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Esselunga...la vergogna

Il Giornale

Questa volta la cassiera della Esselunga è stata aggredita negli spogliatoi, da uno sconosciuto e senza apparente movente. Per questo i sindacati hanno proclamato per oggi lo sciopero di un intero turno in tutti gli Esselunga milanese. La donna, 44 anni, italo peruvia, madre di due figli, l’altra sera era sola nello spogliatoio del supermercato quando è stata aggredita alle spalle da un uomo «grande e grosso», che le ha tappata la bocca con la mano e quindi sbattuto con violenza il capo contro gli armadietti fino a farla svenire. Soccorsa dai colleghi è stata portata al Policlinico e trattenuta con una prognosi di una decina di giorni.
La vittima era stata protagonista il 2 febbraio di un altro fatto increscioso. Entrata in servizio verso le 15, dopo quattro ore aveva chiesto di andare in bagno, domanda legittimata da problemi renali, comprovati da un certificato medico. La direzione le avrebbe detto di attendere fino a quando è avvenuto l’irreparabile davanti agli occhi dei clienti.

Tutto ciò accade nel 2008 e rievoca immagini lontane del passato, quando i diritti dei lavoratori non esistevano, quando si è dovuto lottare, scioperare, fare battaglie e si sono ottenuti quei diritti con il sangue dei lavoratori. Quei diritti più elementari che ancora oggi si cerca di sopprimere, come il diritto alla sicurezza sui posti di lavoro e il diritto alla dignità del lavoratore.

In questa vicenda leggo una nota positiva e cioè il fatto che tutti i lavoratori hanno scioperato, che non hanno fatto finta di nulla, che non si sono girati dall’altra parte perché il fatto non li riguardasse, che si sono uniti, così come si sono uniti i lavoratori del porto di Genova, dove hanno raccolto i soldi della loro giornata lavorativa e li hanno donati alla compagna dell’operaio morto.

E’ questa l’Italia per la quale vado orgogliosa.