FONDALI

Miserabili, non v'è uscita più coerente!

Les Misérables è come tutti sanno l'opera monstre di Victor Hugo, lo stesso di Notre-Dame de Paris, la storia del gobbo e della bella Esmeralda. Siamo in pieno romanticismo francese, ma in entrambi i romanzi si percepisce un respiro più da affresco storico e sociale che da romanzo d'appendice. Eppure gli ingredienti della bella storia d'amore contrastata ci sono tutti: Cosette Marius ed Eponine, per iniziare, il triangolo perfetto in cui s'incastra il vero motore della storia quel mitico Jean Valjean ex carcerato redento e tuttavia perseguitato dall'inflessibile ispettore Javert. La polizia cieca e spietata contro un uomo che è l'essenza dello stato sociale e del povero cristo. Vessato dalle storture di una vita fatta di stenti, in un regime, quello francese post rivoluzionario, teso alla restaurazione dei poteri "forti". A me ricorda qualcosa...

Non tutti sanno - soprattutto in Italia - che Les Misérables (amichevolmente LesMiz) è un musical di immenso successo partito da Parigi e stabile a New York e a Londra da più di 30 anni! Le musiche e i testi originali di Claude-Michel Schönberg e Alain Boublil vennero riadattati e riorchestrati per la versione inglese della Royal Shakespeare Company dal produttore Cameron Mackintosh.

Ebbene, l'ho visto due volte (una a Londra e l'altra a New York, appunto) e devo dire che è uno degli spettacoli più emozionanti a cui io abbia mai assistito. In effetti LesMiz raccoglie schiere di fedeli che neanche Padre Pio. Il concerto per il 25° è stato un evento che ha smosso a Londra un esercito fra spettatori e cast vecchi e nuovi, compresi quelli che portano il musical in giro per l'Europa, Italia esclusa, ma qualcosa mi dice che dopo il film...

E infatti, finalmente esce il film! A gennaio, per la regia di Tom Hooper, quello del bellissimo Il discorso del re. Interpreti un cast davvero eccezionale: Amanda Seyfried, Hugh Jackman, Helena Bonham Carter, Russell Crowe, Anne Hathaway, Sacha Baron Cohen, Samantha Barks che cantano dal vivo - promettono - per dare più verità alla recitazione, un po' come fece Meryl Streep in Mamma Mia (dove la Seyfried faceva la figlia).

Perché mi piace così tanto da scriverci su un post prima di averlo visto al cinema? Perché è uno spettacolo epico, un vero e proprio spudorato meccanismo retorico che funziona, dannatamente funziona! vedere per credere. Le canzoni sono orecchiabili, alcune già conosciute (a nostra insaputa) e al servizio di un "crescendo" degno di un melodramma pucciniano. L'affresco storico, così come per il romanzo, è il VERO punto di forza. La ribellione degli studenti nella Rivoluzione di Luglio del 1830 è il vertice drammatico e musicale dell'opera. Una rivoluzione che nulla aggiunse al clima di restaurazione, ma preparò alle sommosse del 48.

E' la "romanza" Empty chairs at empty tables a mio parere il brano che più d'ogni altro da valore e senso alla questione.

Sedie vuote per tavoli vuoti, e i miei amici se ne sono andati, non li vedrò mai più, dice Marius davanti lo spazio deserto e spettrale di una taverna, quella degli incontri carbonari che preparavano alle barricate. Dietro a lui i fantasmi dei colleghi ventenni, eroi di una battaglia impari contro le cannonate del regime. Studenti in avanguardia per il riconoscimento di semplici diritti di "cittadinanza" ma reputati troppo di sinistra, quella stessa cittadinanza esaltata da una Rivoluzione che poi si scoprì rivalsa borghese. E i miserabili cadono come pigne, un po' per disoccupazione e paghe da fame - era scoppiata la crisi economica -, un po' per condanne ingiuste a fronte di colossali intrallazzi politici (a un re ne succedette un altro). Insomma, non lo so perché, ma a me continua a ricordare qualcosa...