Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Quel giro di danza...

Post n°462 pubblicato il 13 Ottobre 2016 da hieronimusb

Era gennaio e le cose tra noi non andavano bene, avevamo cenato in una pizzeria affollata e quel vociare intorno  non aveva fatto altro che aumentare il nervoso che già era palpabile tra di noi, poche frasi, quasi di circostanza, una pizza che forse in altre circostanze sarebbe andata bene, ma quella volta ne lasciai più di metà nel piatto.

Pagammo ed uscimmo.

La serata era gelida, aveva nevicato da poco e c'era ghiaccio un po' ovunque.

Guidasti così a zonzo tanto per riscaldare la macchina mentre le parole iniziavano ad uscire.
La tua voce era calma e pacata, quasi fredda mentre elencavi tutte le mie mancanze,, ascoltavo e guardavo fuori dal finestrino le case del paese che lasciavano il posto a campi innevati illuminati da una luna meravigliosa, una luna invernale piccola come una moneta da un cent, ma luminosissima che brillava sulle trine che il gelo tesseva tra gli alberi, le siepi le recinzioni dei campi.

Provai a dire il mio punto di vista e fu la scintilla che diede fuoco alle polveri, ti fermasti sul piazzale di un'abbazia perchè non riuscivi più a guidare, ti tremavano le mani e la voce usciva quasi isterica da un volto deformato dall'ira.

Urlai a mia volta, snocciolai il rosario di cose che sapevamo entrambi, poi dopo esserci vomitati addosso fino all'ultima parola improvviso scese il silenzio perchè non c'era più nulla da dire solo andare ognuno per la sua strada.

Fu a quel punto che udii il suono della radio fino a quel momento coperto dalle nostre urla,  era "That's all" cantata da Michel Bublè.

Mi sembrò quasi un segnale
Si, era tutto, non c'era più nulla da dire, scesi dalla macchina, feci il giro ed aprii la portiera dalla tua parte.
Mi guardasti spaventata "Cosa vuoi fare?"
"Voglio ballare" ti presi per una mano  e tu quasi stupita scendesti dall'auto, alzai il volume e ti abbracciai.
Il piazzale era lucido di ghiaccio, e noi ci muovevamo lenti in quella luce argentata della luna, l'ababzia sullo sfondo si nascondeva tra i cipressi forse anche lei non sapeva bene cosa pensare.
Fu un ballo lento che durò anche dopo la fine della canzone, faceva freddo e ti stringevi a me, i respiri erano solo nuvolette di vapore, ognuno aveva i suoi pensieri nella testa, quelli che ci sono quando una storia finisce, i ricordi , i sogni, i progetti, un domani da costruire nuovamente e nessuna voglia di uscire da quell'abbraccio, da quel momento che la luna , il gelo ed una stazione radio avevano creato per noi

Un'auto rallentò sulla strada, forse ci aveva visto, forse si chiedeva se quella scena fosse reale, ma ci riportò alla realtà.
"Fa freddo" dicesti, torniamo a casa
E fu davvero tutto



 
 
 
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INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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