Creato da steelglass il 10/01/2010

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LA QUINTA IMMAGINE

Post n°13 pubblicato il 14 Dicembre 2010 da steelglass

Questa mattina ho comprato Abitare e sfogliandolo ho provato un brivido. La foto dell'istallazione di un'opera in una recente mostra mi ha stregato. E mi ha fatto immediatamente precipitare in un mare di sensazioni. Vi ho riconosciuto qualcosa. Ho cercato in internet l'autrice e un'immagine migliore delle foto. Ho potuto vederla meglio, ma qualcosa era cambiato, di poco ma lo era: aveva una forza meno evocativa per il mio inconscio. Sono tornata alla rivista: il contesto aveva creato il corto circuito, da lì era partita la rete di immagini e di sensazioni che mi aveva travolto. Non solo l'immagine, ma proprio la sua istallazione mi avevano colpito.
Avevo da subito sentito quell'immagine mia, piena di sensazioni ed evocatrice di pensieri.


Ho visto un ingresso, di una casa più ideale che reale, e ho sentito l'odore e i rumori, ho sentito l'atmosfera di concreta serenità, e l'ho riconosciuta da subito, all'improvviso: era la mia. Non poteva essere altrimenti, era la sensazione che mi poteva dare solo il rientrare nella mia casa, e dal mio compagno. E ho sentito una serenità infinità, di concreta gioia. La casa non aveva nulla di simile all'ingresso dell'istallazione, completamente diversa nei colori, caldi, e nelle forme, dolci, ma vi erano le foto. Simili ma non identiche, dove i volti erano stati trasfigurati con il mio e con un altro.
 Lì, in quell'immagine, ho iniziato a sentire la forza che traspariva dalle altre sensazioni, in quelle immagini vi era la traccia della concreta serenità che regnava nella casa. Ma sentivo che non era finita e mi sono girata a destra e a sinistra e dietro, la realtà spaziale del sogno si era oramai persa, e ho visto altre due immagini identiche, ma complementari -con i ruoli, tra i due, scambiati- e poi dietro, una quinta, con due corpi teneramente distesi e abbracciati.


                                                               


         


 Ho provato un forte turbamento, con le immagini che mi avvolgevano e mi ricoprivano, ma non ho avuto alcuna sensazione negativa. E' stato semmai uno svelamento, l'apparizione di un concetto che mi aveva sfiorato in questi mesi sull'essenza del rapporto di coppia e sui legami essenziali che si creano. Ora li vedo in numero dispari: lei-figlia, lei-madre, lui-figlio, lui-padre, loro-amanti. Altri legami mi sembrano superflui, in questi cinque vedo la rappresentazione dell'idea di essere compagni e la possibilità di creare un cammino. Non sono certa che da questa accettazione nasca la forza di una “concreta intensità”, se fosse vero avrei trovato una chiave, ma temo che questi siano gli elementi che trasformano una naturale tendenza in un'evidente consistenza e non il contrario. La “concreta intensità” la vedo ancora alla base di tutto, l'elemento imprescindibile di ogni cammino. E l'atmosfera di quella casa era stupenda, vi era energia, gioia, sicurezza, da lì si poteva pensare di fare ogni cosa. Mi è sembrato di trovare una parte di me.



(Dedicato a D***)

 
 
 

PAURA DEL BUIO

Post n°12 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da steelglass

...E quando fuori tutto tace e io mi appresto a prender per mano la notte,
 mi accorgo di temere più la luce del buio. 






 
 
 

I remember...

Post n°11 pubblicato il 30 Novembre 2010 da steelglass

Mi sveglio con un sorriso sulle labbra ignara di tutto ciò che poco dopo invaderà la mia mente e il mio cuore..

apro gli occhi, il mio cuore e la mia anima sono ora inquieti..
attimi rubati alla veste candida del mattino. 

Mi guardo intorno e cerco fugace i perchè di questa storia che sembra non aver fine..copro i miei occhi e il mio cuore con calde carezze..perchè invadi ancora i miei pensieri?? perchè non te ne vai??? perchè nonostante tutto sei ancora lì?? 

E io mi sento in trappola,
 destinata a quel legame fino alla morte.. 
fino all'ultimo respiro..

Ricordo quando come due bambini siamo caduti nel peccato, il tempo si fermava o correva troppo in fretta..non era mai abbastanza...

Ricordo il dolce tuo respiro sulla mia pelle e il calore che emanavi nelle gelide sere di dicembre..

Ricordo i tuoi occhi da padre e la tua voglia di proteggermi e di farmi tua. 

Ricordo il rincorrersi in lunghi corridoi ricchi di speranze, quei corridoi che per entrambi hanno rappresentato speranza e sofferenza.

 Ricordo l'entusiasmo nel leggere un libro e nel riconoscerci in esso, ricordo i sogni e le emozioni...

Ricordo noi sotto le stelle contornati dal buio intenso e freddo di un bosco a mezzanotte.. e i tuoi caldi abbracci.

Ricordo i litigi di fronte ad un progetto e il prendersi poi sempre in giro come in un gioco che sarebbe potuto diventare pericoloso, ma il rischio ci è sempre piaciuto.

 Ricordo la curiosità l'uno per l'altra.

Ricordo il nostro lento guardarci dentro..

 Ricordo di essere stata felice...

ma non ricordo perchè non lo sono stata più.



 
 
 

LACRIME E COUS COUS

Post n°10 pubblicato il 28 Novembre 2010 da steelglass
 

Stasera per cena solo lacrime e cous cous.

L'inverno ha indossato una fredda veste color carminio e la città respira morente l'odore dei caminetti accesi. Ho coperto il mio cuore gelido con una coperta di stelle nella speranza che tra quelle stelle ci fossi tu a proteggere i miei sogni. 

Stasera solo cucchiai di lacrime e cuos cous..dal sapore amaro..dal sapore d'innocenza perduta, di verginità persa in quel color rosso carminio tra le lenzuola bianche.

Ricordo con vivida memoria l'odore della legna ardente, delle castagne arrosto e delle risate di fronte al caminetto..il color rosso della vite americana alla luce del tramonto e la luce radente di un autunno lontano..ricordo te, la mia innocenza perduta, ricordo te e il tuo sogno di rimaner sempre tale..ricordo la magia tra i rami secchi e le foglie cadenti, tra le luci di natale e la neve sui tetti. 

Ora la magia è coperta dalla veste color carminio dell'inverno..dal rumore dei clacson, delle mie lacrime sul cous cous..e da una stanza troppo fredda e vuota nel mio cuore.

 

                                    

 

 
 
 

SOGNO*

Post n°9 pubblicato il 17 Novembre 2010 da steelglass

Ed ecco,quando i pensieri sembrano bloccarsi in un limbo fatto di terra arida e silente,tra le sinapsi neuronali e gli impulsi nervosi della mano e il senso si perde sciogliendosi in una qualche soluzione acida di bene e male,che il rumore della pioggia mi desta da un sonno profondo.

Ma quel ronzio in testa non smette di tormentarmi, è il ronzio degli incubi notturni che meticolosamente come tante api operaie entrate dal naso fin su al cervello, lavorano per creare il loro impero. L'incubo si trasforma in realtà e la realtà in incubo in una metamorfosi che solo la grande madre può reggere e governare. La metamorfosi della vita o la vita nella metamorfosi . Mi immagino infinite matriosche,l'una dentro l'altra, un matrix infinito di illusioni. E mi scopro sempre più piccola nella pretesa di essere grande.

 

                                  

 
 
 

 

 

  

 

 

 

 

 

 
 
 

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