto della scelta politica dell’economia di mercato. Anche scelte apparentemente cosi neutre dal punto di vista politico come i limiti di velocità sulle autostrade, sono il prodotto di un assetto statale in cui sono determinanti non i politici liberamente eletti ma i padroni che non sono stati eletti da nessuno. Se il dipartimento per i reati commessi nell’esercizio del potere presso la Corte suprema si curasse per una volta di questi aspetti, presto avrei nuovamente la possibilità di stringere la mano ai rappresentanti della Repubblica Federale Tedesca. Questa volta però a Moabit. Ma questo naturalmente non accadrà perchè alle vittime dell’economia di mercato era giusto che si togliesse la vita.

Non sono io la persona che possa fare un bilancio della storia della RDT. Il momento di farlo non è ancora venuto. Il bilancio sarà tratto in futuro e da altri.

Io ho speso la mia esistenza per la RDT. Dal maggio 1971 soprattutto ho avuto una responsabilità rilevante per la sua storia. Io sono perciò parte in causa e oltre a ciò indebolito per l’età e la malattia. E tuttavia, giunto alla fine della mia vita, ho la certezza che la RDT non è stata costituita invano. Essa ha rappresentato un segno che il socialismo è possibile e che è migliore del capitalismo. Si è trattato di un esperimento che è fallito. Ma per un esperimento fallito l’umanità non ha mai abbandonato la ricerca di nuove conoscenze e nuove vie. Bisognerà ora analizzare le ragioni per cui l’esperimento è fallito. Sicuramente ciò è accaduto anche perchè noi; voglio dire i responsabili in tutti i paesi socialisti europei; abbiamo commesso errori che potevano essere evitati. Sicuramente è fallito in Germania tra l’altro anche perchè i cittadini della RDT, come altri tedeschi prima di loro, hanno compiuto una scelta sbagliata e perché i nostri avversari erano ancora troppo potenti. Le esperienze storiche della RDT, insieme a quelle degli altri paesi ex socialisti, saranno utili a milioni di uomini nei paesi socialisti ancora esistenti e serviranno al mondo futuro. Chi si è impegnato con i! proprio lavoro e con la propria vita per la RDT non ha vissuto invano. Un numero sempre maggiore di persone dell’est si renderanno conto che le condizioni di vita della RDT li avevano deformati assai meno di quanto la gente dell’ovest non sia deformata dall’economia di mercato e che nei nidi, negli asili e nelle scuole i bambini della RDT crescevano più spensierati, più felici, più istruiti, più liberi dei bambini delle strade e delle piazze dominate dalla violenza della RFT. I malati si renderanno conto che nel sistema sanitario della RDT, nonostante le arretratezze tecniche, erano dei pazienti e non oggetti commerciali del marketing dei medici. Gli artisti comprenderanno che la censura, vera o presunta, della RDT non poteva recare all’arte i danni prodotti dalla censura del mercato. I cittadini constateranno che anche sommando la burocrazia della RDT e la caccia alle merci scarse non c’era bisogno che sacrificassero tutto il tempo libero che devono sacrificare ora alla burocrazia della RFT. Gli operai e i contadini si renderanno conto che la RFT è lo Stato degli imprenditori (cioè dei capitalisti) e che non a caso la RDT si chiamava Stato degli operai e dei contadini. Le donne daranno maggior valore, nella nuova situazione, alla parità e al diritto di decidere sul proprio corpo di cui godevano nella RDT.

Dopo aver conosciuto da vicino le leggi e il diritto della RFT molti diranno, con la signora Bohley, a cui i comunisti non piacciono: «Abbiamo chiesto giustizia. Ci hanno dato un altro Stato». Molti capiranno anche che la libertà di scegliere tra CDU/CSU, SPD e FDP è solo una libertà apparente. Si renderanno conto che nella vita di tutti i giorni, specialmente sul posto di lavoro, avevano assai più libertà nella RDT di quante ne abbiano ora. Infine la protezione e la sicurezza che la piccola RDT, così povera rispetto alla RFT, garantiva ai suoi cittadini non saranno più minimizzate come cose ovvie, perchè la realtà quotidiana del capitalismo si incaricherà adesso di far capire a tutti quanto fossero preziose.

