Creato da sjones81 il 23/04/2006

Suonatore Jones

libertà, l'ho vista ...

 

 

Post N° 57

Post n°57 pubblicato il 06 Giugno 2006 da sjones81

 

Un populu
mittitilu a catina
spughiatilu
attuppatici a vucca
è ancora libiru.
 
Livatici u travagghiu
u passaportu
a tavula unnu mancia
u lettu unnu dormi,
è ancora riccu.
 
Un populu
diventa poviru e servu
quannu ci arrubbanu a lingua
addutata di patri:
è persu pi sempri.
 
Diventa poviru e servu
quannu i paroli non figghianu paroli
e si mancianu tra d’iddi.
Mi nn’addugnu ora,
mentri accordu la chitarra du dialettu
ca perdi na corda lu jornu.
 
Mentre arripezzu
a tila camuluta
ca tissiru i nostri avi
cu lana di pecuri siciliani.
 
E sugnu poviru:
haiu i dinari
e non li pozzu spènniri;
i giuelli
e non li pozzu rigalari;
u cantu
nta gaggia
cu l’ali tagghiati.
 
Un poviru
c’addatta nte minni strippi
da matri putativa,
chi u chiama figghiu
pi nciuria.
 
Nuàtri l’avevamu a matri,
nni l’arrubbaru;
aveva i minni a funtana di latti
e ci vìppiru tutti,
ora ci sputanu.
 
Nni ristò a vuci d’idda,
a cadenza,
a nota vascia
du sonu e du lamentu:
chissi non nni ponnu rubari.
 
Non nni ponnu rubari,
ma ristamu poviri
e orfani u stissu.
 Lingua e dialettu, di Ignazio Buttitta

Lingua e dialetto (Traduzione)

 
Un popolo
mettetelo in catene
spogliatelo
tappategli la bocca
è ancora libero.
 
Levategli il lavoro
il passaporto
la tavola dove mangia
il letto dove dorme,
è ancora ricco.
 
Un popolo
diventa povero e servo
quando gli rubano la lingua
ricevuta dai padri:
è perso per sempre.
 
Diventa povero e servo
quando le parole non figliano parole
e si mangiano tra di loro.
Me ne accorgo ora,
mentre accordo la chitarra del dialetto
che perde una corda al giorno.
 
Mentre rappezzo
la tela tarmata
che tesserono i nostri avi
con lana di pecore siciliane.
 
E sono povero:
ho i danari
e non li posso spendere;
i gioielli
e non li posso regalare;
il canto
nella gabbia
con le ali tagliate.
 
Un povero
che allatta dalle mammelle aride
della madre putativa,
che lo chiama figlio
per scherno.
 
Noialtri l’avevamo, la madre,
ce la rubarono;
aveva le mammelle a fontana di latte
e ci bevvero tutti,
ora ci sputano.
 
Ci restò la voce di lei,
la cadenza,
la nota bassa
del suono e del lamento:
queste non ce le possono rubare.
 
Non ce le possono rubare,
ma restiamo poveri
e orfani lo stesso.

 
 
 

- Frammenti -San Felice D'Ocre (AQ) 

Post n°56 pubblicato il 05 Giugno 2006 da sjones81


 
 
 

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Post n°55 pubblicato il 05 Giugno 2006 da sjones81

 
 
 

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Post n°54 pubblicato il 04 Giugno 2006 da sjones81


 
 
 

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Post n°51 pubblicato il 03 Giugno 2006 da sjones81

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Post n°50 pubblicato il 03 Giugno 2006 da sjones81


 
 
 
 
 

IL WC DI UN LOCALE A KYOTO!!! Cosa penseranno loro dei nostri? :S

Post n°48 pubblicato il 02 Giugno 2006 da sjones81

 
 
 

JP - DiStrutti e felici

Post n°47 pubblicato il 02 Giugno 2006 da sjones81

 
 
 

IP - trova l'intruso

Post n°46 pubblicato il 02 Giugno 2006 da sjones81


 
 
 

Post N° 45

Post n°45 pubblicato il 02 Giugno 2006 da sjones81

A Zaira

 
 
 

Post N° 44

Post n°44 pubblicato il 02 Giugno 2006 da sjones81
Foto di sjones81

SONNO!

