Ripeness is all

un paese ci vuole per non essere soli (Cesare Pavese)

 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: snoopy68
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 75
Prov: SV
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 26
 

ULTIME VISITE AL BLOG

dantealfa_2010gianluigi57franmatteolubopoemmepoststefanosainopsicologiaforenseledeliziedileonardomax_6_66alessandrog1983chiararossanimerydelucasnoopy68Basta_una_scintillaossimora
 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Messaggio #1098Messaggio #1100 »

Post N° 1099

Post n°1099 pubblicato il 09 Settembre 2008 da snoopy68

Giusto per tenere la memoria in esercizio

Quanti furono i campi di concentramento in Italia? Renzo De Felice nel suo libro “Storia degli ebrei sotto il fascismo”, parla di circa 400 tra luoghi di confino e campi di internamento. Fabio Galluccio, nel suo saggio del 2002 "I lager in Italia. La memoria sepolta nei duecento luoghi di deportazione fascisti" (NonLuoghi Editore), i lager in cui erano rinchiusi ebrei, dissidenti politici, stranieri, zingari e omosessuali, erano probabilmente quasi duecento, senza contare i luoghi di "semplice" confino. Non è stato ancora fatto un censimento attendibile. In ogni regione italiana  vi era almeno un campo.

Alcuni campi erano esclusivamente femminili: Pollenza, Treia, Petriolo (Macerata); Casacalenda, Vinchiaturo (Campobasso); Lanciano (Chieti); Solofra (Avellino). Verso la fine del 1940 risultavano recluse circa 260 donne, tra le quali 62 ebree straniere.

Furono campi di concentramento maschili: Fabriano, Sassoferrato (Ancona); Ariano Irpino, Monteforte Irpino, Campagna (Salerno); Civitella del Tronto, Corropoli, Isola del Gran Sasso, Notaresco, Tortoreto, Tossicia, Neretto, Tollo (Teramo); Agnone, Bioano, Isernia (Campobasso); Casoli, Lama dei Peligni, Istonio (Chieti); Alberobello, Gioia del Colle (Bari); Manfredonia, Tremiti (Foggia); Urbisaglia (Macerata); Civitella della Chiana (Arezzo); Bagno a Ripoli, Montalbano (Firenze); Farfa Sabina (Rieti); Scipione di Salsomaggiore, Montechiarugolo (Parma); Lanciano (Chieti) dal febbraio 1942, Colfiorito di Foligno (Perugia), Castel di Guido (Roma), Fraschette di Alatri (Frosinone), Città Sant’Angelo (Pescara), Pisticci (Matera), Ferramonti di Tarsia (Cosenza), Lipari (Messina), Ustica (Palermo), Fertilia (Sassari).

Alcuni di questi campi – situati nel Centro-Nord – vennero riaperti nell’ottobre 1943 ed utilizzati, con altri, come “campi di raccolta provinciali per gli ebrei italiani” fino al gennaio 1944. Oltre a quelli sopra citati: Aosta, Calvari di Chiavari, Ferrara, Forlì, Roccatederighi (Grosseto), Vo’ Vecchio (Padova), Sondrio, Verona, Piani di Tonezza (Vicenza), Ponticelli Terme (Parma), Servigliano (Ascoli Piceno), Bagni di Lucca (Lucca), Sforzacosta.

Vi erano anche luoghi deputati al cosiddetto “internamento libero”, ovvero al soggiorno obbligato con una notevole limitazione della libertà personale, che prevedeva la proibizione di ogni contatto con gli abitanti del luogo di internamento e l’obbligo di presentarsi giornalmente alla stazione di polizia o dei carabinieri. Pochi sono i dati disponibili, tuttavia si è a conoscenza che da questa forma di internamento furono interessati i comuni e le province di: Vicenza, Bergamo; Belluno; Lucca, L’Aquila, Grosseto, Viterbo, Treviso, Asti, Aosta, Parma, Modena, Chieti, Novara, Pavia, Potenza, Sondrio.Nel marzo 1941 risultavano in internamento, in quanto “stranieri nemici”: 414 inglesi, 316 francesi, 136 greci. Altri stranieri erano stati avviati nei campi di concentramento. Nel maggio 1943 risultavano ristrette in internamento libero circa 1.800 persone: donne, bambini, uomini.