Il bilancio della storia quarantennale della RDT è diverso da quello che ci viene presentato dai politici e dai mass media. Col passar del tempo questo sarà sempre più evidente.

Vorreste trasformare il processo contro di noi, membri del Consiglio Nazionale della Difesa della RDT, in un processo di Norimberga contro i comunisti. Ma questo tentativo è condannato al fallimento. Nella RDT non c’erano campi di concentramento, non c’erano camere a gas, sentenze politiche di morte, tribunali speciali, non c’erano Gestapo ne’ SS. La RDT non ha fatto guerre e non ha commesso crimini di guerra contro l’umanità. La RDT è stata un paese coerentemente antifascista che godeva di altissimo prestigio internazionale per il suo impegno in favore della pace.

Il processo contro di noi «pezzi grossi» della RDT deve servire di risposta a quanti dicono «se la prendono con i pesci piccoli, i grossi invece li lasciano scappare». La nostra condanna servirebbe dunque ad eliminare ogni ostacolo per poter perseguitare anche i «pesci piccoli». Finora comunque non è che si siano trattenuti più di tanto dal farlo.

II processo serve a costruire la base per bollare la RDT come Stato ingiusto e illegale. Uno Stato governato da «criminali» e «omicidi» del nostro calibro non può che essere illegale e ingiusto. Chi stava in stretto rapporto con questo Stato, chi ne era cittadino cosciente dei propri doveri deve essere marcato con il segno di Caino. Uno Stato contrario al diritto non può esser retto e governato che da «organizzazioni criminali» come il Ministero per la Sicurezza e la SED. Si invocano colpe e condanne collettive in luogo di responsabilità individuali perchè così si può mascherare la mancanza di prove dei crimini attribuiti. Ci sono pastori e parroci della RDT che vengono dati in pasto a una nuova inquisizione, una moderna caccia alle streghe. Milioni di persone vengono così emarginati e banditi dalla società. Molti si vedono ridurre fino all’estremo le possibilità di esistenza. Basta essere registrati come «collaboratori informali» per essere condannati alla morte civile. Il giornalista autore delle denuncie riceve elogi e laute ricompense. Delle sue vittime nessuno si cura. Il numero dei suicidi è un tabù. E tutto ciò ad opera di un governo che si vuole cristiano e liberale e con la tolleranza o addirittura l’appoggio di un’opposizione che non merita questo nome più di quanto meriti la qualifica «sociale». Il tutto con il marchio di qualità dello Stato di diritto che si sono autoattribuiti.

Questo processo rivela tutta la sua dimensione politica anche come processo agli antifascisti. Nel momento in cui la marmaglia neonazista impazza impunita per le strade e gli stranieri sono perseguitati e assassinati come a Mölln, ecco che lo stato di diritto mostra tutta la sua forza arrestando gli ebrei che protestano e perseguendo i comunisti. Per far questo non si lamentano carenze di funzionari e di fondi. Sono cose queste che abbiamo già visto in passato.

Questo processo, se ne vogliamo riassumere i contenuti politici, si pone in continuità con la guerra fredda e nega la nuova mentalità. Esso svela il vero carattere politico di questa Repubblica Federale. L’accusa, gli ordini di cattura e la sentenza del tribunale sull’ammissibilità dell’accusa portano l’impronta dello spirito della guerra fredda. Le sentenze si rifanno a precedenti del 1964. Da allora il mondo è cambiato, ma la giustizia tedesca imbastisce processi politici come al tempo di Guglielmo II. Ha superato ormai la momentanea «debolezza» politica liberale che l’aveva colpita dopo il 1968 e adesso ha recuperato la splendida forma anticomunista di un tempo.

