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Nelle puntate precedenti...

Ho sempre amato le serie tv. Dai tempi degli anime giapponesi che raccontavano romanzi sotto forma di cartoni a puntate (Heidi, Remi), durante l'adolescenza coi vari telefilm classiconi Chips, Charlie's Angels, Happy Days, Fantasilandia, ecc. e un debole per le novelas brasiliane (e solo quelle brasiliane!). Tutta questa esterofilia tuttavia non ha evitato di farmi rimanere stampate nette nella memoria alcune serie italiane, che allora si chiamavano sceneggiati. A parte Sandokan (con tanto di album delle figurine, un classicone pure quello) il genere che preferivo erano i gialli-thriller. Alcuni sono andato a ripescarli su internet...

I gusti cambiano si sa e per anni le serie americane non mi hanno interessato granché. Poi c'è stato il primo Roma Fiction Fest. Ho risposto ad alcune domande sul web e mi sono "laureato" giurato. Era il 2007, credo. E' stata l'occasione per ri-esplorare un campo che avevo abbandonato.

Mi sono lasciato conquistare di nuovo. Ho seguito con alternanza i vari NCIS, Alias, Jerod il camaleonte ma il colpo di fulmine è stato decisamente LOST (vedere post di qualche anno fa...) Da allora credo di essermi costruito un buon curriculum da serial-addicted.

Ormai si sa che una grossa fetta del business americano in fatto di entertainment passa attraverso il prodotto seriale, e da un lustro circa alcune produzioni (penso a TerraNova di Speilberg) hanno avuto budget da capogiro. Non sempre il costo rimpiazza le idee, ma bisogna ammettere che la fucina dei creativi si è fatta ben nutrita, con squadre di miei coetanei (e alcuni più giovani) pronte a tutto pur di costruire una buona storia.

Stanno sbancando audience e critica due serie che ho molto apprezzato: Breaking Bad e Games of Thrones (Il trono di spade).

Credo che pochi non sappiano di cosa si tratti. La prima è una serie della rete via cavo AMC, conosciuta e apprezzata anche perché è l'emittente del quotatissimo The Walking Dead e del premiatissimo Mad Men, la seconda è una saga che dire fantasy è riduttivo, della celebratissima (giustamente) HBO.

Entrambe hanno in comune diverse cose: il perfetto meccanismo della scrittura, la bravura degli attori, una fotografia cinematografica, un target adulto e dallo stomaco forte.

I temi infatti non sono banali e compiaciuti, nulla a che vedere con romanzi consolatori e buoni sentimenti. Se da un lato Breaking Bad ci rende quasi complici della calata negli inferi di un quieto professore di chimica, dall'altro il gioco dei troni promette e mantiene il coinvolgimento del giocatore/spettatore al motto di "o vinci o sei morto"... Come è abitudine delle reti via cavo americane, non si sta tanto a sottilizzare su scene di sesso e sangue, così in ogni episodio si deve essere pronti a vivere qualche esperienza alla Tarantino. Scene di sesso più in GOT che in BB, sanguinamenti equamente divisi, direi. Tutto funzionale alla storia. E comunque non è certo quello il clou dell'opera. Come dicevo è il loro valore cinematografico.

Lo sfarzo di ambienti e scenografie di GOT è davvero stupefacente, difficile ricordare una serie lunga così ben ricostruita. Forse Roma della stessa HBO e i Borgia, che poi è stata cancellata alla terza stagione. Il trono di spade è l'aspirazione a cui tendono diverse casate che popolano una terra immaginaria divisa in regni e sottoposta a un potere centrale che ne tuteli la pacifica convivenza. Insomma, premessa non troppo distante dal Signore degli Anelli. Infatti - si dice - i romanzi di George RR Martin da cui la serie è tratta, sono stati oggetto d'interesse di produttori a seguito del successo della trilogia tolkieniana al cinema. Un po' come successe a me una quindicina d'anni fa quando alla ricerca di un sostitutivo ai tomi di Tolkien mi imbattei appunto in Martin. Con poco successo, ammetto, perché il primo romanzo della saga inizia con una frammentazione di luoghi e una overdose di personaggi che mi fu difficile serguire e lasciai perdere.

Breaking Bad è davvero un'esperimento interessante. Una sorta di Jeckill a Hyde dei tempi nostri. Si viene talmente coinvolti nelle scelte scellerate del professor White, da pensare di poter giustificare la sua anima nera come uno stato di necessità. Fra cose dette e taciute (molte) attimi da commedia nera, alte tensioni, White e i suoi pochi comprimari (un allievo complice, una moglie che come noi viene trascinata nel gorgo, un cognato detective) si stagliano come metafore di un capitalismo senza scrupoli sull'orizzonte del deserto del New Mexico. E vengono alla mente i momenti migliori dei western di Sergio Leone. Non c'è posto più traviato da droghe sintetiche e montagne di bigliettoni che una villetta modesta alla periferia di Albuquerque.

Di cose da raccontare ce ne sarebbero da fare una tesi di laurea. Per ogni singolo episodio, un argomento, una sensazione, uno stile di scrittura. Quello che affascina è senz'altro lo stimolo che viene dato al pubblico di leggere fra le righe, di non avere il piatto pronto, di interrogarsi. E a volte di arrendersi all'imponderabile. Vale per entrambi i casi. BB e GOT nel loro ricercato cinismo sono tuttavia romanzi moderni e non possono prescindere dalla componente sentimentale.

In Breaking Bad l'aspetto umano del temibile professore, interpretato dal super premiato Bryan Cranston passa attraverso il sentimento paterno, destinato alle figure sia del vero figlio paraplegico, sia del figlio acquisito (l'allievo-socio Jesse Pinkman) a cui poi si sostituirà l'amicizia virile già conosciuta in molta cinematografia "classica".

Nel Trono di spade, dove è difficile identificare un vero protagonista, si rischia di provare empatia per personaggi dai sentimenti forti che dopo pochi episodi vengono brutalmente eliminati. Di certo un personaggio di spicco è Tyrion il folletto, interpretato magistralmente da Peter Dinklage, le cui ambizioni sentimentali (l'amore del padre e di una donna) sono conseguenti all'accettazione della deformità. Immagino che qualche futuro love-affair si aggiri in posti impensati, dalle parti della Barriera, dove il bastardo di casa Stark è troppo belloccio per rimanere single. Vedremo.

To be continued...

 
 
 
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