Altri campi vennero ubicati in Italia, ovvero quelli per gli “ex jugoslavi”, i civili abitanti nei territori occupati militarmente dall’Esercito italiano e annessi all’Italia.

Questi campi vennero aperti soprattutto nella Venezia Giulia (Cighino, Gonars, Visco), nel Veneto (Monigo di Treviso, Chiesanuova, in provincia di Padova), in Toscana ( Renicci di Anghiari), in Umbria (Colfiorito). Tutti alle dipendenze del Ministero dell’interno. Campi di lavoro furono organizzati a Fossalon (Venezia Giulia), Pietrafitta e Ruscio (Umbria), Fertilia (Sassari).

Furono attivati anche appositi campi per gli “allogeni”, ovvero per gli appartenenti a   minoranze etniche o/e linguistiche presenti sul territorio italiano dopo le annessioni successive alla Prima guerra mondiale, quasi totalmente presenti nella Venezia Giulia e nel Sud Tirolo. Si trattava di minoranze – complessivamente circa il 2% della popolazione italiana – composte da: albanesi, francesi, sloveni, tedeschi, croati, catalani, ladini.  Per loro i campi furono istituiti a Cairo Montenotte (Savona), Fossalon (Gorizia), Poggio Terzarmata (Gorizia).

Il campo di Cairo Montenotte fu utilizzato, dopo essere stato svuotato dai prigionieri di guerra nel febbraio 1943, per internarvi sloveni e croati di cittadinanza italiana. Dall’Istria e dalle province di Udine, Gorizia, Trieste, Fiume e Pola arrivarono, in breve tempo, circa 1.400 deportati e fino al settembre 1943 furono 20 i trasporti che raggiunsero Cairo Montenotte. Il primo partì da Trieste il 28 febbraio 1943, con 150 uomini e 44 donne. Queste ultime furono successivamente inviate al campo delle Fraschette di Alatri. Alcuni prigionieri vennero impiegati nella realizzazione dei canali di scolo della fabbrica della Montecatini, situata nelle vicinanze del campo. Altri lavorarono come operai nella fabbrica stessa. Al momento dell’armistizio, l’8 settembre 1943, il comandante del campo non liberò subito i 1.260 prigionieri e ciò permise ai nazisti di impadronirsene. L’8 ottobre organizzarono un trasporto di 30 carri bestiame e deportarono quasi tutti i prigionieri, che arrivarono al KL Mauthausen il 12 ottobre, per essere poi, il giorno successivo, inviati nell’AussenKommando di Gusen. Dove 990 furono immatricolati, tutti come italiani. Invece, dopo l’8 settembre, molti dei prigionieri del campo di Fossalon entrarono nelle file della Resistenza.

dal sito dell'Anpi

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/snoopy68/trackback.php?msg=5396263

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
>> "sono morte solo 25 persone" su ilKuda - www.kuda.tk
Ricevuto in data 30/09/08 @ 10:10
con queste parole il vice-sindaco di Visco (Udine) cerca di convincere i suoi concittadini che tr...

 
Commenti al Post:
kudablog
kudablog il 30/09/08 alle 10:05 via WEB
il campo di Visco è a rischio, lo vogliono trasformare in un mobilificio!
 
 
snoopy68
snoopy68 il 30/09/08 alle 16:14 via WEB
Ennesima notizia che conferma l'aria che sta tirando...tra revisionismo e cancellazione del ricordo
 
 
snoopy68
snoopy68 il 30/09/08 alle 16:46 via WEB
Quello di Cairo Montenotte lo avevano già fatto "sparire" poco dopo la fine della guerra, al suo posto adesso un centro commerciale e alcune civettuole abitazioni...Ma il peggio è che è difficilissimo trovare qualcuno del posto che "si ricordi" del campo e di chi ha ospitato, dei "trasporti" che scaricavano prima i prigionieri della guerra di Grecia e poi internati provenienti soprattutto dalle zone slovene e croate. E poi di quel "carico" di circa 900 persone che l'8 ottobre del 1943 è partito per arrivare fino a Mauthausen....
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

INFO


Un blog di: snoopy68
Data di creazione: 29/10/2005
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963