Di noi si dice che siamo dei dinosauri incapaci di rinnovarci. Questo processo fa vedere dove stanno in realtà i dinosauri e chi è incapace di rinnovarsi. Verso l’esterno si fa mostra di grande flessibilità. A Gorbaciov viene attribuita la cittadinanza onoraria di Berlino e magnanimamente gli si perdona di aver elogiato i cosiddetti tiratori del muro iscrivendo il proprio nome nel loro registro d’onore. All’interno invece ci si mostra «duri come l’acciaio di Krupp» e il vecchio alleato di Gorbaciov viene messo sotto processo. Gorbaciov e io siamo stati entrambi esponenti del movimento comunista internazionale. E’ noto che su alcuni punti essenziali avevamo opinioni divergenti. In quella fase però io pensavo che gli elementi di divergenza fossero meno rilevanti di quello che avevamo in comune. Il cancelliere federale non mi ha paragonato a Goebbels, come ha fatto con altri, ne glielo avrei mai perdonato. Nè per il cancelliere nè per Gorbaciov il processo contro di me costituisce un ostacolo alla loro stretta amicizia. Anche questo è significativo.

Le mie considerazioni terminano qui. Fate dunque quello che non potete fare a meno di fare.

Fine seconda e ultima parte. 



Tratto da: http://www.linearossage.it/ddr/autodifesa.htm

 
 
 
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Hegel"L'uomo che muore di fame ha il diritto assoluto di violare la proprietà di un altro; egli viola la proprietà di un altro solo in un contenuto limitato. Nel diritto del bisogno estremo (Notrecht) è inteso che non violi il diritto dell'altro in quanto diritto: l'interesse si rivolge solo a questo pezzettino di pane; egli non tratta l'altro come persona priva di diritti".

Georg Wilhelm Friedrich Hegel, "Filosofia del diritto", testo acroamatico, 1820.
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"La libertà polacca non era altro che la libertà dei baroni contro il monarca, libertà per cui la nazione era asservita ad assoluta servitù. Il popolo aveva, di conseguenza, lo stesso interesse dei re a combattere i baroni: e infatti è stato col conculcamento dei baroni che esso ha acquistato ovunque la libertà. Quando si parla di libertà, si deve sempre attentamente osservare se non siano in realtà interessi privati quelli di cui si tratta".

Georg Wilhelm Friedrich Hegel, "Lezioni sulla Filosofia della Storia".
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Losurdo"...nel Libro nero, i fatti...del comunismo vengono messi a confronto non con i comportamenti reali del mondo che esso vuole mettere in discussione (sui quali vige il silenzio più rigoroso) ma con le dichiarazioni di principio del liberalismo...E' evidente il carattere sofistico di una comparazione tra grandezze così eterogenee (da un lato la rappresentazione autoapologetica dei pensatori liberali, dall'altro i comportamenti reali in situazioni drammatiche dei dirigenti comunisti). Si potrebbe chiamarlo «sofisma di Talmon»...".

Domenico Losurdo, "Il peccato originale del Novecento", 1998.
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Geymonat"...la libertà è lotta...(...)
La tesi contraria...è sostenuta di fatto da coloro che, avendo lottato e vinto in un passato più o meno lontano, hanno tutto l'interesse che non si lotti più, onde vengano conservati i loro privilegi. (...)
E' sulla base di questa situazione parallela che qui abbiamo sostenuto l'inscindibile rapporto fra libertà e violenza.
Molte esaltazioni, per lo più retoriche, della nonviolenza intesa come bene indiscutibile, sono un segno di ignoranza più che un frutto di raffinata sensibilità e di alta civiltà".

Ludovico Geymonat, "La Libertà", 1987.
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Hemingway"Ogni essere umano che ami la libertà deve più ringraziamenti all'Armata Rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la sua vita!"

Ernest Hemingway.

 
 
 
 
 
 
 

Buffet"C’è una lotta di classe, è vero, ma è la mia classe, la classe ricca, che sta facendo la guerra, e stiamo vincendo".

 Warren Buffett, "Il Saggio di Omaha".
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Houellebecq"il sesso rappresenta un secondo sistema di differenziazione... indipendente dal denaro;
e... altrettanto spietato, se non di più. (...)
Come il liberalismo economico...il liberalismo sessuale produce fenomeni di depauperamento assoluto.(...)
Il liberalismo economico è l'estensione del dominio della lotta...
il liberalismo sessuale è l'estensione del dominio della lotta".

Michel Houellebecq, "Estensione del dominio della lotta", 1994.
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"Perché io sono per l'ultimo uomo.(...) La nostra società è dominata da troppi epigoni di Nietzsche, da troppi individui mediocri che si sognano come superuomini".

