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Le fate buone

Post n°96 pubblicato il 31 Maggio 2014 da storie
 

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Si sa, tutte le fate hanno le ali. E gli umani invidiano da morire chi sa volare. Agli umani, e soprattutto agli uomini, non va giù che possa esistere un'arcadia pacifica popolata da razze diverse. Lo abbiamo appreso con forza ai tempi di Avatar, e oggi ci viene ribadito il concetto con il film della Disney Maleficent, diretto da Robert Stromberg che di Avatar fu l'autore delle scenografie. Fra i due film c'è un filo rosso evidente nelle scene iniziali, in una magnifica soggettiva a volo d'uccello attraverso una terra lontana lontana.

Scoprire quindi l'esistenza di una fata potente dotata di larghe ali che è regina del regno di gnomi, orchi, alberi guerrieri, e altri esseri fantastici, non può che portare gli uomini alla guerra.

Ammetto che sono andato a vedere il film un po' prevenuto, ma MOLTO incuriosito. L'icona di cui mi ero innamorato da bambino, quella strega-pipistrello dalla risata satanica, non mi sembrava aderire alla silhouette di Angelina Jolie. La cuffia con le corna non mi convinceva. In più la splendida scenografia del cartone animato con i suoi rimandi alle miniature medievali - per me un must dell'arte dell'animazione - è impossibile da adattare. E con la fiaba poi, che pretende un cattivo-cattivo, come la mettiamo?

Ho letto delle recensioni piuttosto severe. E' vero: il film non è un capolavoro, non ha l'Arte del cartone Disney o la complessità del kolossal di Cameron, però nel complesso mi è piaciuto.

Sono le ali di Malefica l'escamotage che ha portato la sceneggiatrice Linda Woolverton (già autrice di Alice in Wonderland) a ripensare all'antica leggenda in una chiave abbastanza spiazzante. I ruoli della strega e del Re Stefano si capovolgono. E' lui il cattivo della situazione, colui che innesca il processo di distruzione tagliando le ali a Malefica per pura ambizione personale.

A parte alcuni momenti centrali e nel sottofinale, in cui il ritmo rallenta, in linea di massima il film scorre veloce sulla falsariga del classico Disney, diversamente da come è avvenuto in Alice in Wonderland di Tim Burton. Cioè, seppur snaturata la fonte, Maleficent contiene paradossalmente tutti gli elementi de La bella addormentata nel bosco. E' come se gli stessi fatti accadessero sotto un'ottica deformata. Questo è apprezzabile.

Un apprezzamento anche per la scenografia che ci immerge in un paesaggio quasi sempre cupo in cui fanno da sfondo gli alberi tortuosi che sono la barriera del regno di Malefica, e le torri del castello. Il gotico tedesco quindi come stile dominante. Ottima l'interpretazione della Jolie, sempre magnetica e in una sequenza addirittura commovente.

La fotografia ci regala un paio di inquadrature stupefacenti, e nonostante in alcuni punti anche i prìncipi - purtroppo - volino, certe scene di volo saranno ciò che più mi rimarrà nella memoria.

 
 
 
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