Ora Berlusconi vuole «snellire» la democrazia parlamentare
La parola magica è «snellimento». Snellire le regole urbanistiche e far crescere le villette in libertà. Snellire le regole del lavoro per lasciare gli imprenditori più liberi di licenziare. E così via.
In questi anni sono state anche troppe le volte in cui Silvio Berlusconi ha proposto la sua visione della convivenza sociale. Basta con “lacci e lacciuoli” come ama dire il premier. Anche se per “lacciuoli” si intende quel minimo di regole che consentono ad una comunità di individui di distinguersi da un branco di lupi.
Ma ora Berlusconi ha superato se stesso ed è arrivato, a modo suo, a proporre lo snellimento della nostra democrazia. Affermando testualmente: «Ho proposto, visto che non ci sono tempi certi per avere le leggi, che si riconosca nel solo voto del capogruppo il voto di tutto quanto il gruppo che rappresenta. Capisco – ha proseguito il premier – che dopo 70 o 80 votazioni una persona che non è tuttologa possa anche deprimersi, ecco perché io propongo uno snellimento».
Insomma, addio al concetto di rappresentatività della politica, addio alla funzione stessa di una democrazia parlamentare. Basterebbe il voto di una persona. Una persona di fiducia del capo (in questo caso il capogruppo del partito del capo) basterebbe per fare una legge.
Come è possibile immaginare, le reazioni alla proposta di Berlusconi sono state tantissime e durissime. A cominciare da chi presiede la più ampia delle assemblee parlamentari, Gianfranco Fini, che ha bollato l'idea del suo compagno di coalizione semplicemente come «impossibile».
«Riemergono le pulsioni autoritarie del presidente Berlusconi. L'idea di sopprimere il Parlamento con una “riformina” regolamentare, delegando a pochi eletti la funzione legislativa, esprime in modo plateale l'assenza di cultura costituzionale dell'onorevole, il suo incontenibile fastidio per le regole della democrazia e la sua inossidabile visione proprietaria delle istituzioni, nonostante la strabordante maggioranza numerica di cui il Pdl gode in Parlamento» affermano, in una nota congiunta, i capigruppo parlamentari del Pd Anna Finocchiaro e Antonello Soro.
«Questa assurda proposta è solo un tentativo per distogliere ancora una volta l'attenzione dei media dalla crisi economica e nascondere il vuoto di iniziative per arginare le difficoltà del Paese. Se invece fosse un proposito vero, occorre che qualcuno, anche nella sua maggioranza, lo fermi» concludono gli esponenti Pd.
«Non è al sistema democratico francese che guarda Berlusconi, ma a quello della Cina Popolare, dove il Parlamento è chiamato anno per anno solo a ratificare quanto deciso dal governo», commenta invece il presidente del gruppo Italia dei valori al Senato, Felice Belisario.
Inviato da: robby1265
il 31/12/2012 alle 10:12
Inviato da: vogliorivivere1
il 25/03/2012 alle 22:09
Inviato da: micina610
il 08/01/2011 alle 11:36
Inviato da: giampi1966
il 29/03/2010 alle 09:02
Inviato da: Winston Montag
il 05/03/2010 alle 12:10