Michel Houellebecq, intervista di Fabio Gambero, "L'Espresso", Settembre 2005.
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Preve"...il Superuomo-Oltreuomo è una continua assenza, tanto più assente quanto più insistentemente evocato.(...) ...lo stesso Nietzsche non poteva non essere assalito dall'incubo di stare in realtà annunciando l'avvento dell'Ultimo Uomo, una figura che in termini presi da Freud potremmo definire il suo «rimosso»".

Costanzo Preve, "I secoli difficili", 1999.
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"Se si tenta di fare un bilancio ragionato e non distruttivo dell’esperienza dei partiti comunisti novecenteschi, ci si accorge che un difetto strategico, particolarmente presente nel vecchio PCI, è quello di aver messo la tattica davanti alla strategia, fino al punto che quest’ultima si è identificata totalmente con la prima, con gli esiti noti alla Occhetto, D’Alema, Veltroni e Penati. Se può interessare, questa è la critica esplicitamente rivolta al PCI da Lukács. Prego verificare".

Costanzo Preve, "Ancora e sempre sul Comunismo", 2011.
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"Oggi, anche se destra e sinistra non sono più categorie politiche credibili, resistono come risorse simboliche, come fenomeni inerziali di manipolazione, come target culturali residuali, non come parametri interpretativi delle decisioni in economia e in politica. Potrei dire che l’eccitazione oppositiva destra/sinistra è oggi un orgasmo simulato. L’uomo crede a questa simulazione perché è un animale simbolico, ha bisogno di un’identificazione fittizia, fantasmatica per dar senso a sé stesso. Pertanto io ritengo che la dicotomia destra/sinistra, ormai «defunta» in Paesi come Italia, Spagna, Francia, Germania - si badi, non in Bolivia, in Venezuela, nei paesi del Terzo Mondo - sia stata sostituta dalla dicotomia fra chi accetta o non accetta l’impero americano".

Costanzo Preve, Intervista Afterville, 20 Febbraio 2009.

 
 
 
 
 
 
 

Papariga"Guardiamo alle forze sociali, perché, quando si parla in termini di sinistra, destra, centro, oggi non vuol dire nulla.".

Aleka Papariga, "All'interno del sistema capitalista non esiste una via d'uscita dalla crisi favorevole ai popoli!", 6 Gennaio 2011.
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"...la via a senso unico indicata dalla UE è volta a meglio servire gli interessi dei grandi monopoli e accrescere lo sfruttamento dei lavoratori. Le soluzioni neoliberiste e antipopolari sono trappole sempre in agguato. L'esempio offerto dal governo Prodi ci insegna come queste soluzioni siano dolorose per la popolazione e come lascino le forze popolari completamente in balia dei manager del sistema politico e borghese. È sempre la stessa musica: dopo Prodi viene Berlusconi e viceversa".

Aleka Papariga, intervista al quotidiano "To Vima", 10 Febbraio 2008.
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Prodi"...si era arrivati perfino a parlare di
«ulivo mondiale».
La causa della sconfitta di questa grande stagione è da individuare nel fatto che, mentre in teoria il nuovo labour e l'ulivo mondiale erano una fucina di novità, nella prassi di governo di Tony Blair e i governi che ad esso si erano ispirati si limitavano ad imitare le precedenti politiche dei conservatori inseguendone i contenuti e accontentandosi di un nuovo linguaggio".

Romano Prodi, articolo su "Il Messaggero", 15 Agosto 2009.
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Gramsci"Il processo di sfacelo della piccola borghesia si inizia nell'ultimo decennio del secolo scorso. La piccola borghesia perde ogni importanza e scade da ogni funzione vitale nel campo della produzione, con lo sviluppo della grande industria e del capitale finanziario: essa diventa pura classe politica e si specializza nel «cretinismo parlamentare».
Questo fenomeno che occupa una gran parte della storia contemporanea italiana, prende diversi nomi nelle sue varie fasi: si chiama originalmente «avvento della sinistra al potere»...".

Antonio Gramsci, "Il Popolo delle Scimmie" ne "L'Ordine Nuovo", 2 Gennaio 1921.
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"Voi siete più parlamentari degli stessi parlamentari.(…)
Quando si parla degli errori tattici del Partito Comunista Francese e di quello Italiano non si tratta di piccole deficienze, della necessità di piccole correzioni, ma intendiamo accennare alla necessità di un deciso cambiamento della strategia e della tattica, di un radicale cambiamento di rotta rispetto al passato".

