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Quando un uomo dice di aver esaurito la vita, significa che la vita lo ha esaurito
Creato da Lilly_84 il 29/01/2007Area personale
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Post n°179 pubblicato il 26 Giugno 2008 da Lilly_84
Questo post non sarà sciocco o frivolo, non farà sfoggio del mio acidume nè del mio ardimentoso fermento politico. Non sarà un'elencazione delle mie disavventure sentimentali, nè uno sfogo per le frustrazioni di una mancata soddisfazione. No, sarà un post di e su Liliana, che vuole per una volta scrivere qualcosa di sè stessa su queste pagine. Non sono mai stata una persona compiuta, anche se ci ho sempre sperato e ho sempre tentato di dare agli altri questa sensazione; il perfezionismo è sempre stato il filo conduttore della mia esistenza e i campi nei quali volevo eccellere si contavano nelle dita di 3 mani. Un anno e mezzo fa la vita di perfezione plasticosa mi è crollata addosso: ho lasciato il fidanzato bello-buono-bellafamiglia con cui ho diviso 3 anni di vita ma che non ho mai amato nella vera accezione della parola, ho lasciato la mia casa a Genova per tornare dopo 4 anni nell'orrida provincia imperiese che non mi è mai piaciuta e non mi ha mai accettata, ho lasciato progressivamente la mia carriera da brillante studentessa universitaria a meno 8 tacche dalla laurea. Da allora è stato solo polvere. Come il castello di Biancaneve che crolla e lascia a vista quel cratere di lava e desolazione che così stupendamente copriva. Da marzo comincio a soffrire di attacchi di panico, il morbo del nuovo millennio, e l'ansia - da sempre compagna di vita - diventa cosa incontrollabile. Decisi di spaccare in mille pezzi il puzzle della mia vita: ci avevo messo davvero tanto per costruirlo ma il risultato non era quello che immaginavo. Me l'avevano venduto come la migliore veduta possibile ed io ci avevo creduto come un'allocca; molto tipico di Lilly fidarsi ciecamente degli altri piuttosto che del suo istinto. Quando si cade si dà per scontato il desiderio di rialzarsi, ma in questo anno e mezzo ho imparato che, perchè ciò avvenga, ci deve essere una motivazione forte a farlo, una volontà che non sempre risulta facile da scovare dentro di sè. Ognuno di noi ha scheletri nell'armadio che nasconde gelosamente, muffe preistoriche che gradiremmo volentieri cancellare, puntigli tristi da dimenticare. Io, come tutti, ho i miei. L'unico sbaglio che ho fatto è stato sotterrarli sotto metri di bassa autostima e tentare di nasconderli anche ai miei occhi. Quando però quel terreno mi è franato sotto i piedi, è uscito fuori tutto. Ci sono stati momenti difficili, attimi in cui ho pensato che nulla sarebbe stato come prima. Ci sono stati giorni eterni passati nel letto, altri in cui odiavo persino lo scuro della notte; settimane passate a domandarmi che senso avesse vivere in quel modo, altre in cui speravo che improvvisamente accadesse qualcosa che mi salvasse. Come se esistesse un qualcosa o un qualcuno che davvero possa salvarci da noi stessi! Sono andata anche da uno psicologo (più che altro per gli attacchi di panico): diagnosi piuttosto lapidaria di depressione e un fiume di parole che fanno riflettere in continuazione. Un giorno mi dice: "Tu non hai bisogno di me. Vai e cavatela da sola" Pensavo di aver trovato l'unico strizzacervelli che non volesse imbrigliarmi in anni di terapie succhia soldi e credevo che non fosse riuscito a capire nulla di me. Invece aveva capito tutto: aveva intuito che sotto tutta la coltre di paura e tristezza c'era un cuore indipendente e fierissimo, decisamente incline all'autonomia piuttosto che alla dipendenza e alla riconoscenza. Ci ho messo molti mesi per guarire, ma ce l'ho fatta. E ce l'ho fatta da sola. Piano piano, giorno dopo giorno, le giornate non mi sono più sembrate così grigie, le persone così stronze, la vita così merdosa, Dio così odioso. Dopo che la depressione se ne è andata è ricominciata la ricostruzione: ho comprato un nuovo puzzle e ieri, con il primo esame superato dopo quasi un anno, ho messo un altro tassello. A volte mi piace mischiare i pezzi di quello nuovo con quello vecchio, perchè non ho buttato nulla, anzi! Non so a che parte del percorso sia arrivata: ho voluto buttare il quadro finale e andare per ispirazione.... si potrebbe dire quasi che io vada a casaccio e questa sarebbe una novità per una che programma la sua esistenza da quando ha 10 anni. Per la prima volta nella vita mi sento davvero quasi compiuta; tenterò con tutto il cuore di non sbagliare a considerarmi arrivata e cercherò di credere molto di più nelle mie possibilità. Oggi sono una nuova Liliana, felice come mai lo è stata nella vita: soddisfatta dello studio che sta per concludersi, un po' incerta rispetto al suo futuro ma pronta a scoprirlo presto, con pochissimi amici - meno di quanto mi immaginavo - ma eterni e insostituibili, con una famiglia folle ma che aiuterò e mi aiuterà sempre, single ma contenta di esserlo (i pesi morti non mi hanno mai molto interessata, meno che mai ora!), forte come un leone. Per la prima volta una felicità che devo solo a me stessa, che non è data da nuovi fidanzati, lavori, viaggi, amicizie ... nulla di esterno se non qualcosa dentro di me. E quel puzzle? quella vita perfetta? "La perfezione si ammira, raramente si ama" diceva un saggo sconosciuto. Uno di quelli che avresti voluto conscere qualche anno fa. Ma infondo, è andata bene anche così direi! |
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