 
 
 

Post N° 43

Post n°43 pubblicato il 02 Giugno 2006 da sjones81

Quasi D'Amore

Non starò più a cercare parole che non trovo
per dirti cose vecchie con il vestito nuovo,
per raccontarti il vuoto che, al solito, ho di dentro
e partorire il topo vivendo sui ricordi,
 giocando coi miei giorni, col tempo...

O forse vuoi che dica che ho i capelli più corti
o che per le mie navi son quasi chiusi i porti;
io parlo sempre tanto, ma non ho ancora fedi,
non voglio menar vanto di me o della mia vita costretta come dita dei piedi...

Queste cose le sai perchè siam tutti uguali
e moriamo ogni giorno dei medesimi mali,
perchè siam tutti soli ed è nostro destino
tentare goffi voli d' azione o di parola,
volando come vola il tacchino...

Non posso farci niente e tu puoi fare meno,
sono vecchio d' orgoglio, mi commuove il tuo seno
e di questa parola io quasi mi vergogno,
ma c'è una vita sola, non ne sprechiamo niente in tributi alla gente o al sogno...

Le sere sono uguali, ma ogni sera è diversa
e quasi non ti accorgi dell' energia dispersa
a ricercare i visi che ti han dimenticato
vestendo abiti lisi, buoni ad ogni evenienza, inseguendo la scienza o il peccato...

Tutto questo lo sai e sai dove comincia
la grazia o il tedio a morte del vivere in provincia
perchè siam tutti uguali, siamo cattivi e buoni
e abbiam gli stessi mali, siamo vigliacchi e fieri,
saggi, falsi, sinceri... coglioni!

Ma dove te ne andrai? Ma dove sei già andata?
Ti dono, se vorrai, questa noia già usata:
tienila in mia memoria, ma non è un capitale,
ti accorgerai da sola, nemmeno dopo tanto, che la noia di un altro non vale...

D' altra parte, lo vedi, scrivo ancora canzoni
e pago la mia casa, pago le mie illusioni,
fingo d' aver capito che vivere è incontrarsi,
aver sonno, appetito, far dei figli, mangiare,
bere, leggere, amare... grattarsi!

Francesco Guccini, tratto da "Via Paolo Fabbri 43"


 
 
 

Post N° 42

Post n°42 pubblicato il 01 Giugno 2006 da sjones81

 
 
 

Post N° 41

Post n°41 pubblicato il 31 Maggio 2006 da sjones81
Foto di sjones81

Sempre in viaggio 

 
 
 

PADRONE MIO ... ancora Matteo Salvatore

Post n°40 pubblicato il 31 Maggio 2006 da sjones81

 PADRONE MIO                                                       Traduzione

Padrone mio, ti voglio arricchire            Padrone mio, ti voglio arricchire

come nu caene ie voi fatià                     come un cane io vado a lavorare

e quand sbaje damm' li botte                     e quando sbaglio picchiami

voje la morte, nu' me caccià            preferisco la morte , ma non mi cacciare

i teng' li fije ca' vonne lu paene           ho figli ed hanno bisogno di pane

chi ce lu daje è lu tatà. chi glielo da è il padre 

Matteo salvatore, Padrone mio, se non sbaglio il brano è tratto da "il lamento dei mendicanti"

Mi scuso con i puristi dell'idioma, ma la trascrizione del testo, da me improvvisata, non sarà sicuramente impeccabile... sarebbe ben accetta qualsiasi precisazione o correzione...

 
 
 

Post n°39 pubblicato il 30 Maggio 2006 da sjones81
Foto di sjones81
Questa bestiaccia l'ho sorpresa sul muro di casa mia...

il resto lo ha fatto Fotoscioppe :)





ESCO, forse si va a vedere un concerto a una settantina di chilometri da qui... il gruppo? un gruppo che fa riproposta di musica tradizionale salentina: OFFICINA ZOE' ... per capirci, quelli del film "Sangue Vivo". In passato hanno fatto belle cose ma ho sentito che ultimamente hanno cambiato formazione... bah, chi vivrà vedrà!!! speriamo che il concerto non sia all'aperto, qui pare che il tempo si bruttino.

 
 
 

Post n°38 pubblicato il 30 Maggio 2006 da sjones81
UCCIO ALOISI
 
 
 

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