Andrej Ždanov, "Riunione Cominform di Szlarska Poręba, 22-28 settembre 1947".

 
 
 
 
 
 
 

Togliatti"I governi cosiddetti tecnici o amministrativi sono i peggiori governi politici che si possa immaginare. Il loro scopo è quello di fare il contrario di ciò che la sovranità popolare ha indicato, sono antipopolari e reazionari".

Palmiro Togliatti, "Discorso alla Camera dei Deputati", 1963.
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Theodorakis"La crisi non l'hanno provocata i lavoratori, l'ha provocata il grande capitale finanziario, che la sta anche utilizzando, e i politici al suo servizio (...) Non possono i banchieri e i detentori di capitale, che hanno provocato la crisi, non pagare neanche un Euro per i danni inflitti (...)
Come può essere proposto per la gestione della Banca Centrale Europea un uomo di Goldman Sachs... Che tipo di governo, che tipo di politici abbiamo in Europa? (...)
Resistete al totalitarismo dei mercati, che minaccia di dissolvere l'Europa rendendola terzo mondo, che mette un popolo europeo contro l'altro, che distrugge il nostro continente, suscitando il ritorno del fascismo".

Mikis Theodorakis, "Lettera aperta ai popoli di Grecia e d'Europa", Ottobre 2011.
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Enzensberger"Ai tempi del fascismo, non sapevo di vivere ai tempi del fascismo".



Hans Magnus Enzensberger.

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Ford"E' un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina".

Henry Ford.
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Agnelli"Per fare una politica di destra ci vuole un governo di sinistra".



Gianni Agnelli.
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Manzoni"Il forte si mesce col vinto nemico.
Col novo signore rimane l’antico.
Dividono i servi, dividon gli armenti."

Alessandro Manzoni, "Adelchi", 1822.
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Tomasi"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi."


Giuseppe Tomasi di Lampedusa, "Il Gattopardo", 1954-1957.

 
 
 
 
 
 
 

Bordiga"Fin da molti anni addietro, noi affermammo senza esitazione che non si doveva ravvisare il nemico ed il pericolo numero uno nel fascismo o peggio ancora nell'uomo Mussolini, ma che il male più grave sarebbe stato rappresentato dall'antifascismo che il fascismo stesso, con le sue infamie e nefandezze, avrebbe provocato; antifascismo che avrebbe dato vita storica al velenoso mostro del grande blocco comprendente tutte le gradazioni dello sfruttamento capitalistico e dei suoi beneficiarii, dai grandi plutocrati, giù giù fino alle schiere ridicole dei mezzi-borghesi, intellettuali e laici."

Amadeo Bordiga, "Una Intervista ad Amadeo Bordiga", 1970.
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Attali"Non bisogna escludere, infatti, che questa crisi provochi un movimento di rivolta e di violenza politica senza precedenti, accompagnato da un ritorno all'odio di classe. Dopotutto, non sarebbe una formidabile conferma della validità dell'analisi di Marx, quella di un capitalismo che splende, mondiale e suicida? Questa crisi è anche l'occasione per comprendere come un piccolo gruppo di persone, senza produrre ricchezza, possa accaparrarsi nella più completa legalità e senza essere controllato da nessuno una gran parte della ricchezza prodotta. E anche per vedere come questo stesso gruppo, avendo rapinato qua e là - sotto forma di premi e bonus -, stia facendo pagare i suoi formidabili profitti ai contribuenti, salariati, consumatori, imprenditori e risparmiatori di tutto il mondo, obbligando gli stati a trovare in pochi giorni, per riempire i vuoti lasciati nelle loro casse, delle somme di denaro mille volte superiori a quelle che gli stessi governi rifiutano ogni giorno ostinatamente ai paesi più svantaggiati e ai morti di fame del resto del mondo. Certamente, questa confisca si attua in un modo legale, "onesto", non violento. E' del resto ciò che costituirà, agli occhi di alcuni, il principale motivo di una rivolta: se questo è legale, allora il sistema che permette tale aberrazione non ha più ragion d'essere!"

Jacques Attali, "La crisi e poi?", 2009.
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Walesa"E' necessario un comunismo per il XXI secolo. Altrimenti la stessa nostra civilità rischia di essere distrutta. Viviamo in un mondo, nel quale il 10% possiede tutte le ricchezze e il 90% vive in miseria. Mai ci sono state così tante guerre, che vengono giustificate con la necessità di esportare la democrazia. Ma, guarda caso, si interviene solo dove c'è il petrolio e delle vere dittature non gliene frega niente a nessuno... Mai avrei immaginato che, dopo aver passato tutta la vita a lottare contro il comunismo, sarei giunto alla conclusione che è necessario un comunismo rinnovato nella sue forme"..

Lech Walesa, "Wałęsa: Je čas na komunismus XXI. století", "Publica.cz", 2 Marzo 2011.

 
 
 
 
 
 
 

Mann"Collocare sul medesimo piano morale il comunismo russo e il nazifascismo, in quanto entrambi sarebbero totalitari, nel migliore dei casi è superficialità, nel peggiore è fascismo. Chi insiste su questa equiparazione può ben ritenersi un democratico, in verità e nel fondo del cuore è in realtà già fascista, e di certo solo in modo apparente e insincero combatterà il fascismo, mentre riserverà tutto il suo odio al comunismo.".

Thomas Mann.
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Blum"Gran parte della propaganda anticomunista ha denunciato aspramente il trattato tedesco-sovietico del 1939, ignorando però totalmente il fatto che i russi furono costretti a siglare quel patto dai continui rifiuti da parte delle potenze occidentali, in particolare gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, di unirsi a Mosca per affrontare la minaccia nazista, e del resto quelle stesse potenze si erano già rifiutate di accorrere in aiuto del governo spagnolo di ispirazione socialista assediato dai fascisti tedeschi, italiani e spagnoli".

 William Blum, "Il libro nero degli Stati Uniti", 2003.
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"...olocausto americano, (...) la negazione di questo olocausto è molto più radicata di quella dell'Olocausto nazista. Così forte e radicata è la mancanza di conoscenza dell'olocausto americano, (...) che coloro che lo negano non ne sono nemmeno consapevoli. Eppure, alcuni milioni di persone sono morte a causa di questo olocausto e molti altri milioni, a seguito degli interventi militari americani, sono stati condannati a vivere nella miseria e nella tortura, dalla Cina e dalla Grecia degli anni Quaranta, all'Afghanistan e all'Iraq degli anni Novanta."

 William Blum, "Il libro nero degli Stati Uniti", 2003.
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La Grassa"la sinistra, o se si vuole il centrosinistra, è un cancro ormai in metastasi nella società italiana. (...) per certi versi, quella che si indica come sinistra «radicale» è il peggio del peggio. (...)
Certi individui, senz’altro in buona fede, perseverano nell’errore di prospettiva per cui credono che la sinistra ci salva almeno dalla destra; anzi nemmeno da questa, ma soltanto «da Berlusconi». Un errore catastrofico, definitivo, che porterà alla sparizione di ogni forza effettivamente critica dell’attuale organizzazione sociale. L’infezione mortale proviene dalla sinistra; ci si sforzi di analizzare la situazione anche soltanto con lo strumento marxista non ancora «rivisitato» e non trasformato per adeguarlo ai tempi. La destra è semplicemente la risposta malata a questo cancro che è la sinistra; più precisamente, è l’immunodeficienza di un organismo che non riesce a contrastare i germi patogeni di sinistra che irrompono con sempre maggiore virulenza nel «corpo» della nostra società.".

Gianfranco La Grassa, "Dedicarsi all'analisi".

 
 
 
 
 
 
 

Del Noce"Una morale basata sull’esaltazione del piacere... un regno della donna (...) l’avanguardia prendeva coscienza di quella che doveva essere la sua vera posizione... e neppure giudicava errata la proposta comunista, ma soltanto inadeguata; il marxismo doveva essere completato moralmente con Sade e con Freud (...)
Passiamo ora alle forme più elevate della cultura laica. (...) Il programma era quello di una continuità illuministica tra liberalismo e comunismo, esigente una reciproca riforma. Ora, tale riforma importava che il liberalismo, per cessare di essere borghese, nel senso corrente, ritrovasse l’antitradizionalismo illuminista, accentuandolo in modo da evitare quegli aspetti per cui l’illuminismo aveva ceduto al romanticismo; ma in tale accentuazione era inevitabilmente inclusa l’abolizione dei divieti, o come oggi si usa dire, con espressione talmente abusata che non si vorrebbe ripeterla, tabù sessuali, quando anche i loro promotori non se lo proponessero. Se Gramsci pensava di procedere da Croce a Marx, la nuova borghesia illuminata intendeva invece andare da Marx a Diderot; ma ci si può fermare a Diderot, o non si deve invece, imboccata questa via, procedere verso Sade? (...)
La rivoluzione sessuale è effettivamente il punto d’arrivo dello «scientismo». (...)
Ciò praticamente significa che nella società successiva alla rivoluzione sessuale, le disuguaglianze economiche, pur nel benessere universale, possono continuare a sussistere; su questo punto la rivoluzione sessuale può benissimo accordarsi con le idee dei teorici della società del benessere. È noto come il vecchio radicalismo, espressione politica della vecchia borghesia, contrapponesse all’avanzata socialista il diversivo anticlericale; con perfetta analogia il nuovo radicalismo, espressione della borghesia nuova, è portato a contrapporre all’avanzata comunista il diversivo sessuale. (...)
Piuttosto che di pace dovremmo parlare di «violenza permanente»"

Augusto Del Noce, "L'Erotismo alla Conquista della Società", 1993.
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"Nonostante la perfetta lealtà intellettuale del suo autore, il gramscismo si rivela come una sorta di equivoca composizione di negativismo estremo e di conservatorismo; come versione rivoluzionaria dello storicismo comporta la negazione più radicale di ogni traccia di valori assoluti, permanenti, metastorici; quel che però non nega è la continuità «moderna» con la borghesia. L’esito del gramscismo e dell’eurocomunismo non può essere che quello di trasformare il comunismo in una componente della società borghese ormai completamente sconsacrata, o di agire per la sua definitiva dissacrazione corrispondente a quella che è l’intenzione profonda dello spirito borghese. Non stupisce perciò se il comunismo italiano appare oggi come la forza più adeguata a mantenere l'ordine in un mondo in cui qualsiasi religione è scomparsa; non soltanto la religione cattolica, ma ogni sua forma anche immanentistica e secolare; anche la fede nel comunismo. L'insoddisfazione sincera dei rivoluzionari autentici trova giustificazione. Certo, il comunismo gramsciano può riuscire, ma realizzando l'esatto opposto di quel che si proponeva."

Augusto Del Noce, "Il Suicidio della Rivoluzione", 1978.

 
 
 
 
 
 
 

Ieri e oggi.
LuxemburgLiebknechtMatteottiGobettiSacco e Vanzetti
SandinoGramsciKosmodemianskaiaSecondariDi Nanni
VelouchiotisGuAnyingBeloyannisRosenberg
AudinClaroLumumbaMatteiTorres
MossadeqQassimTaniaGuevaraSukarno
Vittime del totalitarismo capitalista imperialistico e oligarchico.

 
 
 
 
 
 
 

Ieri e oggi.
SchneiderCabralCaamanoSecchiaAllende
JaraBikoRomeroSandsDlimi
BishopSankaraCeausescuElenaHonecker
NajibullahHaniHabyarimana NtaryamiraRakicCorrie
CalipariMilosevicHusseinArrigoniGheddafi
Vittime del totalitarismo capitalista imperialistico e oligarchico.

 
 
 
 
 
 
 

Quale sarà la prossima vittima dell'imperialismo?
Who's next?
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NO alla base Dal Molin!
NO scudo stellare USA!
NO allo scudo stellare USA!
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Con Gaza!

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Stop precarietà!
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Giù le mani dalla Libia! Giù le mani dalla Siria!
Libia, Siria.
Hands off Libya! Hands off Syria! 
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US Deaths in Afghanistan: Obama vs Bush. Click here to learn more.
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NO
No NATO
NATO 

 
 
 
 
 
 
 

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